Giovani
Servizio civile in agricoltura, qualcosa non torna
I ministeri dell'Agricoltura e dei Giovani varano una fase sperimentale del nuovo istituto, impegnando sette milioni di euro. Non è chiaro però se si tratta di risorse aggiuntive al Fondo nazionale del servizio civile universale e se possano accedere anche le aziende agricole for profit. Circostanza che sarebbe contra legem
di Redazione
Da Siracusa, dove è in corso il G7 Giovani, rimbalza una notizia in apparenza buona: il servizio civile in agricoltura diventa realtà. È il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida (nella foto La Presse) a darne notizia con una certa enfasi. Ma poche ore dopo arriva la risposta della Cnesc, la Conferenza nazionale enti Servizio civile, che raggruppa alcune delle principali organizzazioni accreditate con il dipartimento della Gioventù e del servizio civile. «Dovrebbe essere chiaro al ministro Lollobrigida che la legge che istituisce il servizio civile universale (Scu) permette l’attuazione dello stesso solo agli enti del Terzo settore ed enti locali accreditati all’albo Scu, e non ad aziende agricole o altri soggetti del settore profit», si legge in una diffusa nel pomeriggio. «Apprezziamo la volontà del ministero di investire su questo istituto, ma la via maestra per sostenerlo è potenziare l’unico servizio civile. Perché diventi davvero universale, è necessario investire risorse per il contingente del bando ordinario – che già offre la possibilità di svolgere servizio in numerosi settori tra cui quello dell’agricoltura sociale – anziché immaginare opportunità diverse che rischiano di avere poca attinenza col servizio civile».
I quesiti in piedi sono più di uno: per esempio, non si capisce da quali risorse arrivino i sette milioni annunciati per questa prima fase sperimentale alla quale potranno partecipare mille giovani (risorse nuove del ministero dell’Agricoltura o risorse prelevate dal già insufficiente fondo nazionale per il servizio civile?). Ancora: la norma del servizio civile universale prevede che possano accedere ai bandi gli enti non profit accreditati, comprese le imprese sociali (giusto per fare un esempio) che portano avanti iniziative di agricoltura sociale, ma certamente non le aziende agricole for profit. Insomma, il perimetro è piuttosto stretto. E la matassa tutta da dipanare.
I progetti dovranno essere presentati dagli enti interessati ad arruolare i ragazzi dal 2 ottobre 2024, quando sarà pubblicato l’avviso, sino alla scadenza del prossimo 28 novembre. L’iniziativa, frutto di un protocollo d’intesa firmato lo scorso novembre dai due ministeri, si legge nella nota ufficiale, prevede una prima sperimentazione per mille giovani dai 18 ai 28 anni, con un investimento iniziale di appunto circa sette milioni di euro messi a disposizione dai due dicasteri e si va ad aggiungere ad altre progettualità avviate negli ultimi anni in ambito digitale e ambientale. Gli enti potranno presentare i loro progetti spaziando in vari ambiti dell’agricoltura e delle realtà rurali, prevedendo attività di assistenza e terapeutiche rivolte a persone con disabilità o altri soggetti fragili, offrendo servizi, anche di tipo educativo o ricreativo, per bambini o ragazzi, oppure attuando iniziative di conoscenza, promozione e tutela dei prodotti agricoli e alimentari del Made in Italy, fino alla conoscenza e promozione dei corretti stili di vita alimentari, anche per prevenire e contrastare i disturbi legati all’alimentazione o per ridurre lo spreco alimentare e valorizzare l’economia circolare. Sarà inoltre possibile attuare iniziative di promozione e sviluppo del coworking rurale, di educazione ambientale e alimentare, a tutela della biodiversità animale e del territorio (in particolare quello forestale), valorizzando le risorse agricole e riconoscendo il ruolo multifunzionale svolto dalle imprese agricole, in particolare quelle giovanili.
«Per la prima volta i giovani potranno servire la patria con un’attività di valore agricolo», ha commentato il ministro Lollobrigida a Siracusa. «Sarà un anno a spese dello Stato, che vuole valorizzare questa attività. Il servizio civile permette a molti ragazzi di fare esperienza in tanti mondi, in agricoltura mancava questo tipo di propulsione e noi l’abbiamo voluta codificare, creando un asset specifico che permetterà ai giovani di svolgere attività in progetti che verranno disciplinati dal ministero delle Politiche giovanili al quale abbiamo conferito delle risorse. Attraverso questo progetto, intendiamo valorizzare il talento e le competenze dei giovani, offrendo loro la possibilità di contribuire concretamente alla crescita delle nostre comunità rurali. Questa iniziativa, oltre a favorire l’inclusione sociale, potrà sviluppare nuove professionalità in ambito agricolo e rafforzare il legame tra giovani e territorio. Siamo fieri di sostenere un’iniziativa che unisce impegno civico e sviluppo economico».
«Il servizio civile agricolo rappresenta una nuova e affascinante opportunità per i giovani», è invece il parere del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, assente al G7 Giovani per un problema di salute ma rappresentato da componenti del suo dicastero. «Investire concretamente e con convinzione sui ragazzi, tramite il servizio civile universale, significa rafforzare uno strumento di promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, riconoscere l’importanza della generosità sociale e nel contempo valorizzare il ruolo della politica attiva giovanile in Italia. Il servizio civile universale è un investimento sulle competenze dei giovani e sul loro futuro-presente, che si qualifica ulteriormente grazie alla riserva del 15% dei posti nei concorsi pubblici, che abbiamo istituito per legge, dedicati a chi ha fatto questa esperienza».
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