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Pratiche, parole, frontiere della cura: domani, alle 11, il nostro live streaming su facebook

«Aver cura», scrive il dizionario Treccani, significa «avere un interesse solerte per qualcuno o per qualcosa che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività»: è quanto sta accadendo nel nostro Paese. Migliaia di donne e uomini impegnati per aiutare, sostenere, assistere, includere. Curare è il solo antidoto al conflitto. Ne parliamo domani alle 11, in diretta sulla pagina facebook di Vita, con Paolo Benanti, Donatella Albini, Ivo Lizzola e Marco Bollani

di Redazione

Poseguino i nostri incontri dedicati alle parole e alle pratiche del sociale organizzati da Vita con La Bottega del Terzo Settore e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. L'appuntamento, come ogni giovedì, è al 11 sulla pagina Facebook di Vita (basta collegarsi qui).

Partiremo da un verbo: curare. Ne parleremo con padre Paolo Benanti, professore di Teologia morale e Bioetica all’Università Gregoriana (vedi qui un suo intervento), Donatella Albini, medico, consigliera comunale con delega alle politiche sociali del Comune di Brescia, impegnata con Mediterranea Saving Humans, Ivo Lizzola, professore di Pedagogia, Università di Bergamo (qui una sua intervista) e Marco Bollani di Anffas, oltre che Consigliere Regionale Federsolidarietà Lombardia (qui una sua riflessione).

Aver cura: avere un interesse solerte per qualcuno o per qualcosa che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività

Vocabolario Treccani

La paura, ci ha spiegato Ivo Lizzola in un'intervista pubblicata su Vita, «è un pericolosissimo acceleratore di conflitti e di difficoltà nel rapporto con l’altro, quando non ha luoghi per passare dentro la parola e l’incontro. Passare dalla paura alla cura è necessario». Come coniugare l'uso di dati, la privacy, la libertà individuale e la salute pubblica?

Trattando il tema della “salute” in termini di bene né pubblico, né privato, ma comune. E di questo bene comune dobbiamo aver cura, avendo cura delle parole, delle pratiche, ma anche di quei "guaritori feriti" che sono gli operatori sanitari, gli infermieri, i medici, i cooperatori e gli operatori del sociale. I fronti aperti, oggi, sono drammaticamente molti e non possiamo abbandonarne nessuno: case di riposo, ospedali, comunità alloggio, residente per disabili. Il territorio del sociale. Ma anche il mare: con centinaia di persone abbandonate al loro destino.

Parliamone assieme, domani, alle 11!


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