Storie di integrazione

Kante, da minore straniero non accompagnato ad affidatario di ragazzi come lui

di Luigi Alfonso

Kante Cheikh ha 23 anni. È arrivato da Dakar a Cremona, sognando di fare il calciatore. Oggi fa il meccanico e mette la sua esperienza a disposizione di altri ragazzini arrivati soli dall'Africa, dall'Asia e dai paesi balcanici. È l'esperienza originale promossa dalla cooperativa sociale Nazareth, che ha puntato sugli ex Msna per l'affido dei Msna

«Inseguivo il sogno di diventare un calciatore, invece sono finito a fare il meccanico… Però sono affidatario di minori stranieri non accompagnati e questa cosa, lo dico sinceramente, mi sta dando tante soddisfazioni». Kante Cheikh, 23enne originario di Dakar (Senegal), sintetizza così la sua esperienza nel nostro Paese. Respinge cortesemente l’invito a farsi fotografare, ma parla con molta cordialità.

«Sono arrivato in Italia nel 2018, per una mia scelta», spiega. «Non sono scappato, volevo soltanto trovare una vita migliore. Avevo un sogno e ho fatto di tutto per vederlo avverato. In Senegal non ho completato gli studi, pensavo soltanto al pallone. Così, una volta arrivato in Lombardia, ho fatto un provino alla Cremonese (società che si appresta ad affrontare i playoff per la promozione nella massima serie, ndr). Sono rimasto con loro un paio di settimane, ma purtroppo non è andata come speravo. Successivamente ho tentato in altre società di categorie inferiori. Quest’anno ho smesso di giocare perché gli orari degli allenamenti non erano compatibili con quelli del lavoro. E io ho bisogno di lavorare per vivere. Pazienza, per ora non posso fare diversamente».

Il calcio professionistico è rimasto un sogno nel cassetto. Ma Kante non è deluso. «Quando sono arrivato in Italia, non conoscevo la vostra lingua. Mi sono messo d’impegno per impararla. I miei familiari hanno accettato la mia scelta pur provando dispiacere e preoccupazione, ma oggi mi vedono soddisfatto di ciò che faccio. Qui non ho mai avuto problemi. Appena giunto a Cremona, ho vissuto per sei mesi in una comunità per minori stranieri non accompagnati. Dopo sono arrivato in una comunità gestita dalla cooperativa sociale Nazareth. Era il settembre del 2018. Ho studiato e ho preso la licenza media. Successivamente ho fatto un corso per meccanico, che mi ha permesso di trovare lavoro: ormai sono quasi cinque anni che ho un contratto regolare come meccanico. Poco tempo fa, invece, la cooperativa mi ha proposto di diventare affidatario di altri Msna. Ed eccomi qui».

Non sono tanti in Italia i minori stranieri non accompagnati che vanno in affido. Men che meno sono gli affidatari che alle spalle hanno a loro volta un percorso di migrazione da ragazzini. A Cremona invece hanno pensato che coinvolgere un ex Msna per farlo diventare affidatario sia un valore aggiunto. Kante, dice la coordinatrice Martina Ridi, «è un ottimo giovane, ha carisma, sa trattare con i ragazzi e ha la testa sulle spalle: caratteristiche che ci hanno spinti a fargli la proposta».

Attività al centro diurno gestito dalla cooperativa Nazareth

Di giorno Kante lavora, di sera si dedica ai suoi ragazzi. «Questa è davvero una bella esperienza di vita per me. Faccio il possibile per aiutare quattro adolescenti che arrivano da Paesi molto diversi tra di loro e distanti dall’Italia. Cerco di far capire loro come funziona qui, anche se io per primo non posso dire ancora di aver capito tutto dell’Italia. Ci vuole tempo, anche perché parliamo di culture diverse. Per integrarsi, ci vogliono impegno e due elementi fondamentali: studiare la lingua e comportarsi bene. I ragazzi vanno a scuola e, al centro diurno Giona, sono aiutati dagli educatori. Io, in qualità di affidatario, ho il compito di seguirli negli altri momenti della giornata. Abito con loro, in uno degli appartamenti Nazareth che li ospitano (da un minimo di due a un massimo di cinque ragazzi per appartamento, ndr). La sera, dopo le sei, ci ritroviamo e parliamo di tante cose, dei loro problemi, dell’andamento scolastico. Se di sera escono, devono rientrare non più tardi delle 23. Capita che mi devo occupare della loro salute e di altre necessità. Ho un carico di responsabilità, ma non mi pesa. Certo, se un domani volessi mettere su famiglia, dovrei fare una scelta di vita differente, ma per ora non c’è questa prospettiva. Sono grato alla cooperativa perché prima mi ha permesso di integrarmi, mi hanno aiutato tantissimo e ora mi ha offerto questa opportunità di restituire. Sono felice della mia vita».

La cooperativa Nazareth

I minori stranieri non accompagnati seguiti dalla cooperativa sociale Nazareth arrivano dai Balcani, da Nord e Centro Africa e dall’Asia. Storie differenti ma con una comune matrice di distacco dalla propria terra. Alcuni ragazzi scappano dal proprio Paese in guerra, alcuni (come Kante) hanno fatto una scelta condivisa con le famiglie per cercare un futuro migliore e maggiori opportunità.

«Cremona è una piccola città di provincia, è grande quanto un quartiere di Milano. Ecco perché da noi è più semplice seguire i minori stranieri non accompagnati attraverso percorsi differenti rispetto alle comunità di accoglienza tradizionali, che comunque non hanno mai perso il loro ruolo e la loro necessità», afferma Carlo Bassignani, responsabile dell’area accoglienza della cooperativa sociale Nazareth. «I ragazzi non sono tutti uguali, ognuno di loro ha un vissuto e un carattere differente dagli altri. Ci sono anche dei ragazzi più piccoli, che hanno bisogno di una presenza educativa h24. Ogni minore ha un bisogno diverso cui noi dobbiamo dare risposte. Per alcuni la comunità resta la soluzione migliore, per altri abbiamo scoperto che è possibile la via dell’affido. Molti di loro hanno dei punti di riferimento all’esterno, non hanno i genitori qui in Italia ma non sono del tutto soli. Così abbiamo iniziato a ragionare con i servizi sociali del Comune di Cremona, sviluppando le sinergie con le reti delle comunità straniere, ma non solo. Le reti parentali o amicali spesso, presenti nella bassa bresciana, nel milanese e in altri territori, consentono di superare una serie di ostacoli importanti. Dopo un primo periodo di lavoro, abbiamo trasformato la filiera dell’accoglienza e individuato le figure degli affidatari».

Carlo Bassignani, responsabile area accoglienza cooperativa sociale Nazareth

La cooperativa Nazareth è stata costituita nel 2001. Ha aperto la prima comunità per minori stranieri non accompagnati – Msna nel 2005, ma sperimenta la formula dell’affido potenziato dal luglio 2008. Un’esperienza non da poco, che pone questa realtà tra le eccellenze del settore in ambito nazionale. «Nei primi anni eravamo concentrati sulla comunità di tipo classico, che accompagna i minori sino al compimento del 18esimo anno d’età», sottolinea Bassignani. «Un lavoro che prosegue e si evolve: nell’arco di due decenni abbiamo seguito tra gli 800 e i mille minori. Oggi contiamo anche 43 posti letto in affido potenziato e dieci per il pronto intervento. Inoltre, abbiamo 18 neomaggiorenni in appartamento per l’autonomia. Lavoriamo in partnership con il Consorzio Solco e collaboriamo con una rete capillare di altre cooperative del territorio. La maggior parte dei minori di cui ci occupiamo al momento proviene dall’Egitto, ma abbiamo ospitato ragazzi giunti da tutto il mondo: un tempo arrivavano dalla Romania, che poi è entrata nell’Unione europea e dunque non rientrano più tra i msna. Numerosi arrivavano dall’Albania, ma anche da Kosovo, Gambia, Ghana, Bangladesh e Pakistan».

Credits: foto cooperativa sociale Nazareth – Cremona

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it


La rivista dell’innovazione sociale.

Abbònati a VITA per leggere il magazine e accedere a contenuti
e funzionalità esclusive