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Caregiver familiare, le promesse della ministra Locatelli

«Dobbiamo dare una risposta urgente di cornice normativa, ma anche continuare a lavorare per garantire i servizi e la sburocratizzazione delle procedure»: la risposta della ministra Locatelli al question time sul caregiver familiare. Sicilia, Campania e Calabria non hanno ancora rendicontato l'utilizzo delle risorse del triennio 2018/2020

di Sara De Carli

Foto di © Daiano Cristini/Sintesi

Il Tavolo tecnico interministeriale sul caregiver familiare «non parte da zero, non butta via il lavoro precedente, ma ne tiene conto per iniziare da subito e settimanalmente a ritrovarsi, anche magari con dei sottogruppi, per dare le diverse risposte a tutte le tematiche che sono ovviamente in gioco»: così la ministra Alessandra Locatelli, rispondendo alla Camera all’interrogazione presentata dall’onorevole Ilenia Malavasi. «Mi auguro che questo tavolo lavori bene, ma soprattutto che questa sia l’occasione giusta per trovare quel punto di caduta di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo dare una risposta che sia concreta, una cornice normativa che tenga insieme anche tutto quello che c’era nelle proposte precedenti. È molto importante che si lavori intorno a questo tavolo, perché nel corso del tempo ci sono state tante proposte di legge, anche alla Camera e al Senato, trasversali, tutte importanti, ma che non sono mai andate a buon fine».

Locatelli ha ribadito «quanto sia importante dare una risposta, ormai urgente, ai familiari – in particolar modo, i familiari conviventi – che si prendono cura, giorno e notte, durante i momenti difficili, durante i momenti di gioia e durante i momenti di sofferenza, instancabilmente, come in una sorta di maratona, del proprio caro».

È importante dare una risposta, ormai urgente, ai familiari – in particolar modo conviventi – che si prendono cura instancabilmente, come in una sorta di maratona, del proprio caro

Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità

Malavasi interrogava la ministra sul monitoraggio del Fondo per i caregiver familiari (legge n. 205 del 2017), che è sotto la gestione diretta del suo ministero. Per legge infatti l’erogazione delle risorse per l’annualità 2022 è subordinata alla trasmissione dei dati di monitoraggio relativi alle risorse già liquidate e messe a disposizione delle regioni per le annualità 2018-2019-2020 (cosa analoga avviene per esempio sul Dopo di Noi). «Ad oggi, però, non risulta alcun monitoraggio ed appare evidente che senza non è possibile valutare quali iniziative siano state messe in campo», dice Malavasi nell’interrogazione, né «se siano stati realizzati interventi di immediato impatto per le singole persone oppure siano stati strutturati percorsi di presa in carico nel tempo».

La ministra Locatelli ha precisato che «si tratta di un Fondo di 25,8 milioni di euro, strutturale» e che quelle risorse «sono confluite nel Fondo unico e che rimarranno però strutturali, con una linea di intervento ben definita». Il riparto delle risorse per gli anni 2018, 2019 e 2020 ha trasferito complessivi 68,3 milioni di euro alle regioni. «L’azione di monitoraggio è stata consolidata a partire dal decreto del 17 ottobre 2022 che, d’intesa con le regioni, ha previsto una clausola che condiziona comunque l’erogazione delle risorse alla comunicazione dei dati di monitoraggio sui fondi già stanziati e l’individuazione delle tipologie di azioni finanziabili sulla base dei dati del monitoraggio pervenuti», precisa la ministra. Hanno risposto al monitoraggio «16 regioni sulle 19 beneficiarie; Campania e Sicilia non hanno inviato i dati, mentre la Calabria ha dato un riscontro parziale».

Hanno risposto al monitoraggio 16 regioni sulle 19 beneficiarie; Campania e Sicilia non hanno inviato i dati, mentre la Calabria ha dato un riscontro parziale

Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità

Alcune regioni «preferiscono garantire un contributo diretto ed economico una tantum, altre preferiscono collaborare con gli enti del Terzo settore per erogare servizi di sollievo, altre ancora magari attivare prestazioni professionali voucherizzate per supportare i caregiver familiari. Questo naturalmente non rispecchia completamente le azioni che ogni territorio realizza perché alcuni hanno già approvato delle norme regionali per il riconoscimento del caregiver familiare e di alcune forme di supporto, come la formazione ed il supporto psicologico, altre regioni utilizzano anche fondi propri a sostegno dei caregiver familiari ed altre ancora utilizzano le risorse nazionali per il caregiver familiare in abbinamento a quelle del Fondo per la non autosufficienza».

La ministra ha aggiunto che «sicuramente dobbiamo dare questa risposta urgente di cornice normativa al caregiver familiare, in particolare convivente, ma dobbiamo anche continuare a lavorare per garantire i servizi e la sburocratizzazione delle procedure perché spesso sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie c’è un carico di lavoro determinato dal doversi rivolgere a vari uffici per ottenere misure, certificati e qualsiasi ausilio o necessità di cui abbia bisogno il proprio caro. Soprattutto dobbiamo continuare a lavorare per superare la logica delle prestazioni frammentate e fare in modo davvero che ci sia una presa in carico unica della persona. La persona è una e dobbiamo fare in modo di agevolare, anche da questo punto di vista, le persone con disabilità e le loro famiglie, garantendo che ogni persona venga presa in carico e trattata, non solo per la propria malattia e per la propria disabilità, ma in quanto persona, quindi guardando all’insieme di tutti i bisogni, come per esempio attraverso il progetto di vita. Credo anche che questo possa essere un modo per accompagnare dignitosamente il percorso e il carico di lavoro e di cura che ha ogni caregiver familiare, in particolare convivente».

Foto di Daiano Cristini/Sintesi


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