Migranti
Puglia, dove un tutore segue anche dieci minori stranieri non accompagnati
Sono circa 600 i msna presenti in regione, soprattutto nelle province di Lecce e Foggia, ma il numero dei tutori volontari è carente. L’associazione pugliese dei tutori volontari, nata un anno fa, opera per garantire tutela e inclusione dei minori. Il punto con Vincenzo Tritto ed Elma Placido

«Il tutore volontario non è solo un rappresentante legale: è un punto di riferimento umano, un ponte verso l’integrazione e la cittadinanza attiva, un adulto che si prende cura, in modo unico e personale, del futuro di un giovane. Non esiste un solo modo per essere tutore, così come non esiste un solo modo per essere genitore. Ma è certo che nessuno può farlo per dieci ragazzi alla volta: eppure, in Puglia, è successo anche questo, per carenza di figure formate». Vincenzo Tritto è il presidente dell’associazione Tutori Msna Puglia, nata poco più di un anno fa grazie alla disponibilità e all’impegno di un gruppo di tutrici e tutori volontari di minori stranieri non accompagnati. Del resto, in Puglia i numeri parlano chiaro e fanno capire quanto sia necessaria la figura di questi cittadini che affiancano e guidano i Msna provenienti da contesti difficili e che giungono in Italia senza un adulto di riferimento.

Secondo i dati aggiornati al 31 aprile 2025 dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in Puglia sono accolti 595 Msna. Si trovano soprattutto in provincia di Lecce (153), seguita da quella di Foggia (147), Brindisi (138), Bari (98), Taranto (45) e Bat (14). Sono soprattutto maschi (92,11%), in particolare minori tra i 16 (25,04%) ed i 17 anni (54,79%) ad essere presenti in tutti i territori pugliesi. Arrivano da Burkina Faso, Mali, Bangladesh, Senegal, Pakistan, Camerun, Eritrea e così via. Sono accolti nelle comunità educative, in quelle famigliari, nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria), nei Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara). Numeri importanti che ricordano come dietro a percentuali e dati ci siano dei nomi, delle storie, delle vite a cui è importante offrire consigli e supporto per facilitare i processi di inclusione sociale, culturale e lavorativo. Per questo, il sodalizio nel suo primo anno ha lavorato per farsi conoscere, per sensibilizzare e per formare nuovi tutori al fine di rafforzare il numero di questa figura fondamentale, perché la Puglia presenta una «forte carenza di tutori volontari, che costringe spesso a ricorrere ad altri albi, come quello degli avvocati, per coprire i numerosi incarichi di tutela» aggiunge Tritto.
La Puglia presenta una forte carenza di tutori volontari, che costringe spesso a ricorrere ad altri albi, come quello degli avvocati, per coprire i numerosi incarichi di tutela
Vincenzo Tritto, presidente associazione Msna Puglia
Al momento, infatti, risultano circa 150 tutori attivi al Tribunale per i minorenni di Bari, che abbraccia anche la provincia di Foggia, 59 quelli a disposizione della sede giudiziaria di Lecce e 18 a Taranto. Anche per questo, l’associazione si è presentata e fatta conoscere da tutte le istituzioni che interagiscono con il ruolo dei tutori. «Siamo passati da 15 a 30 soci, e grazie all’ultimo corso organizzato dal Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza», evidenzia Tritto. «Oggi contiamo circa 60 iscritti: numeri importanti, se consideriamo che ogni nuovo tutore rappresenta una possibilità concreta per un ragazzo solo di trovare un riferimento umano». Eppure, c’è ancora molta strada da fare, per garantire un rapporto di uno a uno tra minore e tutore.

«Un tutore può accettare la nomina per un massimo di tre minori, a meno che non ci siano delle situazioni emergenziali. Queste situazioni emergenziali mi hanno fatto dire sì fino a nove minori, perché sono consapevole che se rinuncio al mio ruolo il minore perde del tempo prezioso, il Tribunale deve emettere un altro decreto per nominare un ulteriore tutore. Tutto questo, va a discapito del ragazzo, del suo percorso di vita, del suo futuro. La maggior parte dei Msna hanno 16 e 17 anni, per cui il tempo è prezioso, soprattutto per quanto riguarda la richiesta del permesso di soggiorno. Essere tutori non è una cosa semplice però se noi mettiamo al centro di tutto la loro vita sicuramente il compito diventa più agevole prezioso».
Elma Placido non si è mai tirata indietro ed oggi gira in lungo e largo la Capitanata in qualità di tutrice volontaria di nove minori stranieri non accompagnati. «Qualcuno è su Foggia, uno a Torremaggiore, uno ad Accadia, tre nel Cas di San Giovanni Rotondo, uno a Napoli».
È importante creare una buona relazione con loro, per aiutarli nel percorso scolastico o nel cercare un lavoro per quando saranno autonomi
Elma Placido, tutrice volontaria

Dopo aver vissuto un’esperienza di volontariato in Perù tra persone e bambini indigenti presso le case salesiane dell’Operazione Mato Grosso, appena rientrata in Italia Placido presentò domanda per svolgere l’anno di servizio civile al Villaggio don Bosco, una casa in agro di Lucera che accoglie minori in difficoltà. Le storie dei minori che ha incontrato l’hanno travolta, indicandole nuove prospettive di servizio in favore dei più fragili, dei più piccoli. Non a caso, insieme a suo marito Enzo ha adottato anche un bambino e si sono messi a disposizione come famiglia affidataria. «Lavorare come educatrice mi ha fatto conoscere i minori da vicino e fatto capire l’importanza del ruolo del tutore volontario nelle loro vite. È importante agire sulla parte burocratica relativa ai documenti prima che compiano 18 anni e creare una buona relazione con loro, per aiutarli nel percorso scolastico o nel cercare un lavoro per quando saranno autonomi» evidenzia Placido, che da tre anni svolge il suo ruolo di tutrice, anche fuori regione.
Lavorare come educatrice mi ha fatto conoscere i minori da vicino e fatto capire l’importanza del ruolo del tutore volontario nelle loro vite
Elma Placido, tutrice volontaria
«K. dopo essere scappato da una comunità per minori foggiana è stato ritrovato in Campania. Ho ritenuto opportuno tenere la tutela perché, seppur prossimo alla maggiore età e distante dalla mia città, era sprovvisto di documenti. Purtroppo, avendo un processo in atto, è stato trasferito per poco tempo presso l’Istituto penale per minorenni di Nidisa e poi è stato collocato in una comunità minorile penale che rientra nel sistema salesiano», racconta Placido. «Ho sempre seguito il suo caso, non l’ho mai abbandonato, altrimenti il Tribunale avrebbe dovuto nominare un altro tutore e questo avrebbe ulteriormente danneggiato la vita del ragazzo. La storia di K. è molto importante per me, è davvero simbolica. Perché è la storia di un giovane resiliente, che nonostante le varie fragilità oggi ha intrapreso un tirocinio di formazione presso un parrucchiere. È importante essere presenti come tutori come è importante avvalersi di una nutrita rete amicale e territoriale per poter supportare questi minori nel loro complicato percorso di integrazione in Italia».

Per questo, l’associazione opera per costruire legami e formare nuovi tutori. «Grazie a un contatto con una studentessa dell’Università del Salento che stava lavorando a una tesi sui minori stranieri non accompagnati, abbiamo avviato un prezioso dialogo con la professoressa Eliana Augusti, referente del corso di laurea magistrale Governance Euromediterranea delle Politiche Migratorie. Da quel confronto» interviene il presidente Tritto «è nata l’idea, oggi realtà, di organizzare per la prima volta un corso per aspiranti tutori nella sede universitaria di Lecce. Una sfida ambiziosa in un territorio dove i tutori volontari sono ancora pochissimi e la conoscenza del ruolo quasi assente. Il corso sarà aperto a tutta la regione e potrà essere seguito anche online, ma l’obiettivo principale resta quello di coinvolgere i cittadini salentini e accendere anche lì una scintilla di cittadinanza attiva».

La stessa scintilla che Placido si augura possa contagiare anche la Capitanata: «Quella di Foggia è la terza provincia più estesa d’Italia ed è composta da 61 comuni. Molti luoghi sono distanti da raggiungere e la carenza di tutori volontari si fa sentire. Per questo, come associazione cerchiamo collaborazioni con l’Università o altri enti per far partire, sulla scia di quanto sta accadendo con l’Ateneo salentino, un nuovo corso di formazione sul territorio che potrebbe favorire l’adesione di nuovi tutori e tutrici».
Intanto, una risposta di non poco conto per supportare l’operato dei volontari e sostenerli a livello economico è stata la sottoscrizione del Vademecum sulle modalità di rendicontazione dei rimborsi/attività, in favore dei tutori volontari dei minori stranieri non accompagnati in Puglia, frutto di un lavoro sinergico tra l’Ufficio del Garante regionale dei diritti del minore, il Tribunale per i minorenni di Bari e le Prefetture di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia.

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