Migranti

Palermo cerca 700 tutori volontari e una visione politica per i minori non accompagnati

Dal 17 giugno all'8 luglio prossimi, a Palermo parte un corso di formazione per gli aspiranti tutori volontari. Cinque appuntamenti per formare persone che vogliano impegnarsi, anche se «È difficile reperire volontari perché la società è impaurita e disorientata», ci dice Lino D'Andrea nel nostro dialogo

di Gabriella Debora Giorgione

Operazioni di sbarco per la Humanity 1 (imbarcazione della ong Sos Humanity) con a bordo 77 migranti, tra cui 3 minori non accompagnati a Crotone, Italia - Cronaca - Mercoledì 4 Marzo 2024 ( Photo by Antonino D'Urso / LaPresse ) Unboarding operations for the Humanity 1 (Sos Humanity NGO boat) carrying 77 migrants, including 3 unaccompanied minors in Crotone, South Italy - News- Wednesday, March 4, 2024 ( Photo by Antonino D'Urso / LaPresse )

Il volontariato come “cura delle relazioni”, l’educazione permanente come “cifra” per affrontare le sfide contemporanee, la co-costruzione di comunità più giuste, inclusive e attente ai bisogni delle persone fragili: questi i tre pilastri fondativi del Movimento educativo Palermo, nato a fine 2022 da un gruppo di educatori, pedagogisti, animatori ed operatori sociali, dirigenti scolastici, avvocati. Leader del movimento è Lino D’Andrea, a lungo Garante per l’infanzia e l’adolescenza di Palermo, già presidente nazionale di Arciragazzi e membro dell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza.

Dal 17 giugno all’8 luglio prossimi, il Movimento educativo ha promosso, insieme al Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, un corso di formazione per gli aspiranti tutori volontari. Il corso, che prevede cinque appuntamenti (17 e 24 giugno; 1, 3 e 8 luglio) è organizzato con il Cesie, il centro Penc e il Cir Rifugiati, in collaborazione con “Casa dei Diritti” del Comune di Palermo, il centro Migrare dell’Università di Palermo, la ong Ciss, Save the Children con i suoi “Punti luce”, il centro diaconale “La noce”, istituto valdese, Al Fresco e la pastorale diocesana per la scuola. Al 30 aprile 2025 in Sicilia c’erano circa 3.300 tra ragazzi e ragazze stranieri non accompagnati. Di questi, 265 vivono a Palermo, mentre Agrigento, con 899, è la provincia con più ragazzi e ragazze, seguita da Trapani con 561.

Perché il Movimento educativo, del quale lei è responsabile politico, ha deciso di impegnarsi attivamente per rilanciare un percorso formativo per i tutori volontari?

Il Movimento educativo nasce subito dopo la chiusura di “Palermo Città educativa” che era un laboratorio in cui istituzioni, ordini professionali, sindacati, Terzo settore, imprese hanno cercato insieme di rilanciare l’educazione come bene comune. All’interno di questa grande esperienza e ancor prima della legge 47 del 2017, a Palermo nacque la figura del tutore volontario per ragazzi e ragazze stranieri non accompagnati e nel giro di pochissimo tempo Palermo arrivò ad avere più di 200  persone che aderirono a questa pratica di “cittadinanza attiva”. Fu una vera e propria sperimentazione con una struttura e un processo d’intervento definiti e monitorati costantemente, e che ebbe la funzione di proporre un nuovo modello di progetto di sviluppo pedagogico per tutti i ragazzi e le ragazze, anche per quelli palermitani. Palermo ha posto sempre una grande attenzione all’accoglienza, in particolare di ragazzi e ragazze di minore età e non accompagnati da un adulto (msna). Pensi che negli anni  2018-2020  siamo arrivati ad accogliere anche 800-900 msna a cui e questo anche grazie ad un Terzo settore attivo. Oggi nel sistema Sai sono accolti 220 msna: il numero è inferiore, ma questo sistema consente oggi una cura e un’attenzione maggiori nell’accompagnamento di questi ragazzi verso un progetto di vita stabile e certo.

Però non basta…

Il sistema Sai del Comune di Palermo funziona benissimo, ma mancano le figure dei tutori volontari che svolgono un ruolo fondamentale nella rappresentanza dei diritti dei msna durante il loro percorso di integrazione. Purtroppo oggi, vista la mancanza di tutori volontari, i Tribunali sono obbligati  a nominare come tutori legali il sindaco oppure il responsabile delle comunità dove vivono i ragazzi oppure gli avvocati che siano disponibili: figure autorevoli, ma che non rispondono ai requisiti che la legge 47/2017 richiede.

Lino D’Andrea, leader del Movimento educativo Palermo


Quanti sono i msna sul territorio censiti dalla Regione?

Al 30 aprile 2025 (fonte ministero dell’Interno) abbiamo circa 3.300 tra ragazzi e ragazze stranieri non accompagnati. Di questi, 265 vivono a Palermo, mentre Agrigento, con 899, è la provincia con più ragazzi e ragazze, seguita da Trapani con 561. Più del 50% è diciassettenne, il 24% è costituito da sedicenni, il 6,5% da quindicenni, mentre solo  il 5,5 % di questa platea è tra i sette e i quattordici anni, pochissimi (solo lo 0,3 %) ha tra zero ai sei anni. Ovviamente sono dati in costante evoluzione e tenga sempre presente che anche il Sim-Sistema informativo minori non accompagnati non sempre è aggiornato.

 Tutti nel Sistema Sai regionale?

No. Dei 3.300 presenti in Sicilia solo poco più di 1.600 sono nel sistema Sai. Ma un’altra difficoltà sta nella loro età: il 50% di loro sta nei 17 anni, quindi il tempo che abbiamo per accompagnarli all’autonomia è molto limitato.

Quanti tutori servirebbero, a Palermo e in Sicilia?

I dati relativi ai tutori volontari che vengono monitorati dall’ufficio del Garante nazionale non è in linea con la presenza reale di ragazzi e ragazze e questo non ci permette di  valutare le esigenze reali di quanti tutori servirebbero. Diciamo che se in Sicilia ci sono 3.300 tra ragazzi e ragazze: se teniamo conto che un tutore può avere tre tutele, avremmo bisogno di almeno mille tutori. Quindi ne mancherebbero 700.

Su quanti tutori, attualmente, potete contare?

In Sicilia attualmente negli album dei Tribunali per i minorenni risultano iscritti solo 353 tutori volontari di cui: 185 a Catania, 117 a Palermo, 51 a Messina.  Purtroppo accade che la maggioranza dei tutori iscritti agli albi sia presente nelle Città metropolitane, mentre i msna sono accolti su tutto il territorio siciliano, spesso anche in piccoli Comuni dove non ci sono le condizioni per garantire la presenza e, spesso, anche la formazione dei tutori volontari, il che significa che la responsabilità ricade sul sindaco, nominato tutore dal Tribunale anche di più minori.

Avete definito questa “chiamata” un “percorso collettivo di cura”: perché?

Siamo convinti che siamo immersi in una crisi permanente – determinata dall’emergenza energetica, ambientale, sanitaria, tecnologica e di continui conflitti bellici – che sta generando un aumento dei flussi migratori in una società disorientata e impaurita, come evidenziato anche dal rapporto Censis 2024. La politica, a cui è demandato il compito di trovare soluzioni idonee a fare fronte a queste emergenze, vive un momento di forte instabilità. Contestualmente, assistiamo all’interruzione dei rapporti interpersonali e delle occasioni di confronto sia tra le diverse fasce sociali sia tra le generazioni, con il risultato che si sta progressivamente perdendo la capacità di immaginare e costruire una visione del futuro. Per far fronte a questo scenario stiamo cercando di creare le condizioni per rigenerare i legami sociali e i processi educativi con l’attivazione di reti relazionali capaci di darsi norme e fiducia reciproca. Di fatto stiamo promuovendo  un “volontariato di cura delle relazioni”, che agisca come agente di cambiamenti culturali, con l’obiettivo di costruire comunità più giuste, inclusive e umane. I tutori di fatto sarebbero  esempi viventi di soggetti che rigenerano in maniera “gratuita” i legami sociali e ripropongono l’educazione attraverso l’esempio.


Che profilo deve avere un tutore volontario a Palermo?

Sicuramente deve avere la consapevolezza di assumere un ruolo di “cittadinanza attiva”, essere persone sensibili, fortemente motivate e attente alle esigenze dei ragazzi e delle ragazze, con un atteggiamento di ascolto e fiducia. Devono essere capaci di garantire il rispetto dei diritti del minore, promuovere il suo benessere e accompagnarlo nel suo percorso d’interazione con il territorio. Devono, infine, ma questo è per tutti, avere una discreta conoscenza delle leggi e dei servizi.

Come sarà articolato il corso?

Il corso verrà anticipato da un focus che faremo con gli operatori del Sai Palermo e con qualche tutore già iscritto all’albo. Il corso sarà articolato su cinque aree: presentazione delle  leggi che disciplinano l’accoglienza e l’accompagnamento dei msna; tutte le possibilità dei percorsi che i ragazzi possono fare; la terza area riguarda la “cassetta degli attrezzi” del tutore; la quarta area è la conoscenza del mondo che a vario titolo si occupa dei ragazzi e delle ragazze. Infine, l’ultima area sarà di verifica del percorso formativo. Il corso sarà “itinerante” per far conoscere ai tutori alcune sedi che fanno parte del circuito dell’accoglienza: Tribunale dei minori, Università, enti del Terzo settore che operano con i msna.

Quali sono le principali resistenze ad impegnarsi come tutore volontario?

Sicuramente oggi è difficile reperire volontari: la società è impaurita e disorientata e ancora poche sono le persone che sono a conoscenza del ruolo del tutore volontario e inoltre l’attività di tutore richiede un certo impegno di tempo e di risorse che non tutti si possono permettere a titolo gratuito. Anche se da poco, all’interno del sistema Sai, si possono prevedere alcuni rimborsi disciplinati da un apposito regolamento per i tutori. Infine manca un sistema di sostegno e di supporto.

Dopo anni come Garante per l’infanzia e l’adolescenza di Palermo lei ora guida un Movimento educativo: cosa state osservando nella fascia sociale 0-18 oggi a Palermo?

Abbiamo la percezione di una grande solitudine che vivono i soggetti istituzionali e non che si occupano di educazione: insegnanti e genitori hanno difficoltà nell’affrontare i nuovi comportamenti delle nuove generazioni, l’aumento degli atteggiamenti violenti, l’uso del materiale pornografico. Ma abbiamo anche alcune situazioni in miglioramento quali i servizi alla prima infanzia che sono cresciuti culturalmente e finanziariamente. L’accoglienza dei msna è certamente migliorata col sistema Sai e ci sono tante occasioni di finanziamento di progetti dedicati all’infanzia e l’adolescenza.

E nonostante sforzi e investimenti ed un esercito di educatori, come mai la situazione continua ad essere comunque drammatica ?

Troppe sarebbero le risposte: la mancanza di coordinamento istituzionale, il momento complesso, la mancanza di raccordo sui dati del disagio e su come leggerli, le modalità di comunicazione non allineate, la mancanza di una “visione” complessiva da parte della politica.  Da tempo come movimento proponiamo un cambiamento complessivo che parta dal rivedere gli assetti urbanistici delle città creando contesti aggregativi dove adulti, anziani e ragazzi insieme ridisegnino il “futuro” alla luce dei nuovi bisogni e dei cambiamenti sociali, ambientali ed economici del nostro tempo. Ma per fare tutto questo occorrono due cose: politica e visione politica. 

Nella foto di copertina, di Antonino D’Urso / LaPresse, uno sbarco. Le foto nell’articolo sono dell’Ufficio comunicazione del Movimento educativo Palermo

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it