Home Care Premium

Sul bando Inps per le persone non autosufficienti l’intervento del ministro Locatelli

Il ministero per le Disabilità, di concerto con quello del Lavoro, ha chiesto all'Istituto nazionale di previdenza sociale di rivedere la modifica al bando 2025-2028, che ha messo a serio rischio i servizi a beneficio di 35mila famiglie italiane e migliaia di posti di lavoro. Ma Federsolidarietà, Cgil e alcuni parlamentari indicano le criticità che restano ancora irrisolte

di Luigi Alfonso

«A seguito delle diverse segnalazioni ricevute, abbiamo avuto varie interlocuzioni con l’Inps per chiedere le opportune modifiche al bando Home Care Premium 2025/2028». Così il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, in merito alla vicenda che ha creato un grande subbuglio tra le cooperative sociali che lavorano nei servizi domiciliari a favore di coniugi, familiari e parenti di primo grado non autosufficienti dei dipendenti e pensionati pubblici, iscritti alla Gestione unitaria prestazioni creditizie e sociali. Una modifica non da poco, in quanto riguarda 35mila famiglie italiane.

Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità

«Ringrazio il ministero del Lavoro per la preziosa collaborazione, l’Inps e gli uffici che hanno lavorato insieme per migliorare il bando e andare incontro alle esigenze delle tante persone con disabilità e delle famiglie che usufruiscono di questa misura», interviene ancora il ministro Locatelli. «Con l’aumento dei servizi offerti e l’introduzione di ulteriori figure professionali, si garantirà un’assistenza più efficiente e soprattutto più attenta ai bisogni e alle esigenze delle persone, che è l’obiettivo delle politiche che stiamo portando avanti anche con la riforma della disabilità».

Stefano Granata, presidente di Federsolidarietà

«Esprimiamo soddisfazione per le modifiche apportate al bando Home Care da parte dell’Inps», è il commento di Stefano Granata, presidente nazionale di Federsolidarietà-Confcooperative. «Le interlocuzioni avute e le manifestazioni pubbliche messe in atto dalle nostre cooperative hanno sicuramente contribuito al raggiungimento di un importante obiettivo: evitare che migliaia di famiglie perdessero la possibilità di usufruire di servizi tanto preziosi quanti essenziali, quali gli interventi domiciliari garantiti da qualificate professionalità. Tuttavia, manca il riferimento ai soggetti che dovranno gestire i servizi, per esempio le cooperative sociali. Ci auguriamo che arrivino presto risposte su questo aspetto fondamentale». Parole pienamente condivise dal presidente di Legacoopsociali, Massimo Ascari.

Le aggiunte all’articolo 17 comma 1 del bando Home Care, in effetti, reintroducono le cosiddette prestazioni sociali, vale a dire i servizi professionali di cura e di assistenza alle persone in condizione di disabilità, finalizzati a soddisfarne i bisogni primari e favorirne il benessere e l’autonomia. Inoltre, per svolgere queste prestazioni, sono state previste le figure dell’operatore sociosanitario – Oss e dell’operatore socioassistenziale – Osa, ma non è stato chiarito se l’utilizzo di Oss e Osa potrà avvenire in forma singola o anche associata (le cooperative sono l’esempio più classico). Su questo si esprime in maniera preoccupata la Cgil nazionale.

«La reintroduzione delle prestazioni sociali rappresenta un primo risultato delle pressioni esercitate – a livello nazionale e territoriale – da sindacati, Comuni/Ats e Regioni, ma è ancora assolutamente insufficiente rispetto alle diverse richieste di modifica avanzate all’Inps», sottolinea l’organizzazione sindacale confederale in una nota diffusa in serata. «Tra le varie questioni aperte, rammentiamo che: rimane indebolito il ruolo pubblico (Ats); si conferma lo spostamento delle prestazioni verso un mercato privato delle professioni sanitarie e sociosanitarie (quindi non solo integrative ma sostitutive dei Lea); al momento è irrisolto il problema delle anticipazioni monetarie per le persone con i redditi più bassi. È evidente che il confronto con l’Inps, sul tema specifico dell’assistenza domiciliare e più in generale sulla gestione del progetto Home Care Premium, non può considerarsi esaurito».

Su questo provvedimento si esprime anche il deputato sardo Silvio Lai (Partito democratico) che, facendo seguito anche alle richieste di intervento da parte dell’Anci, aveva chiesto l’intervento del governo e la convocazione in audizione in commissione Lavoro del presidente dell’Inps: «L’integrazione del bando Home Care da parte dell’Inps recupera, anche se solo in parte, gli errori fatti nella prima edizione del bando e che avevamo denunciato con un’interrogazione firmata insieme ai colleghi parlamentari Scotto, Furfaro, Girelli, Malavasi, Vaccari», sottolinea Lai. «Tuttavia, resta il mancato riconoscimento delle attività dei caregivers, quelle figure familiari indispensabili in alcuni territori per assistere persone non autosufficienti ma che non richiedono interventi di integrazione sociosanitaria o sanitaria tout court. Sarebbe bene, a nostro avviso, che l’Inps rivedesse il bando anche recuperando i caregivers sui quali si stanno facendo passi avanti anche nel dibattito sulla legislazione nazionale, riconoscendo funzioni di cura all’interno delle famiglie, senza le quali molti nuclei familiari non potrebbero sopportare il carico della non autosufficienza. Per questo, con un’ulteriore interrogazione, chiederemo al ministro Calderone quale sia la sua posizione e se non intenda intervenire nei confronti dell’Inps per modificare ulteriormente il bando».

Credit: la foto d’apertura è di Shvets Production su Pexels

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