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Innovazione sociale

Non persone in cerca di un lavoro. Ma un lavoro in cerca di persone

"Fattore Umano. Lavoro in cerca di persone”, è stato il titolo di un convegno di Mestieri Lombardia. Al centro del dibattito alcune riflessioni su come il lavoro possa adattarsi alle persone ed alle loro specificità. «Il modello  della cooperazione sociale può essere un esempio per la sua capacità di mettere le persone al centro, ascoltandone i bisogni ed adattando di conseguenza attività e modelli organizzativi, e che potrebbe essere d’ispirazione anche per il mondo profit»

di Sabina Pignataro

«Oggi la risorsa più rara sono le persone. Non sarà forse giunto il momento di rovesciare il paradigma? Di immaginare che non siano più le persone ad adattarsi al lavoro, ma il lavoro che si adatta alle persone ed alle loro specificità?” A lanciare il quesito è Federica Castellucci, Coordinatrice di Mestieri Lombardia. «Le persone cercano sempre più un equilibrio tra vita professionale e privata, e le organizzazioni che comprendono e supportano questo equilibrio sono in grado di attirare e trattenere meglio i talenti. L’attenzione all’aspetto umano delle risorse è diventata cruciale per molte aziende. La diversità non riguarda solo l’inclusione di persone provenienti da background diversi, ma anche la valorizzazione delle specificità di ogni lavoratore e lavoratrice».

Ma come fare? «Il modello  della cooperazione sociale – spiega – può essere un esempio: una realtà imprenditoriale che da sempre è capace di mettere le persone al centro, ascoltandone i bisogni ed adattando di conseguenza attività e modelli organizzativi, e che potrebbe essere d’ispirazione anche per il mondo for profit»

A queste riflessioni, e all’analisi delle trasformazioni a cui negli ultimi anni stiamo assistendo nel mondo del lavoro, è stato dedicato il convegno “Fattore Umano. Lavoro in cerca di persone”, che si è svolto  una settimana fa presso la Camera di Commercio di Lecco, organizzato da Mestieri Lombardia, in collaborazione con il Consorzio Consolida. Le organizzazioni stanno sempre più riconoscendo il valore del capitale umano, investire nelle persone attraverso la formazione, il welfare aziendale, lo sviluppo e la creazione di un ambiente di lavoro positivo è diventato essenziale per ottenere performance elevate e sostenibili, e per attrarre nuove risorse, sempre più difficili da trovare.

È stato in particolare Giuseppe Guerini, presidente di CECOP – CICOPA, a mettere in luce il modello della cooperazione sociale e nello specifico  «la capacità delle cooperative sociali di tipo B di essere al contempo inclusive, innovative e competitive». In particolare, la partecipazione attiva dei membri nelle decisioni e nell’amministrazione promuove un ambiente in cui le competenze individuali sono valorizzate. Ciò può portare a una maggiore motivazione e soddisfazione lavorativa, migliorando l’efficienza complessiva dell’azienda. Come se non bastasse, la loro importanza va oltre la mera attività economica, influenzando positivamente le dinamiche sociali e ambientali delle comunità in cui operano.

Per «adattare il lavoro alla persona», ha commentato Riccardo Bodini, direttore di Euricse, bisogna agire sul tipo di mansioni svolte (in termini di tipologia e quantità); sui tempi di realizzazione; sul contesto produttivo e sulle reti. Nel concreto significa: «Una progettazione individualizzata del percorso ampia, trasversale e non focalizzata sulla sola valutazione della produttività lavorativa; una definizione di un orizzonte temporale del servizio non predefinito, ma deciso sulla base delle esigenze della persona e modificato qualora ritenuto necessario; la possibilità – per gli interventi di inclusione socio-occupazionale – di avvalersi di una varietà di contesti lavorativi così da permettere alle persone inserite di sperimentarsi in diverse situazioni; la permanenza nel territorio di residenza».

Secondo Bodini, che ha raccontato dell’esperienza condotta nel lecchese con gli inserimenti socio-occupazionali, è fondamentale «fare rete tra i diversi attori (pubblici e privati) del territorio; lavorare con una logica di filiera, anche per favorire i passaggi (nei due sensi) tra socio-occupazionale e inserimento lavorativo; individuare un luogo di coordinamento della filiera che abbia un mandato e dei ruoli chiari rispetto all’ambito specifico del socio-occupazionale; differenziazione delle fasce di utenza sulla base del livello di autonomia/supporto necessario dei soggetti integrati nei percorsi socio-occupazionali».

 A fare gli onori di casa è stato Lorenzo Guerra, Presidente di Consorzio Consolida, che ha invitato sul palco per i saluti istituzionali Mauro Piazza, Sottosegretario della Giunta Regionale, Mauro Gattinoni, Sindaco di Lecco, Carlo Malugani, Consigliere della Provincia di Lecco, e Valeria Negrini, Presidente Confcooperative Federsolidarietà Lombardia.

La registrazione integrale dell’evento è disponibile a questo link

Foto: ufficio stampa Mestieri Lombardia


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