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Detenzione & Politica

Suicidi in carcere, Nordio stanzia cinque milioni

Il ministro della Giustizia ha firmato un decreto che prevede il potenziamento dei servizi trattamentali e psicologici negli istituti per contrastare il drammatico fenomeno. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone: «Non può bastare. C'è bisogno di garantire una disponibilità maggiore di attività e contatti con l’esterno»

di Ilaria Dioguardi

Il Guardasigilli Carlo Nordio ha annunciato di aver firmato un decreto in cui «è più che raddoppiato lo stanziamento annuale di bilancio destinato alle finalità di prevenzione del fenomeno» per prevenire i suicidi in carcere, con un fondo di cinque milioni di euro. «Si tratta di risorse senza dubbio fondamentali per migliorare l’assistenza psicologica nelle carceri che, dai dati raccolti dall’Osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione, era riconosciuta nel limite di 20 ore ogni 100 persone recluse per quanto riguarda gli psicologi, di 10 ore ogni 100 persone recluse, per quel che concerne gli psichiatri (operatori in forza alle Asl)», dice Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone.

Più attività e contatti con l’esterno

Nel 2024 sono stati già 29 i suicidi in carcere, di cui uno nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Roma. «Questo provvedimento non può bastare. C’è bisogno di garantire una disponibilità maggiore di attività, che siano lavorative, formative, culturali. Le giornate delle persone detenute vanno riempite e non passate sdraiati sul letto a guardare il soffitto o a passeggiare per la sezione. Inoltre», continua Gonnella, «vanno garantiti i contatti con l’esterno, liberalizzando le telefonate e andrebbe dato seguito alla sentenza della Corte Costituzionale in merito al diritto all’affettività, prevedendo nelle carceri anche luoghi dove siano possibili colloqui intimi». VITA ne aveva parlato QUI.

Foto di Milad Fakurian su Unsplash


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