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Banche di territorio

Calabria: microcredito, grande impatto

Sostenere l’imprenditorialità del territorio. Rivitalizzando le proprie origini con uno sguardo ai giovani che non vogliono andarsene. Succede con le attività di microfinanza messe in atto dal Credito Cooperativo Mediocrati. Ne parliamo con il presidente della banca, Nicola Paldino

di Nicola Varcasia

Parliamo di progetti in atto per 16 milioni di euro complessivi, di cui 8,7 milioni negli ultimi tre anni, con oltre 600 pratiche lavorate. Il microcredito in Calabria, in particolare nel cosentino, è una realtà. A crederci, anche confrontandosi in modo dialettico con i “maestri della finanza” europei, è il Credito Cooperativo Mediocrati. Una banca che opera in questo territorio da oltre un secolo, sulle orme del fondatore della cassa rurale creata da don Carlo De Cardona nel 1906. Approfondiamo il tema con il presidente Nicola Paldino.

Presidente, quando parte la vostra progettualità con il microcredito?

L’apripista è stata la campagna Voglio restare, realizzata a partire dal 2009 assieme ai Confidi e alla Camera di commercio. Serviva per trattenere i nostri giovani qui in Calabria presentando progetti fino a 50mila euro, ottenuti a tassi agevolati e, grazie all’ente camerale, con la garanzia dei Confidi.

Cosa vi ha insegnato quella prima esperienza?

È servita per capire che dovevamo continuare a lavorare in quella direzione, strutturando un’offerta di microcredito e microfinanza per poter rispondere in modo più sistematico ai bisogni di quella fascia di persone che non rientrano pienamente nelle categorie della cosiddetta bancabilità.

Com’è proseguita questa attività?

Da allora abbiamo sviluppato progetti per 16 milioni di euro complessivi, di cui 8,7 milioni negli ultimi tre anni, con oltre 600 pratiche lavorate. Oggi, infatti, il nostro microcredito è strutturato con quattro modalità. Abbiamo stretto rapporti con l’Ente nazionale di microcredito, per progetti finanziati fino a 50mila euro e che, da solo, vale cinque milioni di euro. Con la Diocesi di Cosenza e Bisignano finanziamo invece microprogetti di credito sociale fino a 15mila euro nell’ambito della campagna Il seminatore, che pure ha dato belle soddisfazioni per iniziative imprenditoriali nate in piccolo e poi sviluppatesi anche dimensionalmente.

Quali sono le altre due modalità?

Abbiamo aderito al progetto Resto al sud, dedicato a investimenti e spese per il capitale circolante di imprese che si avviano o intendono strutturarsi – e che consente finanziamenti anche fino a 200mila euro – e, infine, con l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare – Ismea finanziamo progetti nel settore agricolo fino a 62 mila euro.

Qual è il significato del microcredito e della microfinanza per la vostra attività?

È un ritornare alle origini, che ci restituisce il legame con il territorio per cui siamo nati 118 anni fa come cassa rurale fondata da don Carlo De Cardona, un sacerdote illuminato. Oggi, in un’epoca totalmente diversa, con i ben noti vincoli imposti dal sistema bancario a livello europeo, vogliamo preservare uno spazio che ci possa legare alle nostre origini e ci consenta di considerarci ancora banca di comunità.

Al di là di questi vincoli, quali sono le altre sfide che questo strumento vi pone per poterlo sviluppare e adeguare ai tempi anche nei prossimi anni?

L’Europa stessa, è giusto ricordarlo, ci ha dato delle opportunità. Nel 2012 Bcc Mediocrati è stata la prima banca italiana a ricevere i finanziamenti dell’Unione Europea nell’ambito del programma Progress, accedendo anche ad una specifica formazione comunitaria sul microcredito. Ma abbiamo voluto distinguerci perché, mentre noi pensavamo di applicare tassi agevolati per questo tipo di operazioni di rilievo sociale, nella formazione ci veniva indicato il contrario.  

La copertina del focus book della serie “Geografie Meridiane” dedicato alla Calabria

Com’è andata a finire?

Come accennavo, eravamo stati la prima banca italiana ad avere accesso a questi fondi europei ed è stata una grande soddisfazione che abbiamo anche pubblicizzato. Abbiamo collocato 4,5 milioni di euro. Siamo rimasti alla nostra idea di applicare tassi agevolati perché pensiamo che la microfinanza debba servire a chi ha necessità di intraprendere un’attività.

Come sta l’economia calabrese e il vostro territorio in particolare?

L’economia calabrese, come è ben noto, si basa essenzialmente sull’edilizia. Pur con tutte le negatività che ha comportato, il superbonus 110%  ha dato un impulso importante allo sviluppo edilizio del nostro territorio e calabrese in generale, con tante famiglie che ne hanno tratto un beneficio.

Nei prossimi mesi?

La speranza concreta è il Pnrr. Se si riusciranno a mettere a terra tutti i progetti del Piano per l’economia calabrese si produrranno buoni risultati. Tanti comuni, anche piccoli, stanno già facendo gare d’appalto per rimodernare i centri storici e le piazze, molti cantieri sono avviati, c’è da sperare che questo trend possa continuare.

Gli imprenditori sono fiduciosi?

La nostra ricerca economica annuale, che realizziamo con Demoskopika, ha fatto emergere un dato importante sulla fiducia delle imprese: nel 2023 l’indice medio di fiducia generale, per la prima volta, ha fatto segnare un trend positivo di crescita, salendo di 12 punti fino a 102,5. Gli imprenditori sono perciò fiduciosi che il futuro possa essere più roseo del passato e del presente. Ma questa fiducia emerge soprattutto dal Pnrr.

E il turismo?

Da noi sta crescendo, abbiamo 800 chilometri di coste in tutta la Calabria e 400 solo nella nostra provincia di Cosenza, senza dimenticare le montagne, dall’Aspromonte, alla Sila, al Pollino che non sono ancora pienamente valorizzate. Notiamo che la Regione Calabria sta spingendo – forse un po’ in ritardo – proprio sul turismo e il 2023 ha dato buoni risultati, con una crescita della presenza turistica sulle coste. Purtroppo, però, è una crescita limitata ai mesi di luglio e d’agosto. Non si vede ancora la capacità di sviluppare una stagione turistica allargata, da aprile a ottobre, tranne qualche sporadica presenza a Tropea.  

Come vede il ruolo dell’imprenditorialità femminile in Calabria?

Le donne che fanno impresa sono delle mosche bianche. Ci sono delle imprenditrici che hanno dato la svolta su alcune attività, penso a Pina AmarelliGloria Tenuta, però si contano sulle dita di una mano. Non vedo un fermento del mondo femminile, contrariamente a quello che succede nella nostra banca, dove la presenza femminile svolge ruoli importanti e il 45% del Cda è donna.

Foto in apertura: Scott Graham da Unsplash