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Un nuovo inizio per il diritto alla casa e all’abitare

Dal 18 al 20 aprile a Bologna si svolge il Social Forum dell’Abitare: una rete di organizzazioni nazionali e locali e di cittadini presentano analisi e proposte sul diritto alla casa. Carlo Testini (Arci): "È fondamentale garantire il diritto alla casa, ma è anche importante che, intorno, ci siano quartieri, territori accoglienti, inclusivi, dove le relazioni sociali sono promossi attraverso spazi comuni, sociali. E che il tema dell’abitare abbia uno sguardo di genere"

di Ilaria Dioguardi

FOTO DI © CARLO LANNUTTI/SINTESI BARI - SAN PAOLO QUARTER

Il diritto all’abitare è al centro di una tre giorni a Bologna che richiama associazioni, sindacati ed esperti. Il Social Forum dell’Abitare è l’ultima tappa di un percorso iniziato più di un anno fa. Durante l’evento una rete di organizzazioni e di cittadini propongono, all’opinione pubblica e ai decisori politici, analisi e idee sul diritto alla casa e, più in generale, sulla ridefinizione di città e piccoli centri in funzione dei bisogni delle persone e della sostenibilità ambientale.  

Per superare la crisi abitativa

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di redigere un documento contenente un’analisi comune e una lista di proposte da avanzare alle istituzioni per superare la crisi abitativa diventata ormai strutturale. Al centro si vuole rimettere la funzione sociale del pubblico e l’integrazione della dimensione abitativa con il welfare, al fine di promuovere comunità più inclusive e sostenibili.
«Secondo noi, sono molto importanti alcune questioni legate al Social Forum dell’Abitare. In un Paese in cui si registrano un aumento della povertà assoluta, una difficoltà crescente delle famiglie (soprattutto con persone fragili a carico) di “sbarcare il lunario”, la questione della casa in affitto è urgente come luogo legato anche alla cura», dice Carlo Testini, coordinatore settore Lotta alle Diseguaglianze di Arci, Associazione Ricreativa e Culturale Italiana.

Un’attivazione dal basso

«La casa in quanto strumento per le famiglie di stare meglio in questo periodo è diventato un fattore cruciale. Nelle città il problema di trovare una casa sta diventando drammatico per le famiglie, per gli studenti, per tante fasce della popolazione. Anche noi di Arci siamo impegnati sul territorio a fare in modo che le persone stiano meglio possibile, ci siamo spesi per organizzare questo Social Forum dell’Abitare», continua Testori. «Soprattutto a livello territoriale, la cosa interessante di quest’iniziativa è stata l’attivazione nelle città di reti locali, che hanno coinvolto anche molte esperienze di occupazioni abitative, di cooperative di inquilini, di sindacalismo di base legato alla casa. Ci sembra molto interessante quest’attivazione dal basso per il tema dell’abitare».

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La dimensione complessiva dell’abitare

«Un altro punto che merita attenzione riguarda la qualità dell’abitare in senso lato. È fondamentale garantire il diritto alla casa, ma è anche importante che intorno alla casa ci siano dei quartieri, dei territori accoglienti, inclusivi, dove le relazioni sociali sono promossi attraverso spazi comuni, spazi sociali», prosegue Testori. «La dimensione complessiva dell’abitare in una città, in un quartiere è un altro elemento importante che dovrà venire fuori dal Social Forum dell’Abitare. Il documento che presentiamo durante questa tre giorni (QUI le misure avanzate dai promotori) è il punto di partenza, lo aggiorniamo con le proposte che vengono fuori durante l’iniziativa a Bologna, poi proporremo un’agenda nazionale che parte da questa nostra iniziativa».

Le città sono state costruite sulla base di uno schema in cui l’uomo andava a lavorare e tornava la sera, mentre la donna si occupava del lavoro di cura, della famiglia. Tutto questo è cambiato radicalmente negli ultimi decenni. Bisogna ragionare intorno al tema di come ripensare le città

Uno sguardo di genere

Un’altra questione da affrontare è «l’approfondimento del tema dell’abitare con uno sguardo di genere. Molte analisi mettono in luce come le città sono state costruite sulla base di uno schema in cui l’uomo andava a lavorare e tornava la sera, mentre la donna si occupava del lavoro di cura, della famiglia. Tutto questo è cambiato radicalmente negli ultimi decenni», afferma Testori. «Bisogna ragionare intorno al tema di come ripensare le città, quindi anche l’abitare in senso lato, per fare in modo che si prenda atto di queste trasformazioni sociali e che, quindi, si affrontino i nodi sui servizi sociali, sulla mobilità delle persone, sui servizi all’infanzia e alla prima infanzia, allo scopo di aiutare questa trasformazione sociale ad essere sostenibile da tutti i punti di vista».

Tanti temi nel programma

Durante il Social Forum dell’Abitare (QUI il programma) vengono approfonditi molti punti: un piano pluriennale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale, un programma di riqualificazione del patrimonio pubblico e privato in un processo di rigenerazione urbana, la piena operatività dell’Osservatorio nazionale e di quelli territoriali sulla condizione abitativa, lo stop alla dismissione degli immobili pubblici. E ancora: la regolamentazione del mercato degli affitti brevi e delle locazioni private attraverso la leva fiscale, la realizzazione di studentati pubblici e l’implementazione di aiuti a studenti fuorisede. Si parla anche della riforma del welfare abitativo, per semplificare l’accesso ai contributi pubblici, rafforzare le Agenzie sociali per la casa e potenziare il sistema delle politiche sociali.

Duecento realtà aderenti

L’iniziativa è promossa da Agevolando, Alta Tensione Abitativa, Arci, Cgil, Chiediamo Casa Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), Comitato Abitare in via Padova, Comunità San Benedetto al Porto, Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora (fio.Psd), Forum Cambiare l’Ordine delle Cose, Forum Disuguaglianze e Diversità, Gruppo Abele, Legambiente, Nuove Ri-Generazioni, Ocio Venezia, Rete Nazionale Coabitare Solidale, Solid Roma, Spin Time Labs, Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari (Sunia), Unione degli Universitari (Udu), Unione Inquilini. Le realtà aderenti sono circa duecento, ma la rete è aperta anche alla partecipazione individuale di attivisti, studiosi e cittadini.

La foto in apetura è di Carlo Lannutti per Agenzia Sintesi e mostra palazzi del quartiere San Paolo a Bari.  


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