Scuola

A Pordenone c’è una cartoleria che nutre il futuro

di Sara De Carli

Quest’anno a Pordenone 233 studenti si sono riforniti a una cartoleria speciale, la cartoleria solidale della onlus Il nostro pane quotidiano. In cinque anni hanno donato 868 corredi scolastici agli studenti di famiglie in difficoltà economiche, chiedendo in cambio di farne buon uso. «Non siamo supereroi, speriamo che altri ci copino»

A Pordenone quest’anno 233 studenti, dalla scuola dell’infanzia all’università, hanno una cartoleria speciale come riferimento: la cartoleria solidale della onlus Il nostro pane quotidiano. Qui trovano quaderni, zaini, compassi, grembiuli… tutto ciò che è necessario per vivere al meglio il loro percorso scolastico, offerto alle famiglie che non hanno la possibilità economica di acquistare quanto serve per la scuola. Tutto è gratis nel senso che non si paga, ma in cambio i ragazzi e le famiglie sottoscrivono l’impegno a fare buon uso del materiale e a non sprecare quanto si è ricevuto, ad esempio riportando i grembiuli quando diventano troppo stretti. A inizio anno Il pane quotidiano fornisce agli studenti il kit completo, con tutto il materiale chiesto dagli insegnanti e durante l’anno poi continua ad alimentarlo. In cinque anni sono stati forniti 868 corredi scolastici, ciascuno del valore fra i 50 e i 150 euro.

Susanna Villa è la presidente di Il nostro pane quotidiano. L’ha fondata nel maggio 2013 fa insieme al marito e ad un gruppo di amici: «eravamo un gruppo di persone che desiderava dare risposte alla povertà, mettersi al servizio con risposte costanti. La chiesa protestante qui a Pordenone fa un’attività legata alle borse alimentari, ma mancava il pezzo non alimentare, con un centinaio di bambini da mandare a scuola», ricorda. Una raccolta di materiale scolastico fu così il primo progetto di Il pane quotidiano. «Poi faremo altro, ci dicevamo. Invece i servizi sociali comunali ci hanno fatto presente che quello scolastico era un bisogno importante, soprattutto alle superiori: non dovevamo cercare altri bisogni… Ci siamo chiesti se fosse il caso di cambiare il nostro nome, ma nel nostro nome c’è la nostra storia, che è una storia di disponibilità». La storia di Il pane quotidiano è una storia semplice, feriale, la testimonianza che anche con poche persone e poche risorse – nel caso specifico 14 soci e 5/6mila euro l’anno – si può fare la differenza per tanti. Una storia che – dice con entusiasmo Villa – «potrebbe essere replicata anche in altre città, in altri quartieri, noi non siamo supereroi, come siamo riusciti a farlo noi, altri potrebbero farlo in altri contesti. Capita che persone da altre zone d’Italia ci chiamino perché non hanno i mezzi per comprare il materiale scolastico per i figli, credo che il bisogno ci sia ovunque, il nostro è un progetto piccolo ma originale, non ne abbiamo trovati altri».

Persone da altre zone d’Italia ci chiamano perché non hanno i mezzi per comprare il materiale scolastico per i figli. Noi non siamo supereroi, come siamo riusciti a farlo noi, altri potrebbero farlo in altri contesti

Susanna Villa, presidente di Il pane quotidiano

L'anno scorso sono stati distribuiti 1.766 quaderni, 733 penne, 246 gomme, 67 zaini, 13 calcolatrici, 24 grembiuli… pennelli, colle, carta da lucido, alla cartoleria solidale c’è tutto. La cartoleria è ospitata al Collegio Don Bosco di Pordenone, due locali in comodato d’uso, di cui uno è organizzato come spazio per l’accoglienza e uno come magazzino. A settembre e ottobre il “negozio” è aperto ogni week end, per il resto dell'anno il primo sabato del mese o su appuntamento. Oltre ai soci ci sono alcuni giovanissimi volontari, per la gran parte ragazzi delle scuole superiori: qualcuno è anche in alternanza scuola lavoro. Ciascun utente ha una tessera, che suggella il patto con la Onlus: «chiedere solo quello che serve, riportare ciò che non si usa fare buon uso delle opportunità che la scuola offre», racconta Villa. «Non amo la “borsa scuola”, il kit: se posso farti scegliere, scegli. Lo zaino nuovo, lo puoi scegliere fra tre ma se dopo un anno lo hai sfasciato, scegli fra quelli usati», esemplifica.

La scheda riporta non il nome ma un codice, che consente di monitorare tutto il materiale consegnato al ragazzo, fino all’ultima penna: «ci aiuta a programmare gli acquisti, ma anche a seguire meglio i ragazzi: tre compassi rotti in pochi mesi ci hanno fatto comprendere che un ragazzino veniva bullizzato». Nel mese del compleanno, in negozio si trova una sorpresa, un pacco di pastelli in più, l’astuccio un po’ più modaiolo, un piccolo giocattolo… Tre quarti dei ragazzi arrivano su segnalazione dei servizi sociali, l’altro quarto dalle scuole, dai punti di ascolto della Caritas, o per il passaparola. Un centinaio sono italiani, gli altri sono cittadini di 25 paesi europei ed extraeuropei.

Per rifornire la cartoleria, i soci curano le migliori offerte, tutto l’anno: acquistano su ebay al prezzo più basso, comprano gli zaini su Sports Direct a meno di 10 euro l’uno, rilevano tutto il materiale con loghi e personaggi che non vanno più. A Pordenone diversi commercianti li aiutano, molti cittadini portano il materiale in buono stato, arrivano anche i primi riscontri da aziende produttrici, ad esempio per il prossimo anno scolastico 600 copriquaderni arriveranno gratis e una ditta di compassi regalerà il suo campionario. «Alcuni negozianti ci sostengono, tutti noi ci siamo ingegnati per raccogliere fondi con piccole produzione di oggetti, io faccio bijoux e biglietti, un altro socio fa ceramiche… Non ci piace aspettare un bando, non abbiamo alcun finanziamento pubblico, siamo orgogliosi anche del nostro modo di essere attivi», sottolinea Villa. E il bilancio 2017 per la prima volta permetterà di creare anche un piccolo fondo per le gite o altre piccole spese legate alla scuola, ad esempio il bus per andare a fare l’alternanza scuola-lavoro.

Attraverso il nostro impegno si dà la possibilità al genitore di provvedere al proprio figlio, è qualcosa di bello e potente, in quel momento noi siamo alleati nel dare la possibilità di provvedere ai figli

Susanna Villa

«Per un genitore è difficile non poter dotare il figlio del necessario per la scuola e per un ragazzino è brutto doversi vergognare di non avere il materiale in ordine come gli altri. Quando vengono da noi invece, accade che il genitore porta il bambino in un posto dove lui trova una risposta, in un negozio pieno di cose belle: negli occhi dei bambini si vede una luce. La sensazione è che attraverso il nostro impegno si dà la possibilità al genitore di provvedere al proprio figlio, è qualcosa di bello e potente, in quel momento noi siamo alleati nel dare ai genitori la possibilità di provvedere ai loro figli», continua Villa. La cartoleria solidale quindi non è soltanto uno spazio dove trovare quaderni e pennarelli, ma anche un luogo di incontro e di riscatto, attorno a cui ruotano diversi momenti di aggregazione per i ragazzi e per le famiglie, aperti anche a tutta la comunità come il Cercalibro per lo scambio di libri usati. «Non mi piace considerare la famiglia con pochi mezzi come l’ultimo anello della catena: è un anello, non l’ultimo», afferma Villa. «Per noi è importante vedere che le famiglie non ci percepiscono come un “bancomat di quaderni”, ma come persone. E quando ci sono relazioni, c’è onestà».

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