Mercato del lavoro

Neet e donne, due bandi per ridurre il gap digitale dell’Italia rispetto all’Europa

Il Fondo per la Repubblica digitale mette a disposizione 35 milioni di euro per i nuovi bandi “Onlife+” e “Futura+, riservati ai Neet (giovani tra i15 e i 34 anni che non studiano, non si formano e non lavorano) e alle donne tra i 18 e i 67 anni. C’è tempo sino al 18 dicembre 2025 per presentare i progetti

di Redazione

Il Fondo per la Repubblica digitale investe 35 milioni di euro su “Onlife+” e “Futura+”, la seconda fase dei bandi “Onlife” e “Futura”. Onlife+ avrà a disposizione 20 milioni di euro per accrescere le competenze digitali dei Neet (15-34 anni) mentre Futura+ è riservato alle donne tra i 18 e i 67 anni, per garantire loro migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. Per quest’ultimo sono stati messi a disposizione 15 milioni di euro.

Il Piano strategico 2025-2026, delineato dal comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica digitale, ha stabilito la realizzazione dello scale up, vale a dire l’estensione di bandi già realizzati, attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso, i progetti già sostenuti nell’ambito di “Onlife” e “Futura” che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è quello di sostenere, rispetto ai primi due pubblicati, un numero limitato di progetti ma di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.

Il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione italiana tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media Ue (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei Neet, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano a un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di Neet nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11%, e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e residenti nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum nel 2024 ha collocato l’Italia al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.

«L’inclusione digitale è una priorità del governo, perché senza competenze diffuse non c’è piena cittadinanza, né possibilità di crescita economica e sociale», commenta Alessio Butti, sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione tecnologica. «Investire nel digitale significa dare a tutti i cittadini l’opportunità di partecipare attivamente alla vita del Paese e di cogliere le opportunità offerte dalla trasformazione tecnologica. In quest’ottica, il dipartimento per la Trasformazione digitale sostiene i due nuovi bandi promossi dal Fondo per la Repubblica digitale che mettono al centro i Neet e le donne con l’obiettivo di rafforzarne le competenze digitali e aprire nuove prospettive occupazionali. Si tratta di un’ulteriore azione tangibile per ridurre il digital gap e costruire un’Italia più equa e competitiva».

«Con Onlife+ e Futura+, il Fondo per la Repubblica digitale continua nel percorso delineato dal Piano strategico 2025–2026 e rafforza il proprio impegno verso i giovani e le donne, nella consapevolezza del loro ruolo strategico nella transizione digitale», sottolinea Daria Perrotta, ragioniere generale dello Stato e presidente del comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica digitale. «L’obiettivo di questa nuova fase è quello di consolidare e sostenere esperienze progettuali promettenti e offrire al decisore pubblico, anche per l’eventuale impiego su scala nazionale, di modelli efficaci. La collaborazione tra governo, fondazioni di origine bancaria e Terzo settore si conferma fondamentale per garantire una visione di lungo periodo e la mobilitazione di risorse per ridurre i divari che ancora caratterizzano il nostro Paese, soprattutto sul fronte dei giovani e delle donne».

«Il Fondo per la Repubblica digitale ha di recente tagliato il traguardo dei tre anni di attività e ha già un patrimonio significativo di esperienze realizzate in tutto il Paese, che hanno permesso di sperimentare azioni concrete per colmare il divario di competenze digitali nelle fasce più fragili della popolazione», fa notare Giovanni Azzone, presidente di Acri. «Ora si apre una nuova fase, caratterizzata dall’estensione delle sperimentazioni su scala più ampia. Con una dotazione di risorse quasi triplicata rispetto alla prima edizione, i nuovi bandi Onlife+ e Futura+ potranno sostenere iniziative più ambiziose, capaci di coinvolgere un numero crescente di giovani e di donne e di offrire loro nuove opportunità di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. Le Fondazioni di origine bancaria confermano la loro fiducia in un’iniziativa che non solo produce impatti immediati, ma può anche ispirare le future politiche pubbliche, rendendo più equo l’accesso alle competenze digitali e alla partecipazione attiva alla vita del Paese».

Tempistiche

C’è tempo sino al 18 dicembre 2025 per presentare i progetti, attraverso il portale Re@dy, al bando Onlife+ dedicato ai Neet da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit. Il bando mira ad accrescere le competenze digitali dei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano, per garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, quasi sette Neet su 10 dichiarano di voler lavorare; 463mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei Neet per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.

Anche per Futura+ c’è tempo sino al prossimo 18 dicembre per presentare i progetti sulla piattaforma Re@dy da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro ed enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit. Questo bando si pone l’obiettivo di selezionare iniziative di formazione valide e innovative per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, in modo tale da garantire loro migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note: infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Lavora poco più di una donna su due (esattamente il 53%). Sono invece 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.

Il Fondo per la Repubblica digitale è una partnership tra pubblico e privato sociale (governo e Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – Pnrr e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari – Pnc ed è alimentato da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali viene riconosciuto un credito di imposta. Il Fondo seleziona e sostiene progetti di formazione e inclusione digitale per diversi target della popolazione come Neet, donne, disoccupati e inattivi, lavoratori a rischio disoccupazione a causa dell’automazione, studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado, operatori dell’economia sociale, persone detenute e in condizioni di vulnerabilità. L’obiettivo è sperimentare progetti di formazione e inclusione digitale e replicare su scala più vasta quelli ritenuti più efficaci, in modo tale da offrire le migliori pratiche al governo affinché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali.

Credits: foto ufficio stampa Fondo per la Repubblica Digitale

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