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Giornata internazionale dedicata ai bambini scomparsi

Ogni giorno spariscono 60 bambini. Solo il  40% viene ritrovato

Nel 2023 sono scomparsi 21mila minori: più di 4mila sono italiani e oltre 17mila stranieri. I bambini e adolescenti italiani che vengono ritrovati sono l’81%. Invece, dei minori stranieri non si ha più traccia in 7 casi su 10. I giovani stranieri si allontanano dalle strutture di accoglienza nelle quali sono ospitati, per raggiungere famiglie o parenti, anche all’estero. Il punto con Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e con Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

di Sabina Pignataro

Il 25 maggio ricorre la giornata internazionale dedicata ai bambini scomparsi, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare il piccolo Etan Patz, rapito a New York nel maggio 1979.
Purtroppo, il suo non è stato un caso isolato.


Nel 2023, in Italia, sono scomparse quasi 30mila persone: quasi 80 persone  ogni giorno: 3 volte su 4 sono minori. Significa che ogni giorno spariscono 60 bambini. Solo il  40,6% di questi viene ritrovato.

XXX Relazione firmata dal  Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse,

Analizzando la XXX Relazione firmata dal  Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, Maria Luisa Pellizzari, emerge infatti come quasi il 75% delle denunce (21.951 casi ) ha riguardato la scomparsa di minori: 4.416 sono state relative a italiani e 17.535 a stranieri. Tra gli stranieri i MSNA sono 10mila.

I minori italiani vengono ritrovati nell’81,1% dei casi (3.551 ritrovamenti  su 4.379 denunce di scomparsa).
Degli 17 mila minori stranieri denunciati, invece, ne vengono ritrovati solo 5725, cioè il 33%.

XXX Relazione firmata dal  Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse,

I dati relativi alle denunce di scomparsa dei minori evidenziano una crescita costante negli anni, sia di italiani, sia soprattutto di stranieri, con allontanamenti diffusi nel territorio nazionale ma anche verso altri paesi europei.

I minori italiani (soprattutto 16enni)

Sono i sedicenni a essere l’oggetto del maggior numero di segnalazioni di scomparsa, con una percentuale del 27,7% (1.224 casi), rispetto al totale delle denunce.
La maggior parte delle scomparse, il 75,6% (7.327 casi), viene inizialmente registrata come “allontanamento volontario”. La seconda causa di scomparsa ( 11,9%), rientra nella categoria classificata come “non determinata”, quando in sede di denuncia non viene formulata alcuna ipotesi. Altra motivazione riguarda i “possibili disturbi psicologici”, pari al 10,2%, che registra anche i casi di soggetti affetti da patologie quali Alzheimer e/o deficit cognitivi che si allontanano da casa o dalla residenza sanitaria senza un obiettivo preciso.
L’ultima ipotesi inquadra la motivazione “possibile vittima di reato”, associandola a un numero ristretto di casi (34 su 9.669) con una percentuale di ritrovamenti in vita dell’82,4% (28 casi su 34).

La Lombardia come la regione con il maggior numero di casi denunciati con il 18,7% (828 su 4.416) e un indice di ritrovamento dell’81,2% (672 di 828), seguita dalle regioni Campania e Sicilia.

«Il profilo del minore italiano che scompare riguarda in grande maggioranza casi di giovani che si allontanano per motivi di disagio e che il più delle volte vengono rintracciati o rientrano spontaneamente», spiega Maria Luisa Pellizzari. «Ma vi registrano purtroppo anche situazioni di forte malessere che possono finire in tragedia, quali adescamenti in rete o forme di bullismo. Inoltre, alcuni casi riguardano anche minori sottratti da uno dei genitori, casistica ricorrente soprattutto in caso di coppie di diversa nazionalità».

I minori stranieri (che scappano da istituti o comunità)

La fascia d’età maggiormente interessata al fenomeno è quella dei diciassettenni, con il 35,1% (6.147) rispetto al totale delle denunce di scomparsa (17.535).
I dati riepilogativi sulle motivazioni registrate in sede di denuncia di scomparsa dei cittadini stranieri stimano l’allontanamento volontario nell’88% dei casi (17.286 su 19.646).
«Il fenomeno dei minori scomparsi – si legge nella relazione – riguarda in larga parte giovani stranieri che si allontanano dalle strutture di accoglienza (istituti o comunità) nelle quali sono ospitati, per raggiungere famiglie o parenti, anche all’estero».

Molti dei ragazzi che arrivano soli in Italia non vogliono fermarsi, ma raggiungere familiari e parenti in Europa. «Purtroppo, le procedure che si applicano in questi casi sono lunghe: i tempi amministravi non sono quelli dei ragazzi, che non hanno pazienza di attendere e scappano», osserva Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. «Ciò li espone a vari pericoli, dallo sfruttamento lavorativo o sessuale al reclutamento da parte della criminalità».

L’analisi dei dati sugli stranieri a livello regionale conferma – al pari degli anni precedenti – la Sicilia come la regione con il maggior numero di denunce di scomparsa, pari al 35% del totale (6.883 su 19.646), cioè il 28,7% dei casi risolto con il ritrovamento (1.975 su 6.883), seguita dalle regioni Campania e Lombardia.

Quali soluzioni?

Che fare? «Occorre uniformare e accelerare le procedure, a partire dal primo colloquio per il quale siamo ancora in attesa del decreto attuativo», chiarisce Garlatti. Per di più, è stato deciso di collocare – in casi di emergenza e fino a 150 giorni – i minori in centri per adulti, seppure in spazi dedicati.
«Non solo è un errore la promiscuità tra minorenni e maggiorenni, ma lo stesso decreto prevede pure procedure semplificate nei casi di emergenza – e non l’accertamento multidisciplinare – per determinare la minore età in casi dubbi».
Secondo la Garante, questo è «un sistema che non sempre funziona».
Infatti, racconta, «nei giorni scorsi, in un Cas, ho incontrato un ragazzo che per cinque mesi è stato considerato ventenne e, per questo, è stato trattenuto con suo grandissimo disagio in una struttura dove tutti gli altri erano adulti. Alla fine, è riuscito ad esibire il certificato di nascita, che di solito non è facile recuperare, dimostrando di avere solo 17 anni.  Va detto poi che troppo spesso si pensa che ci siano tra gli Msna maggiorenni che si fingono minori. In realtà l’esperienza dice che non di rado avviene il contrario: da parte dei ragazzi per il bisogno di lavorare e da parte delle ragazze perché spinte da qualcuno che cerca farle entrare, a loro insaputa, nel circuito dello sfruttamento sessuale». 

La rete a livello europeo

«Il fenomeno dei bambini scomparsi ha assunto, come dimostrano i dati internazionali, proporzioni allarmanti e continua a destare molta preoccupazione in tutto il mondo. Molti bambini fuggono da guerre, povertà e catastrofi naturali e, se non accompagnati, rischiano di finire vittime dello sfruttamento e della tratta o di subire abusi durante il viaggio. È evidente l’urgenza di affrontare globalmente la crisi delle scomparse di minori e in particolare combattere il fenomeno legato alla tratta e allo sfruttamento dei minori per garantire la sicurezza e il benessere di bambini e adolescenti, proteggendoli dalle gravi violazioni dei diritti umani di cui sono spesso vittime. Sono necessarie strategie internazionali e un’opera di concerto tra diversi attori per agire immediatamente nella presa in carico di situazioni ove la tempestività di intervento costituisce un fattore determinante nello scongiurare gli esiti più infausti», sottolinea Ernesto Caffo, Presidente di Fondazione S.O.S. Telefono Azzurro e membro del board dell’International Centre for Missing Children & Exploited Children.

«Nello specifico, la dimensione europea è fondamentale per intervenire subito, facendo sì che le istituzioni possano avere un ruolo attivo nella ricerca e agire con tempestività. Spesso, nei casi di scomparsa, vi è infatti un problema di intervento tardivo nella ricerca del minore. In tal senso è fondamentale la collaborazione tra Paesi europei, poiché l’allerta europea permette di muoversi con più facilità e porta anche tutta la comunità ad attivarsi. È necessario che vi sia in tutta l’area Schengen una rete di intervento immediato, attraverso lo scambio tra reti di associazioni europee, che possa allertare subito sul bisogno di ritrovamento, condividendo informazioni sul minore, sulla sua origine. L’intervento non deve però fermarsi alla denuncia di scomparsa, è fondamentale aiutare e dare un sostegno alle famiglie, accompagnandole in un momento estremamente difficile».

Il caso specifico dei minori non accompagnati -Msna

Sei 17mila minori stranieri scomparsi nel 2023 (di cui 13mila da ritrovare), i Msna sono 10mila (non si sa quanti da ritrovare). Nel dettaglio i minori che hanno abbandonato volontariamente il sistema di accoglienza nel 2023 sono per la gran parte di genere maschile (96,3%) e con un’età superiore ai 16 anni nel 71% dei casi.

https://www.lavoro.gov.it/documenti/rapporto-di-approfondimento-semestrale-sulla-presenza-dei-msna-31dic2023

Le tre cittadinanze maggiormente rappresentate, tra i minori che si sono allontanati volontariamente vedono al primo posto la tunisina, con 1.871 minori, pari al 18% del totale, al secondo la guineana (1.669 minori, pari al 16,5% del totale) e al terzo l’egiziana (1.526 minori, pari al 15% del totale) che, tra i minori di primo ingresso in Italia, rappresenta invece la principale cittadinanza.

In linea con la distribuzione degli arrivi, il dato più elevato degli allontanamenti è della Regione Sicilia: il 44% del totale dei minori che hanno abbandonato il proprio domicilio erano accolti nel territorio siciliano. A seguire, la Regione Friuli-Venezia Giulia, seconda Regione di arrivo dei Msna, con il 13% dei minori allontanatisi volontariamente.


«Più di 18mila bambini migranti sono scomparsi dopo essere arrivati in Europa tra il 2018 e il 2020», prosegue Caffo. I principali motivi per cui i bambini migranti scompaiono sono le cattive condizioni di vita nelle strutture di accoglienza, mancanza di supporto e violenza. Inoltre, il desiderio di ricongiungersi con la famiglia, la paura del rimpatrio, la mancanza di fiducia nel sistema, lunghi procedimenti per la determinazione dello status di rifugiato e la tratta di esseri umani giocano un ruolo importante.

Il rischio tratta

«Una delle principali cause dietro la scomparsa di minori è però il traffico di esseri umani. Spesso, infatti, i bambini scomparsi sono vittime di tratta e sfruttamento, sfruttati non solo nella prostituzione, ma anche nel lavoro agricolo, nell’accattonaggio e in attività illegali come il traffico di organi. I bambini più vulnerabili e più esposti al pericolo di finire tra le mani dei trafficanti sono quelli che si trovano in situazioni economiche e sociali svantaggiate».
Secondo i dati della Commissione Europea, circa il 15% delle vittime della tratta di esseri umani nell’UE sono bambini. In base ai dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, i bambini di età compresa tra i 13 e i 17 anni rappresentano la maggioranza delle vittime di tratta (46,6%).

Quello dei Minori Stranieri Non Accompagnati rappresenta storicamente un tema di particolare rilevanza all’interno del contesto italiano. L’ultimo rapporto reso del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali indicava a fine 2023 la presenza sul territorio italiano di 23.226 Msna.

Ritrovamenti

Dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, sono state registrate 29.3151 denunce di scomparsa e 14.159 ritrovamenti; risultano ancora attive 15.156 denunce.
Le statistiche confermano come fondamentale per il rintraccio della persona sia la prima settimana dalla denuncia di scomparsa, dato che conferma l’importanza di procedere ad una tempestiva segnalazione e di avviare interventi quanto più rapidi possibili.
In Italia esiste una rete istituzionale dedicata alla ricerca delle persone scomparse che ha in capo il Commissario straordinario di Governo per le persone scomparse avente il compito di coordinare gli organi competenti a livello nazionale. «Sui territori il riferimento è la prefettura con funzionari incaricati a gestire le risorse locali a seconda delle necessità», spiega Fabio Sbattella, docente di psicologia clinica all’università cattolica del Sacro Cuore di Milano, responsabile nello stesso ateneo dell’unità di ricerca di psicologia dell’emergenza e dell’assistenza umanitaria  e autore del volume Persone scomparse, aspetti psicologici dell’attesa e della ricerca (FrancoAngeli 2016).

Foto in apertura di Trym Nilsen su Unsplash


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