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Lourdes lancia l’e-pellegrinaggio mondiale

Il 16 luglio è in programma “Lourdes United”, quindici ore di diretta online perché se a causa della Pandemia da Coronavirus i pellegrini di tutto il mondo non riescono ad andare nella città mariana sarà la grotta di Massabielle a entrare nelle case di ciascuno. Sarà anche un’occasione per raccogliere fondi per contrastare la pesante crisi economica che sta colpendo il santuario che vive di offerte

di Antonietta Nembri

“Lourdes United”, questo il nome scelto per un evento straordinario con al centro la città mariana francese: in occasione dell’anniversario della diciottesima e ultima apparizione dell’Immacolata a Bernardette Soubirous, il 16 luglio 1858 è in programma il primo “e-pellegrinaggio mondiale”. Quindici ore di diretta in cinque lingue (francese, italiano, inglese, spagnolo e portoghese) diffuso in diretta online in tutto il mondo sul sito www.lourdes-united.org sui social e in diretta televisa sui media cattolici (per l’Italia, Tv2000).

Le telecamere andranno dietro le quinte di questo luogo unico per spiegare la sua missione, oltre a reportage, saranno proposti video d’archivio, musica dal vivo in un pellegrinaggio virtuale, visto che secondo le normative sanitarie anti Covid-19 nel santuario non potrebbero che accedere un numero molto limitato di fedeli rispetto a quelli che ogni giorno vi si recavano negli anni scorsi.
Numeri impressionanti quelli del recente passato: parliamo di quasi 100mila volontari che ogni anno si impegnano ad accogliere 3 milioni di pellegrini e visitatori provenienti da tutto il mondo, tra cui più di 50mila malati e disabili. Così, il pellegrinaggio online “Lourdes United” riunirà tutti coloro che, da ogni angolo del mondo, vedono Lourdes come un luogo di fede, impegno e speranza.


Il video di annuncio di Lourdes United su YouTube

A spingere a questa scelta il rettore del santuario Olivier Ribadeau Dumas la difficile situazione che si sta vivendo a Lourdes: dopo due mesi di chiusura dovuta alla pandemia da Covid-19 (la prima in 162 anni di storia) e la riapertura del 16 maggio i pellegrini stentano a tornare. La stragrande maggioranza dei pellegrinaggi infatti sono stati annullati «Sappiano di andare incontro a una stagione in bianco, un periodo al ribasso. Non ci saranno pellegrinaggi fino a luglio e se ne conta qualcuno ad agosto», ha dichiarato il rettore a 20minutes.fr pochi giorni fa, sottolineando come le visite individuali dei pellegrini non riescano a compensare i numeri dei gruppi organizzati sia francesi sia internazionali «Dove di solito potevamo contare 20mila persone al giorno, oggi arriviamo a 3mila», ha calcolato monsignor Ribadeau Dumas.

Il pellegrinaggio virtuale del 16 luglio ha anche un obiettivo più prosaico: raccogliere fondi. Il santuario ha stimato una perdita di circa 8 milioni in questo 2020: «Noi viviamo in un’economia delle donazioni che si affida alle offerte dei pellegrini» e se mancano questi ultimi vengono a mancare i fondi per sostenere le spese e gli stipendi delle 320 persone che lavorano per il Santuario. Ma la ricaduta economica negativa di questo periodo non si ferma ai cancelli del luogo sacro: «Un euro versato al santuario corrisponde a 12 euro per la città. Se il santuario riparte, riparte anche la città» assicura infine il rettore.

E la crisi della città è tangibile nei suoi negozi chiusi, i pochi che alzano la saracinesca lo fanno nei fine settimane, e negli alberghi che non riaprono, secondo un articolo di Touléco.fr sono ancora chiusi al 90%.
Delle oltre 200 strutture alberghiere presenti in città (22mila posti letto che dona alla cittadina pirenaica di 14mila abitanti il secondo posto per capacità di accoglienza dopo Parigi), solo quattro hotel hanno aperto i battenti. E Lourdes, di fronte al buco d’entrate di 340 milioni atteso quest’anno, ha chiesto aiuto a Parigi per salvare i conti della città dallo tsunami della pandemia. «La nostra situazione è così grave che da soli non ce la possiamo fare», ha scritto nelle scorse settimane l’amministrazione cittadina al governo. L’ex-premier Eduard Philippe ha lanciato un primo salvagente inserendo il centro mariano nei Pirenei – insieme a Corsica e Territori d’Oltremare – nell’elenco delle aree che avranno un accesso privilegiato ai fondi pubblici. E in un incontro con tutta la filiera economica che ruota attorno al Santuario, hanno iniziato a prendere forma i provvedimenti per aiutare Lourdes a traghettare oltre una stagione che – a meno di miracoli impossibili – è ormai persa: un possibile rifinanziamento a lungo termine del debito pubblico e degli operatori privati, una campagna di marketing per rilanciare il turismo in loco e un pacchetto per aiutare i 2.500 lavoratori stagionali che operano qui.

Il dossier sarà definito nei dettagli nelle prossime settimane dal nuovo esecutivo di Jean Castex, chiamato a mettere una pezza su una situazione finanziaria davvero complessa. Lo scoppio del Covid 19 ha fermato il 17 marzo l’attività a Lourdes. Tutti i pellegrinaggi previsti per il 2020 sono stati annullati (quelli italiani riprenderanno ufficialmente a metà agosto qui la news). Gli operatori speravano che gli ospiti francesi, dopo la fine del lockdown, aiutassero in parte a salvare i conti della città, che dipendono per il 90% dal turismo religioso. Ma gli arrivi (2,6 milioni le presenze alberghiere nel 2019) si misurano con il contagocce tanto che oggi sono disponibili negli alberghi aperti solo 2-300 posti letto.

E nessuno immagina che la situazione possa cambiare in tempi brevi visto che l’80% del giro d’affari in passato era garantito dai gruppi organizzati di fedeli e parrocchie (al momento ancora sospesi) e il 60% dagli ospiti stranieri, ora quasi spariti.
Christian Gélis, presidente de l’Umih65 (l’organizzazione di categoria degli albergatori degli Hautes-Pyrénées) e vice presidente dell’ufficio di Turismo di Lourdes su Touléco.fr ricorda infine che «è tutto un ecosistema che si è fermato» accanto ai 2.500 stagionali, infatti ci sono i fornitori degli hotel, i commercianti, i bar e ristoranti, i musei «allargando il cerchio la crisi è violenta e riguarda oltre 5mila lavoratori».


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