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Reddito di cittadinanza, Acli: «Il Governo proroghi subito»

In attesa di una misura strutturale, le Acli chiedono al Governo di prorogare il pagamento delle mensilità legate al reddito di cittadinanza

di Alessio Nisi

reddito di cittadinanza
Emil Kalibradov per Unsplash

Un paese che «non misura le sue politiche sugli ultimi e sui poveri, ha fallito l’obiettivo più importante: ridurre le diseguaglianze per consentire a ognuno di vivere in dignità», è questo il durissimo giudizio delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani  – Acli, alla vigilia dell’entrata in vigore della legge 85/2023, la norma che cancella il reddito di cittadinanza. 

Il Governo proroghi il pagamento delle mensilità

Il Governo proroghi «urgentemente» il pagamento delle mensilità legate al reddito di cittadinanza, almeno fino alla fine dell’anno, intervenendo da subito con una nuova misura che tenga conto della situazione dei 6 milioni di poveri assoluti in attesa di una risposta strutturale chiedono le Acli. 

Misure contrarie ai diritti sociali

La norma in questione infatti non solo cancella il reddito di cittadinanza ma introduce misure legate alla categoria di appartenenza, che secondo l’associazione sono «contrarie al principio universalistico dei diritti sociali». 

169 mila famiglie in povertà assoluta

Le Acli esprimono preoccupazione «per le 169mila le famiglie italiane che vivono  in povertà assoluta e in condizioni di fragilità sociale e che da martedì prossimo non percepiranno più un reddito minimo che gli consentiva di affrontare le  difficoltà economiche più impellenti». A queste persone, si spiega, «non resteranno altri riferimenti che i Comuni e i servizi sociali, già provati da organici sottodimensionati e con un numero di assistenti sociali insufficienti».

Che succede ora

L’Istituto nazionale previdenza sociale spiega che i due nuovi strumenti che vengono attivati in base ai bisogni e alle possibilità di ciascuno sono il Supporto alla formazione e al lavoro e l’Assegno di inclusione.

Supporto alla formazione

Attivo dal 1° settembre 2023, prevede l’accesso a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro per le persone tra i 18 e i 59 anni.

A chi è rivolto. A partire dal 1° settembre 2023, possono beneficiare dello strumento di Supporto alla formazione e al lavoro le persone tra i 18 e i 59 anni con Isee non superiore a 6 mila euro, che siano in possesso degli ulteriori requisiti richiesti. Possono attivare il proprio percorso di formazione e attivazione lavorativa, rilasciando la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e dimostrando di essersi rivolte ad almeno tre agenzie per il lavoro o enti autorizzati all’attività di intermediazione, quale misura di attivazione al lavoro.

Assegno di inclusione

Attivo dal 1° gennaio 2024, prevede un’integrazione al reddito per le famiglie con componenti minorenni, con almeno 60 anni di età o con disabilità (come definita ai sensi del regolamento di cui al decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 5 dicembre 2013, n. 159) e per le persone in condizione di svantaggio inserite in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali.

A chi è rivolto. A partire dal 1° gennaio 2024, possono beneficiare dello strumento Assegno di inclusione le famiglie che includono componenti minori, disabili, con almeno 60 anni di età o in condizione di svantaggio accertato dall’inserimento in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali che abbiano i requisiti richiesti. Fino alla naturale scadenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2023, i nuclei familiari attualmente percettori del reddito di cittadinanza che abbiano al loro interno componenti minorenni, oltre i 60 anni o con disabilità continueranno a percepire i benefici economici della misura.

Foto in apertura Emil Kalibradov per Unsplash


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