Bari
“L’albero del riccio”, il libro tattile realizzato dai detenuti del carcere di Turi
La versione sensoriale, con inserti in Braille, della fiaba scritta da Antonio Gramsci è la prima opera realizzata a mano dal gruppo di ristretti che hanno partecipato al progetto “conTatto”, ideato dalla cooperativa sociale Zorba e dalla casa editrice edizioni la meridiana. L’obiettivo è di creare un laboratorio permanente di realizzazione di libri tattili illustrati all’interno del penitenziario per offrire occasioni di lavoro

C’è chi nel giro di qualche settimana ha imparato a leggere e a scrivere il Braille, punteggiando a mano o battendo a macchina e adesso si chiede come poter certificare questa competenza acquisita per spenderla nel mercato del lavoro una volta scontata la pena. C’è chi ritaglia il feltro, chi rintaglia forme sulle pagine, chi dipinge, chi si occupa della rilegatura. Ognuno fa la sua parte, ognuno lascia il proprio segno. Perché il laboratorio per la realizzazione dei libri tattili che si sta svolgendo nella casa di reclusione di Turi coinvolgendo un gruppo di detenuti, è molto più di un progetto. È uno sguardo verso il futuro, verso nuove opportunità, verso abilità e professioni destinate a fare “conTatto”, come il nome del percorso che dall’aprile dello scorso anno la cooperativa sociale Zorba e le edizioni la meridiana portano avanti grazie a un finanziamento dell’Ufficio del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Puglia e il coordinamento formativo di Fabio Fornasari, esperto di laboratori tattili e multisensoriali.

Il primo libro tattile con inserti in Braille che hanno realizzato i detenuti coinvolti nel progetto si intitola “L’Albero del riccio” e non è affatto una scelta casuale. «È la storia epistolare che dà il nome alla raccolta di lettere che Antonio Gramsci scrisse alla moglie Giulia e i suoi figli, Delio e Giuliano, durante la sua lunga detenzione seguita all’arresto nel 1926. Gramsci, infatti, trascorse nel carcere di Turi oltre cinque anni, dal 1928 al 1933, in seguito alla condanna da parte del Tribunale speciale per la difesa dello Stato fascista. Non rivedrà più i suoi bambini, lasciati in tenerissima età, ed è proprio attraverso la scrittura che trova ugualmente il modo di essere presente nelle loro vite» spiega Elvira Zaccagnino, direttrice della casa editrice edizioni la meridiana. Guidati da Fabio Fornasari, quindi, i detenuti sono stati formati per diventare esperti nella realizzazione di libri che tutti, a partire dalle persone con difficoltà cognitive o linguistiche, possono sfogliare e leggere.
Guidati da Fabio Fornasari i detenuti sono stati formati per diventare esperti nella realizzazione di libri che tutti, a partire dalle persone con difficoltà cognitive o linguistiche, possono sfogliare e leggere

«Il sogno di cambiare la propria vita facendo qualcosa di buono a chi ne ha bisogno. La mia potrebbe essere stata effettivamente una vocazione, avendo amato direttamente ed indirettamente bambini e adulti con diverse disabilità. Mi sono ritrovato una caratteristica riferita alle mie mani, una perfetta manualità con tutti i tipi di strumenti immaginabili» ha scritto E., uno dei detenuti che ha realizzato il libro tattile e in Braille, condividendo le sue emozioni all’interno del laboratorio di scrittura creativa che segue sempre nel penitenziario di Turi. E. è riconosciuto da tutti come il Poeta delle mani, perché in questo cammino ci ha messo davvero l’anima, ha coordinato il gruppo, ha contribuito a dare forma a tutte le creazioni effettuate. «È stato facile metterci cuore, impegno e determinazione per realizzare il libro tattile “L’albero del riccio”, interamente realizzato con materiali certificati dall’Unione Europea. Sono ritagliati, scolpiti, modellati, dipinti a mano, cuciti, assemblati, incollati in modo tale che chi dovrà leggerli con il tatto potrà farlo quante volte vorrà».

Per realizzare “L’Albero del riccio”, dunque, hanno lavorato con fogli colorati, carta da forno e in alluminio, cartoncini, tessuti, tappetini in feltro, pannolenci morbidi canapa, rafia, diversi tipi di colla, tempere acriliche e tanti altri materiali differenti. Ma soprattutto con le loro mani, il loro impegno, la loro voglia di farcela. Non solo. Perché sono stati gli stessi ristretti ad effettuare il passaggio di nozioni e competenze ai nuovi arrivati nel gruppo, a chi si è inserito in un secondo momento. Di conseguenza, ogni libro è un’opera d’arte unica, originale, inimitabile. Come le vite di chi lo ha realizzato, che anche attraverso questo laboratorio cercano un percorso di risocializzazione nella comunità, per sentirsi ancora parte integrante di essa.

«Il progetto si concluderà a settembre. Il nostro obiettivo» rileva Zaccagnino «è di costituire un laboratorio permanente di realizzazione di libri tattili tra le mura del penitenziario di Turi, per offrire ai detenuti un’occasione di lavoro e di speranza». Per questo, adesso, entra in gioco la fase più ambiziosa del progetto. «A 14 mesi dall’avvio del laboratorio, sono state donate le prime dieci copie realizzate ad associazioni, scuole e biblioteche che hanno risposto ad una call. Ora, però, è possibile ordinare ed acquistare il libro, non come semplice gesto di solidarietà, ma come investimento di una comunità che si prende carico di queste persone per sostenere il loro processo di inclusione e di futuro» evidenzia Zaccagnino. «Ogni copia sarà realizzata dai detenuti e spedita entra trenta giorni dall’ordine e darà modo di contribuire al mantenimento del laboratorio permanente per realizzare altri libri sensoriali».
Il nostro obiettivo è di costituire un laboratorio permanente di realizzazione di libri tattili tra le mura del penitenziario di Turi, per offrire ai detenuti un’occasione di lavoro e di speranza
Elvira Zaccagnino, direttrice edizioni la meridiana

Ricci, uccelli, tartarughine, formiche, cani, bisce. Ogni pagina alterna alle suggestive ambientazioni modellate dalle mani dei novelli artigiani, parti di racconto in Braille e la versione tattile accompagnata dal testo della lettera di Antonio Gramsci, semplificata e stampata con font ad alta leggibilità EasyReading®, con la «consapevolezza di donare un sorriso ai non vedenti, ipovedenti e autistici» conclude il Poeta delle Mani che non manca di ringraziare per l’opportunità ed il sostegno ricevuto Nicoletta Siliberti e Adriana Bottiglieri, rispettivamente direttrice e responsabile dell’area trattamentale della casa di reclusione di Turi.


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