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C’è un giudice a Vicenza, un’insegna che crolla a Milano, una comunità che resiste in Borgogna

È uscita l'edizione n.88 della newsletter riservata alle abbonate e agli abbonati di VITA, e dedicata ai temi degli Esg, della responsabilità sociale di impresa, dell'impatto e della filantropia. Si parla del risarcimento milionario a cui è stata condannata Miteni, l'azienda chimica che produceva Pfas a Trissino (Vi), dell'insegna Generali crollata a Milano e della ridda di simbolismi economici-politici e finanziari che ha scatenato, della rampogna del cardinal Repole ai torinesi abbienti ma poco coraggiosi, della comunità della Borgogna che non vuole un McDonald's senza avere neppure José Bové, di un social nuovo e più scostumato e degli scostumati che si sono messi a ballare a pochi giorni dal disastro aereo (di un loro aereo)

di Giampaolo Cerri

C’è un giudice a Vicenza. L’abbiamo proprio titolata così la notizia della storica sentenza arrivata venerdì scorso dal Veneto: i giudici hanno condannato la Meteni, la fabbrica che per anni ha massicciamente prodotto  pfas inquinando la falda, e finendo per immettere questi distruttori endocrini, nell’organismo di migliaia di veneti. Elisa Cozzarini, che ha il merito d’aver seguito per noi, negli ultimi anni, il dossier Pfas, apertissimo in Francia e negli Stati Uniti, ne ha dato conto qui.

C’è un risarcimento da pagare a Trissino (900mila euro, è il “numero verde” di questa settimana)

La Corte d’assise di Vicenza, con la sentenza del 26 giugno sull’inquinamento delle acque da Pfas in Veneto, ha stabilito condanne per complessivi 141 anni di carcere per 11 manager ai vertici dello stabilimento ex Miteni di Trissino (Vicenza). I reati contestati sono: avvelenamento delle acque, disastro ambientale e bancarotta fraudolenta. Alle oltre 300 parti civili sono stati riconosciuti milioni di euro di risarcimentoaffermando il principio che chi inquina paga. Tra questi, 56,8 milioni vanno al ministero dell’Ambiente6,5 alla Regione Veneto80mila ai Comuni costituiti parte civile. Riconoscimenti anche per le Mamme no Pfas, Legambiente e Greenpeace. Al Consiglio di bacino Bacchiglione, l’ente di governo del servizio idrico integrato per un territorio di 136 Comuni tra Padova, Venezia e Vicenza, la Corte ha stabilito un risarcimento di 900mila euro. Con un comunicato stampa, il Consiglio di bacino commenta: «Questo riconoscimento rappresenta un importante passo verso la piena tutela degli enti pubblici e dei cittadini colpiti da una delle più gravi contaminazioni ambientali nella storia italiana. Fin dal primo momento ci siamo impegnati per preservare la salute e il patrimonio dei cittadini e degli utenti, supportando i gestori – come Viacqua ed Acquevenete – nel monitoraggio costante della qualità delle acque, nell’adozione di filtri avanzati e nella comunicazione trasparente con gli utenti, costituendoci parte civile nel processo a Miteni» (Elisa Cozzarini).

C’è un’insegna che crolla. A Milano

La torre Hadid a Milano foto Marco Ottico/Lapresse 

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