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Più della metà dei malati di demenza non sa di esserlo

La demenza colpisce 47 milioni di persone in tutto il mondo, destinate a triplicarsi entro il 2050. Attualmente, solo circa metà dei malati nei Paesi ad alto reddito e uno su dieci nei Paesi a medio e basso reddito hanno ricevuto una diagnosi. Lo afferma il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016 dei ricercatori del King’s College London e dalla London School of Economics

di Gabriella Meroni

Oggi, Giornata Mondiale Alzheimer, la Federazione Alzheimer Italia, rappresentante per il nostro Paese di ADI – Alzheimer’s Disease International, presenta in Italia il Rapporto Mondiale Alzheimer 2016 intitolato Migliorare l’assistenza sanitaria ai soggetti con demenza”. Il Rapporto – redatto dai ricercatori del King’s College London e dalla London School of Economics and Political Science (LSE) – rivela che la maggior parte delle persone con demenza deve ancora ricevere una diagnosi, oltre a un’assistenza sanitaria completa e continua. Il Rapporto invita a un’azione comune per estendere l’assistenza sanitaria a tutte le persone con demenza nel mondo.

La demenza colpisce 47 milioni di persone in tutto il mondo, destinate a triplicarsi entro il 2050. Attualmente, solo circa metà dei malati nei Paesi ad alto reddito e uno su dieci nei Paesi a medio e basso reddito hanno ricevuto una diagnosi. È possibile estendere la copertura dei servizi alle sempre più numerose persone con demenza – scongiurando una crisi – solo se si migliorano le capacità e l’efficienza con cui l’assistenza viene erogata. Il Rapporto sottolinea che l’assistenza alle persone con demenza soprattutto da parte di medici specialisti costituisce una barriera fondamentale al progresso. Il maggiore coinvolgimento di personale non specializzato nell’assistenza di base può liberare le capacità di soddisfare la crescente domanda di assistenza, e ridurne il costo individuale fino al 40%. Una maggiore copertura dei servizi di assistenza sanitaria completa è economicamente possibile, avendo un costo pari circa allo 0,5% della spesa sanitaria totale nel 2030. Occorre tuttavia una volontà politica per mettere in atto i cambiamenti necessari.

Il Rapporto invita a un mutamento radicale della modalità di erogazione dei servizi di assistenza sanitaria ai soggetti con demenza, modificandola verso un’assistenza di base non specialistica e contributi pianificati e coordinati da parte di tutti i livelli del settore sociosanitario. Sottolinea inoltre che l’assistenza deve essere olistica, continua e integrata, con particolare attenzione alla qualità di vita delle persone con demenza e di chi se ne prende cura, e un monitoraggio esplicito di processi e risultati. Occorrono ulteriori studi su: rapporto costi/benefici della presa in carico e della gestione del singolo caso; possibilità di evitare o abbreviare i ricoveri ospedalieri non indispensabili; vantaggi e rischi di una pianificazione dell’assistenza all’avanguardia; approccio alle cure palliative; stabilire quali elementi dell’assistenza sanitaria possano essere trasferiti facilmente ai servizi non specialistici.

Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, commenta: “In Italia si stima che attualmente le persone con demenza siano 1.241.000. Per tutte loro è giunto il momento di cambiare la cultura dell’assistenza, ovvero di cambiare il modo di prendersi cura di loro mettendo al primo posto qualità di vita e dignità della persona stessa. È questa necessità che ha spinto la Federazione Alzheimer Italia a progettare e realizzare il progetto pilota ad Abbiategrasso, primo in Italia, di “Comunità amica delle persone con demenza”. Inoltre, sono convinta della necessità delle cure palliative, come rileva il Rapporto Mondiale, sia per il malato che per i suoi familiari. La Federazione Alzheimer Italia, infatti, già dallo scorso maggio è entrata a far parte della Federazione Cure Palliative”.

Il Rapporto completo è consultabile nel sito: www.alz.co.uk/worldreport2016.