Diritto al lavoro e salute

Lavoratori con tumore: congedo (non retribuito) fino a 24 mesi

La legge per la conservazione del posto di lavoro per persone affette da malattie invalidanti e croniche, anche rare, porta il congedo da 6 a 24 mesi e le ore di permessi retribuiti da 18 a 28. Prevede anche la sospensione dell'attività degli autonomi. Misure non sufficienti, per la Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo)

di Nicla Panciera

Il congedo di lavoro passa da sei a ventiquattro mesi per i lavoratori dipendenti pubblici o privati, 300 giorni per gli autonomi, e i permessi retribuiti per visite, esami e trattamenti aumentano di dieci ore, passando da 18 a 28 ore. Durante il congedo, non retribuito, il lavoratore non può svolgere alcun tipo di attività lavorativa. Queste alcune delle novità introdotte con l’approvazione del disegno di legge 1430 “Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche”, approvato all’unanimità dal Senato in via definitiva e senza modifiche rispetto alla versione approvata dalla Camera il marzo scorso. Un risultato che ha raccolto espressioni di soddisfazione ma che costituisce un primo passo verso il riconoscimento delle tutele dei lavoratori con malattia oncologica invalidante e cronica.

«Da questo momento le persone con diagnosi di tumore non rischiano più di essere licenziate. La proposta di legge sul comporto è legge e d’ora in avanti garantirà la conservazione del posto di lavoro e la retribuzione dei permessi per esami e cure mediche a tutti quei lavoratori e lavoratrici affetti da una malattia oncologica, invalidante e cronica», questo il commento a caldo di Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Odv e Coordinatrice del Gruppo ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere’, cui aderiscono quarantasei associazioni dei pazienti. «Niente più licenziamenti, cui tristemente abbiamo assistito impotenti negli scorsi anni; posto di lavoro garantito; incremento di 10 ore di permessi retribuiti per tutti i pazienti fragili con patologia oncologica invalidante che richiede visite ed esami serrati, per cui le 18 ore annue disponibili diventano 28». Per i lavoratori dipendenti, dopo il congedo è prevista una «priorità nella conclusione degli accordi individuali di lavoro agile» ed è anche istituto «un fondo per premi di laurea intitolati alla memoria di pazienti affetti da malattie oncologiche» di 2 milioni di euro annui a partire dal 2026.

Tuttavia, si sarebbe potuto fare di più per garantire la parità lavorativa ai malati oncologici e per combattere la tossicità finanziaria che colpisce il 26% delle persone con neoplasia e il 22,5% peggiora questa condizione di disagio durante il trattamento.

Questa legge in materia di conservazione del posto di lavoro e permessi retribuiti per i lavoratori colpiti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche garantisce un’assenza di lavoro, continuativa o frazionata, fino a due anni continuativi (nel caso degli autonomi 300 giorni) ma non garantisce la retribuzione. Elisabetta Iannelli, segretaria della Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo), parla di occasione mancata. «Come Favo accogliamo con senso di responsabilità l’approvazione definitiva al Senato della legge che introduce nuove tutele per i lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche. Il riconoscimento di un congedo dal lavoro fino a 24 mesi NON retribuito e senza contributi previdenziali e il diritto di precedenza al lavoro agile al termine del congedo, la possibilità di sospendere l’attività per i lavoratori autonomi, le 10 ore di permesso retribuito all’anno (sic!) per esami, terapie e visite mediche, rappresentano certamente segnali importanti, che vanno nella direzione giusta». Tutto questo non basta. Non è stato fatto abbastanza. «Tuttavia, non possiamo che esprimere amarezza per un’opportunità non colta. Nonostante le osservazioni presentate da Favo in audizione e gli emendamenti depositati, non sono state accolte misure fondamentali per la tutela dei lavoratori affetti da patologie oncologiche, invalidanti o croniche, nemmeno quelle a costo zero, tra le quali: il divieto di lavoro notturno per i pazienti oncologici, l’obbligo per i datori di lavoro di comunicare in anticipo la scadenza del comporto, l’esclusione delle assenze per terapie salvavita dal comporto. Interventi semplici, di buon senso, che avrebbero potuto fare una grande differenza nella vita concreta di questi lavoratori in condizioni di fragilità per motivi di salute».

«Questa legge, pur partendo da buone intenzioni, rappresenta un’occasione mancata di autentico progresso civile. Ci auguriamo che in futuro si intervenga per colmare queste lacune e restituire dignità e protezione a chi affronta una malattia grave. Favo continuerà a vigilare e a proporre soluzioni concrete, come ha sempre fatto, al fianco dei pazienti».

Il finanziamento previsto per la legge, che si applicherà a partire dal primo gennaio 2026, è pari al 20,9 milioni di euro per il 2026, con un graduale aumento di anno in anno fino al 2035, quando il finanziamento entrerà a regime con 25,2 milioni l’anno. 

Foto di DDP su Unsplash

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