Non profit
Puglia, approvata la legge regionale che valorizza il Terzo settore
Il Consiglio regionale pugliese ha approvato il disegno di legge per la promozione e valorizzazione del Terzo settore, che coinvolge circa 8.700 enti e quasi 300mila persone, tra volontari e operatori. L’obiettivo è di rafforzare il rapporto con la pubblica amministrazione, mettendo in risalto l'istituto dell'amministrazione condivisa e le attività di co-programmazione e co-progettazione

Il Terzo settore di Puglia fa festa per l’approvazione di una legge che aspettava da tempo. Un disegno di legge nato dal basso, dal confronto, dall’ascolto dei territori e di chi in questo settore opera tutti i giorni e adesso si ritaglia il ruolo di forza trainante in termine di gestione dei servizi, di accesso al welfare e partecipazione condivisa. L’approvazione definitiva, ieri pomeriggio in Consiglio regionale, dell’attesa legge “Disposizioni in materia di promozione dell’attività degli enti del Terzo Settore” è frutto di un lungo cammino concertativo. «È il giorno della gioia. È una legge che contribuisce a creare ordine in un comparto che ha numeri molto importanti sia per quanto riguarda gli enti del Terzo settore afferenti al Runts, il registro unico, sia per tutto ciò che questi enti movimentano in termini di coinvolgimenti dei cittadini e delle cittadine, perché parliamo di una platea di quasi 300mila persone: 45mila operatori e 250mila volontari impegnati in circa 8.700 enti, tra organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti filantropici, imprese sociali ed altro. A questi numeri va aggiunta tutta la fascia di non profit di frontiera, che man mano sta trasmigrando nel Runts, che contribuirà a far crescere questi dati». Davide Giove è il portavoce del Forum del Terzo settore di Puglia, che sin dall’inizio delle prime discussioni sul disegno di legge si è seduto al tavolo di confronto con il dipartimento Welfare e la rete dei Centri per il sevizio al volontariato.

La legge, approvata all’unanimità con 28 voti favorevoli, si inserisce nel percorso della riforma nazionale del Terzo settore, avviata con la legge delega n.106/2016. Il testo si articola in cinque Titoli e ha come obiettivo l’adozione di una legislazione organica di attuazione del codice del Terzo settore, focalizzando in particolare l’attenzione sul rapporto fra pubblica amministrazione e Terzo settore. «Questa legge è molto importante per due motivi in particolare. Intanto, perché preme molto sull’istituto dell’amministrazione condivisa, che assicura il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione. La scrittura, come per esempio quella dei Piani sociali di zona, spinge molto gli enti locali verso questo tipo di strumento, anche perché i bisogni stanno cambiando e gli enti del Terzo settore hanno più esperienza e competenza per intervenire in determinati contesti. Inoltre, la norma istituisce l’Osservatorio dell’amministrazione condivisa, che coincide con il tavolo del Terzo settore, la cui legge stabilisce i criteri di composizione in maniera netta» evidenzia Giove. «Per noi questi due elementi sono molto importanti perché l’amministrazione condivisa in alcuni territori non è decollata, in altri è decollata male e in altri ancora è decollata bene. Con la nuova legge, non avremo più questa macchia di leopardo che cambia a seconda delle aree, ma i cittadini potranno contribuire in modo concreto e sostanziale al disegno e all’attuazione delle politiche nelle proprie comunità. La norma, quindi, aiuta ad avere una legislazione più omogenea, in grado di superare approcci emergenziali e di riconoscere il ruolo del Terzo settore nell’ambito della relazione con gli enti territoriali».
La legge preme sull’istituto dell’amministrazione condivisa, che assicura il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione
Davide Giove, portavoce Forum Terzo settore Puglia
Il no profit in Puglia si occupa di cultura, sport, ricreazione, assistenza sociale, protezione civile, istruzione e ricerca, filantropia, sanità, sviluppo economico, coesione sociale, servizio civile, cooperazione e solidarietà internazionale ed è in grado di incidere nella qualità della vita delle persone più fragili, offrendo risposte ai bisogni delle comunità anche attraverso percorsi di innovazione culturale, economica e sociale. «Il tema della valutazione dell’impatto ci sta molto cuore. Deve essere superata la logica per cui il privato sociale sostituisce il servizio pubblico. La nostra idea di impatto è generativa e lo diciamo anche con i numeri: abbiamo calcolato che ogni euro di risparmio fatto male aumenta i costi di 1,60 euro. Se io appalto male un servizio, ho risparmiato un euro che poi mi torna indietro come un boomerang che mi costa 1,60 euro. Il lavoro deve essere buono e di qualità, bisogna rispettare chi lavora nel Terzo settore».

Istituzionalizzare la co-programmazione e co-progettazione, rafforzare la sussidiarietà orizzontale come leva politica, accompagnare e sostenere gli Ets in percorsi di innovazione e prossimità, sono solo alcuni dei punti di forza della nuova legge. La norma, infine, promuove anche i Csv – Centri di servizio per il volontariato pugliesi – nel loro fine di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo ed informativo per promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari sul territorio regionale. «Il dipartimento welfare dal primo momento ci ha aperto le porte di questa discussione. Siamo stati coinvolti sin dall’inizio, siamo potuti intervenire nella prima bozza, abbiamo potuto emendare, partecipare ai vari incontri. La nostra è una rete» conclude Giove «che tiene dentro le trenta principali sigle associative e cooperative della regione. Siamo arrivati al momento finale con una sola voce, frutto di discussione e confronto, e tutti i nostri emendamenti sono stati accolti». Soddisfatta del risultato ottenuto anche Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia, che nei tavoli di confronto ha favorito la partecipazione attiva del Forum del Terzo settore e della Confederazione regionale dei Csv per il volontariato della Puglia. «Questa legge rappresenta una tappa cruciale per accompagnare, sostenere e rendere ancora più incisiva l’azione degli enti del Terzo settore, valorizzando esperienze, competenze e prossimità ai territori».

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