Migranti
Quante vite costa una nave umanitaria ferma? Fino a 30 in un solo giorno
Non è una media matematica, ma un'indicazione che si può ricavare dai numeri esistenti. Tre mesi di fermo hanno significato, per la Geo Barents, oltre 2.300 salvati in meno tra il 2023 e il 2024. Sos Mediterranee ha portato in salvo 1.194 persone da inizio anno a oggi in 33 giorni di missione. Che significa oltre 30 vite al giorno. Da gennaio 2023 a fine 2024, sono stati persi, complessivamente, 535 giorni di missione per fermi amministrativi. Quattro Ong che fanno operazioni di soccorso ci spiegano quanto “costa” un fermo, in vite umane

«È impossibile fare una media, il numero non avrebbe valore statistico». «Impossibile rispondere, ci sono troppi fattori, troppe variabili». Dicono, più o meno tutte così, le tre organizzazioni umanitarie interpellate. Ma poi quella domanda le sollecita, le provoca e in poche ore arrivano numeri che possono aiutare a tirarlo fuori, quel numero che non c’è: quante vite si possono perdere, per un fermo amministrativo? Quante vite umane può costare una nave bloccata? Come la “Mediterranea”, ferma da alcune ore (qui l’intervista di Anna Spena a Beppe Caccia), o la “Geo Barents”, ferma da dicembre 2024 per l’impossibilità di adeguarsi alle nuove restrizioni imposte dal decreto Piantedosi, di cui anche l’ultimo fermo amministrativo è emanazione.
Ma torniamo al punto, o meglio ai numeri. A quelli che ci forniscono le organizzazioni, per aiutarci a trovare la risposta alla nostra domanda. Il risultato, lo anticipiamo, è all’incirca 30: tenere una nave da soccorso ferma significa non poter mettere in salvo più di 30 persone al giorno. Anche se di giorni e di medie matematiche è impossibile parlare: nei salvataggi in mare si parla di missioni, che dipendono da tanti fattori e possono variare sia nel numero che nella durata e portare a un numero di salvataggi estremamente diversificato e condizionato, a sua volta, da una serie di variabili, inclusa la capienza della nave. Premesso questo, ecco i numeri su cui abbiamo provato a ragionare.
Sos Mediterranee: 1.194 persone salvate in 33 missioni da inizio anno
Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee (quella che ieri è stata attaccata dalla guardia libica, per intenderci) ha portato in salvo 1.194 persone dall’inizio del 2025. Le restrizioni imposte dal decreto Piantedosi – prime fra tutte i fermi amministrativi e la prassi dell’assegnazione di porti lontani – ha ridotto drasticamente, per questa come per le altre organizzazioni umanitarie, il numero di persone soccorse. Nello specifico, mentre tra il 2020 e il 2022 una missione portava in salvo in media 278 persone, dopo il decreto Piantedosi la media è scesa a 143 nel 2023 e a 114 nel 2024. Da inizio 2025, la media è crollata a 91. Questo, soprattutto a causa dell’assegnazione di porti lontani, che impone molte ore di navigazione e quindi riduce i tempi di attività. Sempre Sos Mediterranee ha pubblicato, a febbraio scorso, un documento (qui il link) che prende in esame proprio gli effetti delle restrizioni imposte dal decreto Piantedosi. Questo contiene, tra l’altro, una riflessione utile per calcolare l’impatto reale di un fermo amministrativo sulla vita o la morte delle persone: «La riduzione della presenza delle ong nel Mediterraneo centrale si è tradotta in un aumento delle intercettazioni da parte della Guardia Costiera Libica, che costringe i migranti a tornare nel ciclo di abusi in Libia, tra cui torture, detenzioni arbitrarie Infatti, sulla base dei dati del progetto “Missing Migrants” dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, «nel 2024, le intercettazioni e i rimpatri di migranti in Libia sono aumentati del 28% rispetto all’anno precedente, raggiungendo le 21.762 persone (17.025 erano stati riportati indietro nel 2023)».

I fermi amministrativi, quindi, aumentano anche il rischio che i migranti siano intercettati dalla guardia libica e rimandati indietro, con tutto ciò che ne consegue. Sempre sulla base del documento di Sos Mediterranee (con dati aggiornati a fine 2024), «dall’introduzione del Decreto Piantedosi sono stati emessi 26 provvedimenti di fermo nei confronti di Sar Ong, che hanno interessato 10 navi (14 provvedimenti emanati nel 2023 e 12 provvedimenti di fermo nel 2024). In totale, dal gennaio 2023 sono stati imposti 640 giorni di detenzione alle navi ong, di cui 535 giorni sono stati effettivamente scontati (in quattro casi, la detenzione è stata revocata prima del completamento dell’intera durata)». Se ciascuno di questi giorni può valere 30 vite salvate, quante vite “non salvate” potrebbero esserci in 535 giorni di fermo?
Emergency, 550 persone soccorse da inizio anno
Dall’inizio dell’anno a metà agosto la “Life Support” di Emergency ha soccorso 550 persone in 7 missioni: in media, poco meno di 80 in ogni operazione di salvataggio. Dal dicembre 2022, quando ha iniziato ad operare come nave di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, la nave di Emergency ha soccorso in totale 3.001 persone in 35 diverse missioni. Come spiega Carlo Maisano, capo progetto della “Life Support” di Emergency, «la pratica di assegnare porti lontani dalla zona operativa tiene le navi della flotta civile lontane dal Mediterraneo centrale, dove più servirebbero. Il decreto Piantedosi, limitando la possibilità di effettuare soccorsi multipli e prevedendo le detenzioni amministrative delle navi, insieme all’assegnazione di porti lontani ha ridotto la capacità della flotta civile di effettuare interventi di soccorso, sottraendo tempo e risorse preziose alla tutela della vita di chi è in mare».
Geo Barents, tre mesi di fermo, 2.300 salvataggi in meno. Poi lo stop
La nave di Medici senza Frontiere “Geo Barents” ha interrotto le sue operazioni a dicembre 2024, «per colpa di leggi assurde e insensate, dal decreto Piantedosi del gennaio 2023 al suo inasprimento del dicembre 2024», si leggeva allora nella nota che annunciava la decisione. Da giugno 2021, aveva concluso 190 operazioni e soccorso 12.675 persone: più di 100 in ogni missione. All’inizio di quest’estate, Medici senza Frontiere ha pubblicato un rapporto (qui il link) dedicato proprio agli effetti delle restrizioni sulle missioni delle navi umanitarie: «A causa delle restrizioni – si legge – il numero di persone soccorse dalla Geo Barents è diminuito drasticamente da 4.646 nel 2023 fino 2.278 nel 2024. Geo Barents ha portato a termine fino a 13 salvataggi in una “rotazione”, prendendo a bordo 650 sopravvissuti».

Quanto queste restrizioni possano costare, in termini di vite umane, è rappresentato bene in due figure contenute nel rapporto: la prima relativa ai giorni di disponibilità della nave e a quelli persi per misure ostruttive, tra il 2022 e il 2024, la seconda relativa al calo del numero di salvataggi, dovuto proprio a queste restrizioni.
Mediterranea, 88 persone soccorse in due missioni nel 2025
La nave “Mediterranea” fa parte della flotta italiana di Mediterranea Saving Humans da maggio 2025, quando ha lasciato la flotta tedesca “Sea-Eye” per andare a sostituire la “Mare Jonio”. Solo nelle sue prime due missioni, la Mediterranea ha soccorso 88 persone. Confermando così che una missione può valere anche più di 30 vite. Ma Laura Marmorale, nel rispondere alla domanda sul costo di un fermo amministrativo, in termini di vite umane, suggerisce di invertire il ragionamento: «Secondo l’Oim, nel Mediterraneo centrale, nei primi otto mesi del 2025 sono morte 400 persone. Oltre 300 quelle che risultano disperse. Quando parliamo di persone disperse, in questo caso, si fa riferimento a persone di cui si ha notizia di una partenza, ma non di un arrivo o del ritrovamento di un corpo. Senza tema di errore, possiamo dire che i dispersi inghiottiti dalle acque del Mediterraneo Centrale, in questo drammatico conteggio, alla fine dell’anno non faranno altro che ingrossare le fila dei decessi. Tenuto conto che, in questo momento, nelle acque del canale di Sicilia non ci sono altre imbarcazioni impegnate nei soccorsi se non quelle della Flotta Civile, possiamo affermare che si tratta, per tutti, di mancati soccorsi. Soprattutto se, in quelle stesse acque, il pattugliamento è effettuato dalla cosiddetta guardia costiera libica! Quello che è successo alla Ocean Viking ieri e alla nostra nave Mare Jonio lo scorso aprile racconta in maniera plastica di che capacità o intenzione di soccorso sono capaci. Spari ad altezza uomo, respingimenti, violenze. Il numero di persone che si possono intercettare durante un’operazione di monitoraggio delle acque del Mediterraneo Centrale ha molte variabili, prima fra tutta le condizioni meteo. Con una costante per migliaia di persone: essere costrette a partire in queste condizioni. Assegnare porti lontani, con un accanimento che non trova nessuna giustificazione reale, ha come unico risultato quello di far correre verso l’alto il contatore dei morti lungo quella frontiera. Mediterranea Saving Humans, con questa nuova nave, più grande e attrezzata di Mare Jonio si mette nelle condizioni di poter accogliere un numero maggiore di persone. Indipendentemente dal loro numero, però, non cambierà la nostra priorità di portarle al sicuro nel porto più vicino e nel minor tempo possibile».
E se ci saranno altri fermi, saranno altri giorni persi, ma soprattutto decine, centinaia di vite che rischiano di non essere salvate.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.