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5 per mille

Progetto Arca, il primo aiuto per i più poveri

di Rossana Certini

Persone senzatetto, famiglie in povertà, rifugiati e richiedenti asilo: da trent'anni chi vive una situazione di grande vulnerabilità può contare sugli operatori e i volontari di Progetto Arca. Beni primari come un letto, un pasto caldo e dei vestiti puliti sono il punto d'accesso per costruire insieme percorsi di autonomia e d’inclusione sociale. «Non possiamo più aspettare che chi ha bisogno venga da noi: dobbiamo essere noi ad andare dove serve aiuto» spiega il presidente Alberto Sinigallia

«Toccare con mano il bisogno è un pugno nello stomaco», racconta Marcella. È una volontaria di Fondazione Progetto Arca che con la cucina mobile di Roma distribuisce pasti in piazza di Prima Porta, sulla Cassia. «A Prima Porta la maggior parte delle richieste arriva da famiglie con bambini, mentre quando ero impegnata con l’unità di strada in via della Conciliazione incontravo soprattutto uomini soli oppure coppie. All’inizio è stato scioccante per me vedere le persone vivere in strada, ho avvertito un senso di colpa rispetto alla mia condizione privilegiata. Poi ho capito quanto era grande il bisogno e ho superato il mio blocco, rendendomi conto che aiutare loro aiuta anche me: mi fa sentire utile».

Persone senzatetto, famiglie in povertà, rifugiati e richiedenti asilo, persone con problemi di dipendenza: da 30 anni accanto a loro ci sono gli operatori e i volontari di Progetto Arca. Sempre pronti all’ascolto, a dare assistenza con beni semplici e primari come un letto, un pasto caldo e dei vestiti puliti, e ad andare oltre l’assistenza per costruire percorsi di autonomia e d’inclusione sociale. Nel 2023 i beneficiari sono stati 38.820, con 432.399 giornate di accoglienza offerte: un dato aumentato del 19% circa rispetto all’anno precedente.

Andare incontro ai bisogni

«I volontari sono la nostra forza», afferma Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca. «Pensiamo a quanto accaduto durante il Covid, quando la fame è tornata a mordere con prepotenza sulle strade: i nostri volontari non hanno mai smesso di aiutarci. In quei mesi abbiamo letteralmente “messo le ruote” alle nostre cucine per essere noi a raggiungere le persone più sole e che all’improvviso si sono trovate ancora più isolate, con tutti i servizi, come le mense per i poveri, chiusi o costretti a rallentare il servizio».

La cucina mobile di Progetto Arca (foto di Daniele Lazzaretto)

La cucina mobile non ha terminato la sua attività con la fine della pandemia. La distribuzione su ruote di cene calde e colazioni alle persone senza dimora ha raggiunto ben otto città: Milano, Varese, Torino, Padova, Roma, Napoli, Bacoli (Na) e Bari. Oggi sono 2.600 i pasti caldi e completi che la Fondazione serve ogni settimana. «Non possiamo aspettare che sia chi ha bisogno a venire da noi: dobbiamo andare noi dove serve il nostro aiuto. È questo il principio che guida il servizio di Cucina mobile, un servizio di prossimità che accoglie e ascolta, oltre a fornire un necessario sostegno alimentare a chi non può nutrirsi in modo adeguato».

Non possiamo aspettare che chi ha bisogno venga da noi: dobbiamo andare noi là dove serve il nostro aiuto. È questo il principio che guida il servizio di cucina mobile, un servizio di prossimità che accoglie e ascolta, oltre a fornire un pasto caldo

Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca

Prevenire la povertà

«In Italia, in questo momento storico, una persona su quattro è a rischio di povertà e le persone che entrano in una situazione di indigenza sono molte di più di quelle che ne escono», spiega Sinigallia. «Per questo è fondamentale agire d’anticipo, intercettare le situazioni di difficoltà prima che diventino indigenza conclamata. I nostri market solidali servono appunto a questo: a prevenire povertà ed esclusione sociale».

Nell’ultimo anno gli 8 market solidali aperti dalla Fondazione nelle città di Milano, Rozzano, Roma, Napoli, Bari e Ragusa hanno garantito più di 11.550 spese alimentari a 1.288 famiglie, per un totale di 3.897 beneficiari. «Ma il cibo», puntualizza Sinigallia, «non è solo nutrimento e la povertà alimentare è anche e soprattutto povertà di relazioni, di esperienze, è povertà di vita. Ecco perché il nostro impegno non può limitarsi a risolvere un bisogno contingente. Con le rete dei market solidali, abbiamo voluto creare nel tessuto cittadino dei luoghi che fossero belli e funzionali, dove chi ha bisogno possa anche scegliere cosa ricevere. Dove essere accolti da volti, sguardi e mani amiche. Luoghi in cui prendere una pausa dalle preoccupazioni del presente, sentirsi non più soli, ritrovare fiducia negli altri e in se stessi».

Il market solidale Progetto Arca (foto di Daniele Lazzaretto)


Moltiplicare le risposte

«Tutto quello che facciamo è possibile grazie al grande valore dei volontari che ci sostengono e di tutti coloro che devolvono a Progetto Arca il loro 5 per mille», sottolinea il presidente Sinigallia. «Le organizzazioni come la nostra sono un moltiplicatore economico del ritorno sociale dell’investimento. Abbiamo calcolato che per ogni euro che ci viene donato generiamo un valore economico di 2,5 per tutta la società. Se pensiamo che, in media, il 5 per mille di un contribuente vale circa 35 euro, si comprende come questo gesto – che al cittadino non comporta nessun costo – per noi si trasformi in una cifra importante, che possiamo investire in nuove progettualità o per migliorare quelle già avviate. Pensiamo, ad esempio, ai nostri servizi di accoglienza: Progetto Arca gestisce 146 strutture tra Centri a grande ricettività, comunità residenziali e appartamenti i cui costi sono coperti solo in parte dalle istituzioni e anche grazie ai proventi del 5 per mille possiamo garantire servizi indispensabili all’autonomia come assistenza sociale, consulenze legali, supporto psicologico, accompagnamento nella ricerca di occupazioni lavorative e, per chi lavora già, educazione economico-finanziaria volta a creare un piano di risparmio. Nel mare di bisogni che incontriamo, il 5 per mille ci permette di moltiplicare le risposte».

Le organizzazioni come la nostra sono un moltiplicatore economico del ritorno sociale dell’investimento. Nel mare di bisogni che incontriamo, il 5 per mille ci permette di moltiplicare le risposte

Alberto Sinigallia

E conclude: «crediamo che l’uomo sia una cassa di risonanza, così che tutto quello che ha intorno risuona in lui. Per questo, da alcuni anni, stiamo facendo un grande sforzo per rendere i nostri luoghi ancora più belli: le nostre case, i nostri dormitori, le nostre mense e tutti i nostri ambienti. Siamo convinti che se siamo in un ambiente bello, in noi risuona la bellezza».

Per destinare il 5 per mille a Fondazione Progetto Arca, metti la tua firma nel riquadro “sostegno degli Enti del Terzo Settore” e inserisci il codice fiscale 11183570156.


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