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Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023

Quando la cultura diventa cura

Qual è il ruolo dell'arte e della cultura nelle progettazioni sociali? Quanto gli assistenti sociali possono utilmente "contaminarsi" con questi altri strumenti e linguaggi per avviare percorsi di capacitazione e attivazione delle persone più vulnerabili ma anche di promozione del benessere dei territori? Un convegno a Brescia per fare un racconto inedito del servizio sociale professionale e per lanciare nuove sfide

di Sara De Carli

La parola “cura” compare più di sessanta volte nel dossier ufficiale di Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura 2023. l progetto “La Città Illuminata” sceglie anzi esplicitamente di indicare nella “cultura come cura” uno dei quattro pilastri dell’intero programma di questo anno speciale: la cultura come strumento cardine di prevenzione, socializzazione e benessere, ma pure come mezzo ideale per raggiungere obiettivi di inclusione, accoglienza, costruzione di relazioni di comunità.

Si inserisce in questo contesto il convegno “Welfare è Cultura” promosso dal Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia-Croas, dal Consiglio dell’Ordine nazionale-Cnoas e dalla Fondazione Nazionale degli Assistenti Sociali.

L’appuntamento è per venerdì 6 ottobre 2023 all’Istituto degli Artigianelli di Brescia (ore 9.00 – 17.00, Auditorium Monsignor Capretti, Via Piamarta 6): un luogo che simbolicamente unisce già cura e cultura, essendo il bresciano padre Piamarta – fondatore degli Artigianelli – pioniere del dare una buona istruzione professionale ai giovanissimi. Qui il link per le iscrizioni (con il riconoscimento di 7 crediti) e qui sotto, allegato, il programma.

Ministri, assessori regionali, professori universitari e assistenti sociali ragioneranno insieme di arte e cultura come strumenti di prevenzione, socializzazione e inclusione: nuove possibili leve per attivare fasce di popolazione in condizioni di vulnerabilità e per promuovere il benessere del singolo e della collettività. Sono stati invitati il ministro Gennaro Sangiuliano e la ministra Alessandra Locatelli; le riflessioni sono affidate a Vittorio Pelligra (Università degli Studi di Cagliari), Carlo Andorlini (Cultural Welfare Center, Torino) e Mara Sanfelici (Università Bicocca – Milano); alla tavola rotonda con la politica interverranno le assessore regionali Elena Lucchini (Lombardia) e Serena Spinelli (Toscana), i consiglieri regionali lombardi Pierfrancesco Majorino e Lisa Noja,  il presidente del consiglio comunale di Brescia Roberto Rossini. Nel pomeriggio, nel panel “Welfare di comunità e percorsi culturali di inclusione nei territori regionali” verranno presentate alcune esperienze, fra cui quella dell’Accademia Carrara di Bergamo, quella sulla salute mentale realizzata a Villa Corsini, in Lazio e un progetto di teatro in carcere in Calabria. Barbara Rosina, vicepresidente del Cnoas, dialogherà con Simone Schinocca (associazione Tedacà, Torino) e Elena Cabiati (Università Cattolica del Sacro Cuore ) su come la cultura e le arti possono entrare nella formazione degli assistenti sociali.

Ma la cura che cos’è

«La definizione di “cura” che rimanda più immediatamente al tema sanitario e assistenziale si arricchisce di una serie di declinazioni possibili che aprono – e di molto – lo spettro interpretativo del tema», si legge nel dossier di Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. «La cultura come cura richiama certamente la costruzione di politiche e interventi che hanno a che fare con la disponibilità di servizi sanitari, ma più in generale riguarda il benessere delle persone, la vivibilità delle città, la costruzione di dispositivi che favoriscano processi di inclusione e accoglienza, la possibilità di essere e sentirsi parte di una collettività, i temi della cittadinanza attiva e della partecipazione, il “diritto alla città” e la messa a disposizione di luoghi – fuori e dentro lo spazio pubblico – che favoriscano occasioni di incontro, relazione e vita di comunità».

Le istituzioni culturali delle due città – a cominciare dall’Accademia Carrara di Bergamo, che porterà appunto la propria esperienza nella sessione del pomeriggio – negli ultimi anni hanno dimostrato un’attenzione crescente nei riguardi dei pubblici in condizione di fragilità o marginalità, attivando partenariati con realtà del sociale. Non si tratta quindi solo di introdurre l’arte come strumento di “terapia” ma di mettere a tema un’ottica di welfare differente, di comunità, trasformativo e non solo riparativo, in cui la cultura si fa strumento di cura della collettività e degli individui, facendo leva sulla loro capacità di uscire dalla propria condizione di fragilità, se adeguatamente sostenuti, stimolati e supportati.

L’arte e la cultura nelle progettazioni sociali

«Il Convegno trae spunto da uno dei filoni progettuali scelti per Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Una dimensione, quella culturale, che va affermandosi come nuova strategia di azione in campo sociale e sanitario, per promuovere spazi di intervento non convenzionali, dove la proposta culturale diventa strumento per coinvolgere fasce di popolazione generalmente lontane dalla fruizione di questo tipo di opportunità. Arte e cultura diventano strumenti di prevenzione, socializzazione e inclusione, capaci di attivare fasce di popolazione in condizioni di vulnerabilità, di influenzare la salute e il benessere del singolo e della collettività in tutte le sue aree di fragilità, dalla sfera sanitaria e assistenziale a quella dell’inclusione e dell’accoglienza», spiega Manuela Zaltieri, presidente del Croas Lombardia. «Il mondo delle arti, coinvolto nell’ambito delle progettazioni sociali generative e trasformative per il sistema di welfare locale, diventa una leva strategica nel contrasto alla povertà e uno strumento per favorire il benessere, incrementare la competenza e il protagonismo delle persone, ridurre l’isolamento e creare legami e relazioni sociali».

Arte e cultura diventano strumenti di prevenzione, socializzazione e inclusione, capaci di attivare fasce di popolazione in condizioni di vulnerabilità, di influenzare la salute e il benessere del singolo e della collettività

Manuela Zaltieri, presidente Croas Lombardia

Quale ruolo possono giocare gli assistenti sociali su questo terreno? È proprio questa la domanda a cui vuole rispondere il convegno del 6 ottobre, attraverso il racconto di buone pratiche e la riflessione di professionisti, operatori, docenti universitari, ministri e amministratori locali: un caleidoscopio di punti di vista per fornire alla comunità degli assistenti sociali gli spunti per un cambiamento culturale e concettuale, per aprirsi con più convinzione a sperimentare progettualità e metodologie di lavoro comunitarie, immaginando interventi che mettano in campo leve strategiche diverse da quelle tradizionali. Si tratta peraltro di un cambiamento già avviato, al cui racconto verrà dato spazio: il Servizio sociale è già focalizzato a sostenere le relazioni nella comunità, non solo ad accompagnare i percorsi degli individui più fragili.

La sera, a ideale chiusura del convegno, il Croas della Lombardia – in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Brescia – offre a tutti uno spettacolo teatrale: la compagnia Tedacà di Torino porterà in scena Fine pena ora, il racconto della reale corrispondenza, durata oltre trent’anni, tra un ergastolano e il suo giudice, Elvio Fassone (teatro Sant’Afra, vicolo dell’Ortaglia 6). La partecipazione è gratuita ma occorre iscriversi qui.

Nella foto: visitatori a Palazzo Bargnani, Brescia, in occasione delle Giornate FAI di primavera. Foto LaPresse – Andrea Campanelli


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