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Gran bretagna

Non è un film distopico, succede in Uk. Ecco la nave per migranti

Carlo III sta per firmare la nuova legge anti migranti di Sunak che ora ha messo i migranti che richiedono asilo sulla nave Bibby Stockholm, mentre Londra vuole cambiare l’articolo 39 delle regole procedurali della Corte europea dei diritti dell’uomo

di Paolo Manzo

La nave Bibby Stockholm in un servizio di Sky

Il governo di Rishi Sunak è riuscito a portare avanti la sua controversa legge sull’immigrazione illegale con la quale, d’ora in poi, chiunque arrivi nel Regno Unito con rotte illegali sarà fermato ed espulso. Senza dubbio è la misura più controversa dell’era Brexit, in cui gli euroscettici hanno ripetuto il mantra dell’importanza di recuperare “il controllo delle frontiere”. Dopo un dibattito durato fino a lunedì sera alla Camera dei Lord, l’esecutivo ha vinto una serie di voti chiave e ora manca solo la firma del re Carlo III per approvare la legge. Immediata la reazione dell’ONU che ha rilasciato ieri critiche dure, sostenendo che la nuova legge viola gli obblighi del Regno Unito ai sensi del diritto internazionale.

La contrarietà dell’Onu

In una dichiarazione congiunta, l’alto commissario Onu per i diritti umani delle Nazioni Unite Volker Turk e il capo dei rifugiati delle Nazioni Unite Filippo Grandi hanno affermato che “ci saranno profonde conseguenze per le persone bisognose di protezione internazionale.” La nuova legislazione “erode in modo significativo il quadro giuridico che ha protetto così tanti, esponendo i rifugiati a gravi rischi in violazione del diritto internazionale”, ha aggiunto Grandi. Difficile dire cosa accadrà alle persone che arriveranno nel Regno Unito in piccole imbarcazioni nei prossimi mesi, dal momento che i piani dell’esecutivo sono stati dichiarati illegali lo scorso giugno dalla Corte d’Appello britannica in base alle norme della Corte europea dei diritti dell’uomo, anche se il governo Sunak ha fatto appello alla Corte Suprema.

Da ieri una nave a tre piani da 222 stanze, la Bibby Stockholm, è attraccata al porto di Dorset per trasformarsi nei prossimi 18 mesi la casa di 500 uomini–di età compresa tra 18 e 65 anni-che stanno facendo domanda di asilo. La nave, che comincerà ad accogliere i primi 50 migranti nei prossimi giorni, è stata accolta ieri dalle proteste da residenti locali e da gruppi per i diritti umani. Lo scontro tra i membri del gruppo “No to the Barge”, che affermano che le donne e i bambini di Dorset sarebbero in pericolo a causa dei richiedenti asilo, e i sostenitori di “Stand up to Racism” (https://standuptoracism.org.uk/), che affermano che i ministri e l’estrema destra stanno suscitando ostilità è stato alla fine contenuto solo grazie all’intervento della polizia che ha evitato il peggio. Dal canto suo Downing Street difende questa “sistemazione alternativa” più economica degli alberghi che ora vengono utilizzati per ospitare gli immigrati. Attualmente ci sono circa 51.000 richiedenti asilo negli hotel di tutto il Regno Unito, che costano al contribuente circa 6 milioni di sterline al giorno mentre, con le navi, il governo risparmierebbe circa mezzo milione di sterline ogni 24 ore.

Il primo aereo sarebbe dovuto partire per il Ruanda la scorsa estate ma appena 30 minuti prima del decollo, fu bloccato dall’intervento della Corte europea dei diritti dell’uomo. Si tratta di una corte alla quale il Regno Unito continua a rendere conto essendo membro della Convenzione europea dei diritti dell’uomo ma il nucleo duro del partito conservatore sta ora premendo per un referendum per abbandonare la Corte europea dei diritti dell’uomo. Ed è stato proprio per compiacere il nucleo duro delle sue fila che ad aprile il governo Sunak ha presentato un emendamento alla controversa legge sull’immigrazione in modo che i ministri possano decidere se obbedire o meno a un ordine di sospensione dell’espulsione dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. In una lettera inviata ai “Tory”, il ministro dell’Interno, Suella Braverman, aveva riconosciuto all’epoca nella lettera che c’era “poco più del 50%” delle “disposizioni della nuova legge incompatibili con i diritti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Stiamo testando i limiti, ma confidiamo che il nuovo testo sia compatibile con il diritto internazionale”.

Da allora modifiche sono state fatte, le ultime due sulle protezioni della schiavitù moderna e i limiti di detenzione dei bambini ma adesso, ciò che Londra vuole cambiare, è l’articolo 39 delle regole procedurali della Corte che consente di imporre una misura cautelare urgente sulla decisione di qualsiasi Stato membro della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (e il Regno Unito, finora, rimane tale) “di fronte alla possibilità di un rischio imminente o di un danno irreparabile”. “Questo disegno di legge stabilisce un precedente preoccupante per lo smantellamento degli obblighi relativi all’asilo che altri paesi, anche in Europa, potrebbero essere tentati di seguire, con un effetto potenzialmente negativo sul rifugiato internazionale e il sistema di protezione dei diritti umani nel suo complesso”, ha dichiarato poco fa l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, mentre esortava il governo britannico a ritirare la legge. Quasi impossibile che Sunak gli dia ascolto visto che il primo ministro ha ribadito ieri di volere scoraggiare le persone dal fare attraversamenti del canale della Manica, impedendo alle persone di chiedere asilo nel Regno Unito se arrivano con mezzi non autorizzati. L’approvazione del disegno di legge è stato descritto come un “giorno buio” dalle ong e le associazioni pro diritti umani inglesi. Dal canto suo Enver Solomon, leader del Refugee Council e contributo di The Guardian, ha ribadito che “la legge rimane impraticabile e porterà alla miseria umana e a costi enormi per i contribuenti.”


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