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Ambiente

Salento, un circuito per auto al posto di 200 ettari di bosco

Il progetto della casa automobilistica Porsche prevede l’abbattimento di circa 200 ettari di area boschiva e macchia mediterranea. Italia Nostra sezione Sud Salento chiede alla Regione Puglia la sospensione, mentre i comuni interessati di Nardò e Porto Cesareo restano in silenzio

di Emiliano Moccia

L’ampliamento della pista automobilistica della Porsche al posto di circa 200 ettari di area boschiva e macchia mediterranea. Un danno alla fauna e alla flora che rischia di avvenire nel silenzio delle istituzioni, anche se cittadini e associazioni ambientaliste stanno facendo di tutto per fare rumore ed attirare l’attenzione. Come Italia Nostra sezione Sud Salento, che qualche giorno fa ha richiesto la sospensione della delibera di Giunta regionale n. 1096 del 31 luglio 2023 e del successivo decreto del presidente Michele Emiliano n. 537 del 20 novembre dello scorso anno. Al centro della disputa, infatti, c’è l’approvazione dello schema di accordo di programma tra la Regione Puglia, Porsche Nardò Tecnical Center (Ntc), i comuni di Nardò e Porto Cesareo e il Consorzio Asi della provincia di Lecce per l’attuazione del piano di sviluppo industriale presentato dalla Ntc con cui realizzare diverse opere nelle aree coinvolte. Come il centro di elisoccorso attrezzato con eliporto e annesse strutture sanitarie da integrare nel sistema sanitario regionale per fronteggiare le emergenze e garantire la sicurezza sanitaria con particolare riferimento al Salento. E soprattutto, l’ampliamento del circuito di collaudo, con nove nuove piste finalizzate ad ampliare le possibilità di testing, nonché edifici tecnici e di appoggio ad alcune delle piste di prova, edifici amministrativi e di servizio, e un nuovo centro di logistica e manutenzione.

Un manifesto di protesta contro l’intervento

Per realizzare questo intervento, però, sarà sacrificato gran parte del bosco d’Arneo, situato in un’area di notevole importanza naturalistica, interessata da vincoli ambientali, che comprende due siti di interesse comunitario: “Palude del Conte – Dune di Punta Prosciutto” e “Porto Cesareo”, fondamentali per la conservazione degli habitat naturali e delle specie animali e vegetali di interesse comunitario. «L’entità   della   superficie   interessata   dalla vegetazione oggetto di sradicamento per la realizzazione dell’area di cantiere risulta pari a 40,5 ettari di foresta di leccio e 165,5 ettari di altre superfici boscate. Complessivamente saranno tagliati oltre 1 milione di fusti e sradicate più di 100.000 ceppaie» spiega Marcello Seclì, segretario della giunta della sezione di Italia Nostra Sud Salento.

La Regione Puglia si vanta di avere una norma sulla partecipazione, ma è mancato del tutto un preventivo dibattito pubblico che non ha consentito un’adeguata conoscenza e valutazione del programma

Marcello Seclì, Italia Nostra sezione Sud Salento

«La Regione Puglia si vanta di avere una norma sulla partecipazione, ma è mancato del tutto un preventivo dibattito pubblico che non ha consentito un’adeguata conoscenza e valutazione del programma. La Regione è sta sempre sfuggente nel confronto e non ci ha ascoltati». Eppure, la legge regionale del 13 luglio 2017 sancisce un metodo di coinvolgimento permanente dei cittadini, degli amministratori locali, basato sull’informazione, la trasparenza, la consultazione, l’ascolto. «Il provvedimento è stato adottato senza dibattito e confronto. Oggi non c’è nessun segnale in termini di ripensamento e riflessione da parte della Regione Puglia. Per questo, chiediamo la sospensione del provvedimento in via di autotutela. Anche perché la Porsche per rispettare i termini di inizio lavori» prosegue Seclì «ha avviato dei primi interventi leggeri. A partire dal 15 marzo e per sei mesi, però, nell’area non potranno essere eseguiti dei lavori perché è il periodo della nidificazione ed il taglio degli alberi non può avvenire, altrimenti si creerebbe un danno alla fauna. Ma dopo quel periodo cosa succederà se la Regione Puglia non sospende la delibera o se il Tar non interviene?».

vita a sud

Quello che addolora maggiormente cittadini e associazioni sono anche le modalità a cui si è arrivati a questa decisione. «Hanno aggirato la direttiva comunitaria in materia di habitat, che consente di andare in deroga se devono essere effettuati interventi di opere di interesse pubblico. Come nel caso della realizzazione dell’eliporto» evidenzia Seclì. «Se questo progetto fosse davvero di rilevante importanza da un punto di vista economico, sociale e di sviluppo, doveva esserci un dibattito con la comunità locale. La Regione Puglia ha avallato tutto il progetto senza valutare le conseguenze, senza approfondire proposte alternative. I comuni di Nardò e Porto Cesareo interessati dall’abbattimento della macchia mediterranea e del bosco, si sono piegati letteralmente alla Porsche e alla Regione Puglia, senza valutare i danni, i disagi, i problemi. Una volta sradicati gli alberi dove andrà tutta la fauna? Per non parlare anche dell’impatto sull’assorbimento della cO2, dell’inquinamento, degli effetti climatici, sui danni di carattere botanico e faunistico» evidenzia Seclì. «La nostra provincia è ultima in Italia per aree boschive, tra le prime per consumo di suolo, compromessa per le criticità ambientali di varia natura. Sottrarre ulteriori aree naturali con procedimenti che riteniamo illegittimi, che vanno in deroga alla comunità europea, è inammissibile. Ci giocheremo tutte le carte giuridiche e politiche per fermare questo provvedimento. Perché la Regione Puglia» conclude Seclì «deve tutelare gli interessi della collettività e non di qualcuno».

Foto di copertina: Csv Brindisi Lecce


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