Diritti

Foggia, un’area nel cimitero comunale per i defunti di fede musulmana

Il Consiglio comunale del capoluogo dauno ha approvato una mozione per realizzare all’interno del camposanto uno spazio riservato alla sepoltura dei defunti di religione islamica. Imed Daas, della comunità musulmana: «Atto di civiltà molto utile per le migliaia di fedeli presenti nel territorio»

di Emiliano Moccia

«È una notizia che aspettavamo davvero da tanti anni. In passato avevamo già fatto richiesta per far destinare nel cimitero di Foggia un’area riservata ai defunti di fede musulmana, ma non era andata a buon fine. Ora, attraverso questa nuova richiesta e la petizione di firme, abbiamo ricevuto questa comunicazione molto utile non solo per i cittadini stranieri di religione islamica, ma anche per quelli italiani che si sono convertiti a questo credo. Rappresenta davvero un atto di civiltà. Ci tengo a ricordare in modo particolare Giovanni Palmulli, che si faceva chiamare Mustafà, che è stata tra i promotori di questa petizione». Imed Daas ha quasi 60 anni ed è arrivato dalla Tunisa a Foggia nel 1989, quando di anni ne aveva 25. È uno degli storici animatori della comunità islamica della provincia di Foggia, punto di riferimento per tanti migranti che vivono nel territorio. Ma anche per enti pubblici come Questura, Comune, Tribunale, scuole, grazie alla sua attività di mediatore culturale. Imed in tutti questi anni ha visto passare e sfiorire almeno tre generazioni di migranti che per i motivi più diversi sono arrivati in Capitanata; così come ha visto tanta gente di fede musulmana morire – in città o nei vari insediamenti informali sparsi nel territorio – senza avere la possibilità di essere sepolti secondo il loro rito religioso.

Imed Daas, comunità musulmana di Foggia

Per questo, ha appreso con soddisfazione l’approvazione nei giorni scorsi da parte del Consiglio comunale di Foggia di una mozione presentata dal consigliere comunale Nunzio Angiola, che dà il via libera alla creazione di un’area riservata alla sepoltura dei defunti di religione musulmana all’interno del cimitero comunale. Proprio con Giovanni Palmulli, negli anni passati Daas era fra gli animatori del circolo culturale “Il Caravanserraglio”, che gestiva un piccolo luogo di culto e favoriva la conoscenza della fede musulmana con l’obiettivo di sostenere processi di inclusione. «Circa un mese fa sono stato contattato dalla moglie di un cittadino egiziano di fede musulmana che è venuto a mancare a Deliceto, un piccolo paese in provincia di Foggia» racconta Daas. «La donna ha manifestato il desiderio di seppellire il marito nel cimitero di Bari, dove è presente da qualche anno un’area riservata al culto islamico. Per lei è più facile poter andare a pregare nel luogo più vicino in cui è sepolto il marito, anziché far rimpatriare il corpo nel suo Paese d’origine dovendo sostenere gli alti costi del viaggio e senza avere neanche la possibilità di andarlo a trovare. Quando sarà operativo sono sicuro che sarà un servizio molto utile per i cittadini di tutta la provincia, anche perché parliamo di migliaia di musulmani presenti nel foggiano distribuiti tra le città più importanti, i vari ghetti ed alcuni piccoli comuni».

Sarà un servizio molto utile per i cittadini di tutta la provincia, anche perché parliamo di migliaia di musulmani presenti nel foggiano

Imed Daas, comunità musulmana di Foggia
Nunzio Angiola, consigliere comunale

L’approvazione della mozione da parte del Consiglio comunale di Foggia, a maggioranza centrosinistra, ha fatto gridare allo scandolo alcuni esponenti dell’opposizione o di gruppi appartenenti al centrodestra. «Chi oggi urla allo “scandalo” o alla “separazione” lo fa forse perché ha bisogno di alimentare paure. Ma la verità è semplice: permettere a ogni persona di essere sepolta secondo il proprio rito non divide, non separa, non ghettizza, semmai riconosce. E riconoscere non significa rinunciare a nulla: significa affermare che la nostra società è matura, forte, capace di accogliere senza annullarsi» spiega Nunzio Angiola, che nei mesi scorsi ha sostenuto la petizione firmata da 113 cittadini e l’ha riportata all’attenzione dei colleghi consiglieri. L’approvazione adesso impegna la sindaca Maria Aida Episcopo e la Giunta ad avviare uno studio di fattibilità per la realizzazione di una piccola area all’interno del cimitero comunale, da destinare alla sepoltura dei defunti di religione musulmana. «Il progetto è a costo zero per il Comune, non prevede edificazioni, ma solo la destinazione di un’area del cimitero. Si tratta di un gesto concreto di inclusione e rispetto, in linea con quanto già avviene in altre città italiane come Bari, Gioia del Colle e Milano» evidenzia Angiola. «La città di Foggia, con questo atto, tutela un diritto fondamentale e lancia un messaggio chiaro: inclusione e rispetto reciproco non sono in contrasto, ma si rafforzano reciprocamente. Riconoscere diritti nel rispetto delle regole è ciò che rende una comunità davvero giusta e coesa».

Riconoscere non significa rinunciare a nulla: significa affermare che la nostra società è matura, forte, capace di accogliere senza annullarsi

Nunzio Angiola, consigliere comunale di Foggia

«Secondo il rito islamico non deve essere edificato un luogo di sepoltura ed il rito prevede tre fasi fondamentali: Ghusl, il lavaggio rituale; Kafan, la vestizione; Dafan, la sepoltura a terra con orientamento verso la Mecca» ricorda Daas. La misura approvata, dunque, contribuisce ad offrire una risposta importante a tutti quei cittadini di fede musulmana che perdono la vita in provincia di Foggia e le cui famiglie faticano a organizzare il rimpatrio delle salme nei loro Paesi. Lo ricorda anche Latifa Mouaffaq, presidente dell’Associazione nazionale oltre le frontiere di Foggia, che gira tra i vari insediamenti informali presenti, come la pista di Borgo Mezzanone, Borgo Tressanti, Torretta Guiducci e così via.

Un’area del cimitero di Foggia

«È importantissima per una buona integrazione e per completare l’inclusione. Quando le persone straniere muoiono abbiamo delle serie difficoltà per poter organizzarci con le agenzie per organizzare il rimpatrio del corpo, anche a causa dei costi elevati, che ormai arrivano fino a 5mila euro per raggiungere anche i Paesi più vicini. Dotare il cimitero di un’area riservata ai fedeli islamici è un atto di civiltà» evidenzia Mouaffaq, marocchina e mediatrice culturale. «In molti casi, quando muore un cittadino di fede musulmana le famiglie si appoggiano ai sindacati o alle associazioni di volontariato per promuovere delle raccolte fondi in modo da favorire il ritorno del corpo nel proprio Paese, quando i famigliari non sono in condizioni economiche per farlo. Non possiamo servirci da vivi di queste persone, se pensiamo anche allo sfruttamento nei campi, e poi da morti li abbandoniamo al loro destino».

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