Politica & Istituzioni

Assegno unico per figlio: i soldi ci sono, facciamolo subito

L'assegno unico darebbe almeno 150 euro al mese per ogni figlio, indipendentemente dal reddito. «I soldi ci sono già, si può fare senza costi aggiuntivi per lo Stato. È un cambio di prospettiva, una scelta di campo in favore della natalità che sta davvero emozionando le persone», dice Gigi De Palo, presidente del Forum Famiglie. Di assegno unico la politica sta parlando molto e trasversalmente, ma serve il coraggio di due aggettivi: subito e per tutti

di Sara De Carli

Gigi De Palo è uno che ci crede. È uno fedele alla speranza anche quando, come diceva Péguy, quella ci ha ingannato e deluso già venti volte o tutta la vita perché lei «la sola che non deluda per la Vita». La speranza (nonché la passione) di Gigi è la famiglia. E la sua voce è appassionata e sinceramente emozionata quando racconta che la gente, in questi giorni, gli chiede: “Che dici Gigi, lo famo davvero?”. «C’è un’emozione che scalda, un desiderio… Mai nessuno prima mi aveva fermato per strada per questi motivi. È una proposta che la gente capisce, che trasmette fiducia, che fa ripartire tutto! Non si tratta solo di soldi, è una scelta che trasmette un messaggio preciso: se fai un figlio, stai facendo una cosa importante per tutti, non sono soltanto “affari tuoi, arrangiati”».

Per Gigi De Palo, presidente del Forum Famiglie, l’assegno unico per figlio può essere davvero il cuore generativo di una nuova stagione del Paese, quell’ultima chiamata prima del disastro annunciato di un Paese senza più bambini. «Sarà la legislatura del Family Act. Non possiamo e non intendiamo rimandare», ha detto la neoministra Elena Bonetti poco dopo il suo insediamento, con grande efficacia comunicativa. Ha riacceso le speranze. Le famiglie, in effetti, tempo non ne hanno più. Ma hanno bisogno, prima che di asili nido gratis (oggi nei nidi – che pure garantiscono una copertura della platea dei bambini fra gli 0 e i 3 anni molto inferiore al 33% indicato dal trattato di Lisbona, con una performace che negli anni è aumentata non perché ci siano più posti ma perché i bambini al denominatore sono diminuiti – ci sono posti vuoti, poiché le rette sono troppo alte per le famiglie) di una grande iniezione di fiducia verso il futuro. «L’assegno unico non è un incremento degli assegni familiari, questo è bene ribadirlo con chiarezza. È un cambio di prospettiva, che riconosce in ogni figlio un bene comune», sottolinea De Palo.

In quest’ottica, per ogni figlio che nasce la famiglia ha diritto a un sostegno economico e a un sostegno fatto di servizi: qualunque famiglia, perché qualunque figlio è un bene per la società. Indipendentemente dal tipo di contratto che hanno i genitori e indipendentemente dal reddito di cui dispongono. La differenza tra fare (finalmente) politiche per la famiglia e fare politiche sociali o di contrasto alla povertà (pur necessarie) sta tutta qui. «Se una famiglia ha un reddito di 100mila euro e cinque figli, è più povera di chi ha un reddito di 20mila euro ma è solo», esemplifica De Palo. «Vogliamo mettere dei limiti di reddito? Che siano molto alti, in modo che l’assegno unico arrivi comunque a tutto il ceto medio. Si allarga la platea, si arriva anche agli incapienti, ci si toglie da tutte le dinamiche ideologiche… il punto di partenza è solo il figlio».

L’assegno unico non è un incremento degli assegni familiari, questo è bene ribadirlo con chiarezza. È un cambio di prospettiva, che riconosce in ogni figlio un bene comune

Gigi De Palo

Adesso immaginate. 150 euro al mese per ogni figlio tra gli 0 e i 18 anni, a prescindere dal reddito. Subito, fin da questa legge di stabilità. E in prospettiva, gradualmente, mettendo mano anche alle detrazioni per figli a carico e distribuendole diversamente sull’assegno unico, si può arrivare anche a 250 euro a figlio e ragionare anche sull’estensione dell’assegno ai figli che vanno all’università, se sono in regola con gli studi. La proposta è chiara e ha un impatto certo: «È qualcosa che cambia radicalmente la prospettiva. Le famiglie di certo quei soldi non li metterebbero sotto il materasso: li rimettono in circolo, fanno ripartire l’economia… Non so lei, ma io con 5 figli per andare in vacanza metto le monete in un salvadanaio per tutto l’anno», dice De Palo. «In più, se hai un figlio o due e senti questa fiducia… visto che un figlio è una cosa bellissima… Ci pensi: perché non farne un altro? Io lo farei».

Un sogno. O la scoperta dell’acqua calda. Con il grandissimo valore aggiunto che l’assegno unico «si può fare subito, bastano la volontà politica e un tavolo tecnico. Non c’è bisogno di complicare cose che sono semplici. Partiamo», afferma De Palo. «Questa è una proposta a costo zero per lo Stato, che migliora la vita di tutte le famiglie. Non occorre trovare risorse aggiuntive, i soldi ci sono già, la nostra richiesta è “distribuiamoli diversamente”. È una proposta semplice, è vero, e questo è un punto di forza perché tutti così l’hanno compresa, ma dietro c’è tantissimo studio, tantissime simulazioni, tantissimo confronto, nottate di fogli excel e di dialoghi», ricorda De Palo. «Abbiamo studiato e poiché lo abbiamo fatto diciamo che l’assegno unico si può fare. Adesso è un tema di volontà politica. È una scelta politica quella di sostenere la famiglia con figli e la natalità oppure no…». Perché siamo sinceri: le risorse ci sono, ma non abbastanza per fare a costo zero sia l’assegno unico sia la riduzione del cuneo fiscale. O una o l’altra cosa. Ancora una volta quindi il punto dirimente sarà vedere se la politica sceglierà oppure no di credere nella famiglia, che non è un problema ma la soluzione dei problemi.

Le famiglie di certo quei soldi non li metterebbero sotto il materasso: li rimettono in circolo, fanno ripartire l’economia… Io con 5 figli per andare in vacanza metto le monete in un salvadanaio per tutto l’anno… In più, se hai un figlio o due e senti questa fiducia… visto che un figlio è una cosa bellissima… Ci pensi: perché non farne un altro? Io lo farei

Gigi De Palo

Da buon pater familias, De Palo sa i conti a memoria. Come è possibile immaginare, a costo zero per lo Stato, un assegno di 150 euro per ogni figlio? «Sei miliardi vengono dagli assegni familiari, due miliardi da vari bonus temporanei, come mamma domani e asilo nido, dieci miliardi dagli 80 euro di Renzi. Non si tratta di toglierli, per qualcuno forse accadrà, ma nella grandissima maggioranza dei casi invece di 80 euro ne prenderanno 150. 6+2+10 fa 18 miliardi, che divisi per i 10 milioni di bambini fra gli 0 e i 18 anni fa 150 euro al mese. Subito, mantenendo le detrazioni per figli a carico. I soldi come vede sono gli stessi, ma la percezione per le famiglie è completamente diversa». L’anno dopo, nell’ottica della gradualità, si continuerebbe nel riordino aggiungendo i 12 miliardi di detrazioni per figli a carico: «fa 30 miliardi, che divisi per i 10 milioni di bambini fa 250 euro a figlio».

La proposta dell’assegno unico, dopo aver aggregato tutte le associazioni del Forum Famiglia (per anni la loro richiesta alla politica era stata quella del Fattore Famiglia, meno immediata da comprendere), grazie al paziente dialogo portato avanti dal Forum stesso, aveva conquistato trasversalmente la politica già a maggio, quando alla presentazione dell’#assegnoXfiglio («150 euro per ogni figlio, crescenti al crescere del numero dei figli, indipendente da reddito o ISEE e soprattutto dalla condizione lavorativa dei genitori, da inserire subito nella prossima legge di stabilità», aveva chiesto De Palo) tutte le forze politiche avevano definito l’idea come «condivisibile». Al punto che Di Maio aveva convocato dopo pochi giorni, simbolicamente nella data del 15 maggio, Giornata Internazionale della Famiglia, un tavolo di lavoro al MISE. Con l’avvento del nuovo Governo, l’assegno unico è diventato un obiettivo esplicito: citato nel programma di Governo al punto 6 e nel discorso programmatico di Giuseppe Conte alla Camera (seppur con un po’ troppa enfasi sulla «particolare attenzione alle famiglie numerose e prive di adeguate risorse economiche», «ovviamente», che farebbero forse pensare a una misura ancora legata al reddito, diversamente da quel che propone il Forum). Graziano Delrio ha annunciato proprio ieri che a ottobre arriverà alla Camera la proposta di legge che lo vede come primo firmatario (la n. 687, che ha iniziato l’esame a fine giugno, relatore Stefano Lepri) che darebbe delega al Governo per il riordino delle misure a sostegno dei figli attraverso l’assegno unico, ipotizzato in 240 euro al mese per ogni figlio, tenendo fuori solo le famiglie con un reddito superiore ai 100mila euro. Un’ottima notizia. Però la legge delega ha tempi lunghissimi, mentre l’assegno unico alle famiglie serve subito, già in questa Legge di Stabilità.

Photo by Irina Murza on Unsplash


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