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Cronache africane

Congo: Sos di Missioni Don Bosco

"Nel Nord-Kivu c'è la guerra, anche se se ne parla poco o niente. Vi mando un video, fatelo circolare il più possibile per far conoscere la nostra situazione". Padre Piero Gavioli è da oltre 50 anni in Congo per Missioni Don Bosco e chiede una preghiera per quelli che soffrono e muoiono nell'indifferenza dei media, come in questa zona del mondo. E di fare di tutto in Quaresima per diffondere ciò che sta accadendo in questo bellissimo e martoriato paese dell'Africa centrale

di Paolo Manzo

Nel territorio di Masisi, nel nord Kivu a poche decine di chilometri da Goma, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), si sono intensificati negli ultimi giorni gli scontri tra l’esercito regolare e i ribelli. La conseguenza è un esodo di massa della popolazione. La situazione umanitaria è grave e rischia di peggiorare da un momento all’altro. I Salesiani, presenti in forza nella regione, continuano a fare il possibile per aiutare i bisognosi, muovendosi su tutti i fronti possibili con Missioni Don Bosco Onlus. Anche per sensibilizzare il mondo affinché non faccia finta di non vedere quanto sta accadendo in questa parte del Congo.

Emergenza Goma (Credits: Missioni Don Bosco)

«Ieri gli scontri hanno raggiunto Sake, le bombe sono cadute sulla città e si sente il crepitio dei proiettili» spiega Pascal Bauma, dell’Ufficio Progetti dei Salesiani di Goma. Questa città di circa 20mila abitanti si trova a 27 chilometri dalla città di Goma. «A Sake i leader tradizionali e gli abitanti sono angosciati perché oltre tremila famiglie hanno già lasciato le loro case e il loro lavoro. Oggi sono viandanti senza fissa dimora. Non hanno né acqua né cibo e, a causa delle cattive condizioni igieniche, il colera è un rischio in continuo aumento per tutti».

«Lungo la strada Sake-Goma, verso Mugunga, vediamo bambini, giovani e anziani, seduti, stanchi, non sanno dove andare. Si tratta di sfollati che in precedenza avevano messo gli occhi su Sake e ora, a causa degli scontri, sono costretti andarsene anche da lì per cercare rifugio a Goma. Si tratta quindi di un secondo esodo per questi sfollati» continua Pascal Bauma.

«Il breve video che mando a VITA dà un’idea di ciò che sta capitando. Nel Nord-Kivu c’è la guerra, anche se se ne parla poco o niente. Fatelo circolare il più possibile per far conoscere la nostra situazione. E vi chiedo una preghiera per quelli che soffrono e muoiono nell’indifferenza mondiale. Grazie e buona quaresima», ci dice Don Piero Gavioli.

«Non possiamo ancora stimare il numero di persone che si sono spostate da Sake a Goma, d’altra parte l’esodo è in corso ed è un fenomeno di massa» spiega Bauma. Poi aggiunge, «migliaia di famiglie sono state costrette a fuggire. C’è chi è rimasto a Shasha (altro paese vicino) e a Sake perché aveva paura di vivere come uno sfollato. Altri sono rimasti a Mugunga a pochi km da Goma, aspettando che la situazione migliorasse per poter tornare rapidamente a casa».

Una situazione che era già dolorosa è stata dunque aggravata dall’avvicinarsi dei combattimenti. A Goma le difficili condizioni di vita degli sfollati sono diventate la norma. Ma ora tutte le strade che rifornivano la città di cibo e altre provviste non sono più accessibili. Se le cose non cambiano, si profila una grave carestia per tutti gli abitanti. 

Si percepisce già la scarsità di alcuni generi alimentari e la popolazione vive in una psicosi estrema, non preoccupandosi degli sfollati, ma proteggendosi dal rischio che la città oramai di quasi un milione di abitanti cada nelle mani dei ribelli.

Missioni Don Bosco sostiene i Salesiani della regione AFC Est, la loro Ispettoria “Africa Centrale, al fianco degli sfollati in diversi campi, e intervengono a vari livelli. Inizialmente hanno collaborato con la parrocchia locale per sostenere la popolazione accolta nel campo profughi di Kanyaruchinya. Poi la saturazione dei campi nella zona ha spinto gli sfollati a creare altri campi. Tra questi quelli costruiti sui terreni dell’opera salesiana Don Bosco-Ngangi, che accoglie più di 3.500 famiglie. Don Bosco Shasha, dove fino a pochi giorni fa c’erano mille famiglie, ora è stato svuotato per la guerra.

Missioni Don Bosco aiuta gli sfollati – che in questo momento dipendono del tutto dagli aiuti umanitari – con distribuzioni di generi alimentari e non, poiché gli sfollati. In particolare, “è fondamentale distribuire mais, soia e sorgo ai bambini, in attesa di un pasto serale. Altri bambini beneficiano in un modo o nell’altro di altri tipi di sostegno, come giochi, pasti caldi, scuola e assistenza medica », ci raccontano i Salesiani di Goma. 

Tra i loro progetti c’è un dispensario esterno a Ngangi e l’attivazione di strutture scolastiche per i bambini sfollati che altrimenti vedrebbero compromessa tutta la loro istruzione. Ma anche iniziative di formazione professionale per i ragazzi più grandi e degli assistenti sociali per l’accompagnamento dei minori non accompagnati, oltre al sostegno economico alle famiglie affinché possano avviare piccole attività generatrici di reddito, sono gli obiettivi di Missioni Don Bosco a Goma.

«Per una soluzione duratura alle difficoltà che migliaia e migliaia di famiglie vivono da anni nell’est del Congo, è necessario l’intervento deciso e concreto della comunità internazionale». Questo chiede a gran voce Don Piero Gavioli, in pianta stabile in Congo dal 1973 e dal 2015 a Bukavo, da dove fra meno di due mesi la missione di peacekeeping dell’Onu si ritirerà.

Qui potete sostenere il progetto che Missioni Don Bosco ha lanciato per la Quaresima a favore del Congo

Emergenza_Goma (Credits: Missioni Don Bosco)
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