Lavoro sociale
Riforma della disabilità e progetto di vita: quali sfide per il Terzo settore?
Qual è il ruolo del Terzo settore - associazioni, cooperative, enti gestori - nel cambiamento disegnato dalla riforma della disabilità e dal decreto legislativo 62/2024? A quali sfide è chiamato? In cosa deve cambiare? Quale contributo può portare? Sul nuovo numero di VITA un racconto a più voci

La riforma della disabilità, introdotta dal decreto legge n. 62/2024, ha imposto una profonda e articolata riflessione nelle tante anime del Terzo settore. I vari enti, cooperative sociali, associazioni di volontariato e organizzazioni varie, ciascuno con le proprie specificità, si interrogano sulle principali sfide da affrontare affinché le intenzioni non rimangano sulla carta e i diritti siano esercitabili.
Sulla strada da intraprendere c’è consenso unanime: rispondere ai nuovi bisogni e alle nuove richieste delle persone con disabilità e al loro diritto a un progetto di vita individualizzato, personalizzato e partecipato è più facile collaborando e agendo in modo collegiale. Sulle risposte pratiche ai desideri e alle aspettative delle persone con disabilità, in linea con quanto previsto dalla riforma, le soluzioni proposte sono diverse.
Nel nuovo numero di VITA abbiamo chiesto quali sono le principali novità introdotte dalla legge e i cambiamenti necessari alla sua applicazione a Vincenzo Falabella, presidente nazionale Fish e consigliere Cnel; Nazaro Pagano, presidente Fand; Giorgia Sordoni, presidente della cooperativa sociale Centro Papa Giovanni XXIII di Ancona, presidente di Federsolidarietà Marche e consigliere di presidenza di Confcooperative Federsolidarietà; Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas e Marco Zanisi, presidente della cooperativa sociale Serena di Lainate (Mi), aderente a Legacoopsociali.
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È emerso, nel complesso, il bisogno di superamento del tradizionale ruolo del Terzo settore di fornitore di servizi e la necessità di diventare attore proattivo capace di rispondere ai bisogni in evoluzione delle persone con disabilità. Servono ascolto diretto, aggiornamento continuo e adattamento dei servizi nel tempo. Innovare significa creare reti territoriali, condividere risorse e co-progettare interventi anche in assenza di sperimentazioni formali. Occorre sviluppare modelli flessibili, collaborare con le istituzioni e promuovere politiche che valorizzino l’individualità dei percorsi. Il Terzo settore, grazie alla sua vicinanza alle persone e alla capacità di innovare, può favorire inclusione e monitorare l’attuazione delle riforme. Il cambiamento è iniziato, ma richiede un impegno costante e condiviso.
Nei prossimi giorni, su Vita.it, pubblicheremo in versione estesa alcuni degli interventi più stimolanti. Siete una realtà di Terzo settore di uno dei territori coinvolti nella sperimentazione? Come state pensando di cambiare i servizi nell’ottica della riforma? Come vi state mettendo in gioco? Avete una riflessione o un’esperienza da condividere? Scrivete a s.decarli@vita.it.
Nella foto di apertura, le attività del progetto “Schizzati” di Anffas Macerata, che dall’8 al 12 giugno 2025 sarà a New York insieme alla ministra Alessandra Locatelli per la 18ma Conferenza annuale degli Stati parte della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Anffas Macerata nel 2018 ha aperto un negozio nel centro di Macerata, dove vende i prodotti artistici realizzati con la tecnica dell’action painting. Ne parliamo sul magazine di giugno.
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