Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Animali & salute

Curare cani e gatti non dev’essere solo per ricchi

L’accorato appello della Lega anti vivisezione - Lav perché non venga eliminato l’uso in deroga dei medicinali umani, con lo stesso principio attivo di quelli veterinari, che però costano molto meno. «Ormai cani e gatti fanno parte della nostra socialità, ma con la crisi economica in troppi rischieranno di essere lasciarli senza cure», osserva Ilaria Innocenti che a nome dell’associazione che si appella al ministro Schillaci

di Antonietta Nembri

Se nel nuovo schema di decreto legislativo che il ministero della Salute, dopo i pareri delle commissioni parlamentari, deve ritrasmettere al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva non prevederà l’uso in deroga – oggi possibile – del medicinale a uso umano, con lo stesso principio attivo di quello veterinario, per gli animali domestici delle persone meno abbienti saranno tempi difficili. 

Deroga da salvare

A lanciare fin da subito l’allarme la Lega anti vivisezione-Lav quando il provvedimento era ancora all’esame della commissione affari sociali della Camera. Nessuno dei pareri però ha fatto propria la richiesta di uso in deroga. «Adesso gli unici che possono intervenire sono il ministro Schillaci e il sottosegretario di Stato Marcello Gemmato», spiega Ilaria Innocenti dell’Ufficio rapporti istituzionali della Lav. «Sono loro che hanno la possibilità di mantenere la deroga prevista nel precedente decreto. Per noi si tratta di una vera emergenza». 

Innocenti spiega che «il decreto del 2021 prevedeva che il veterinario potesse prescrivere il farmaco umano, invece del farmaco veterinario che costa molto meno negli animali non destinati alla produzione di alimenti. Ora se questa deroga saltasse molte persone non riuscirebbero a curare il proprio animale perché non se lo potrebbero permettere, ma anche non curare il proprio animale sarebbe un reato».

Rischio rinuncia alle cure

Innocenti sottolinea da un lato come un anziano molto spesso con la pensione minima difficilmente riuscirebbe a sopportare il costo dei medicinali per curare il proprio cane o il proprio gatto, inoltre «si stima che circa il 25% delle persone che hanno avuto un animale da compagnia, dopo la sua morte decidono di non adottarne più per una mera questione economica, le cure veterinarie sono necessarie, indispensabili a volte, ma molti rischiano di non potersele più permettere». Per non parlare dei dati Eurispes secondo cui gli italiani che hanno scelto di rinunciare a cure e interventi chirurgici per i propri pet sono il 28,5%, con un animale su tre che rischia di non essere curato.

Per la Lav il fatto che il veterinario potesse prescrivere un farmaco umano è stata una conquista. «Ci si può trovare con lo stesso principio attivo, lo stesso dosaggio, ma con la differenza che quello veterinario rischia di costare da 5 a 10 volte di più. Da sempre», continua Innocenti, «noi chiediamo anche di rivedere i meccanismi che regolano i prezzi dei farmaci veterinari». 

È del 2018 il lancio, infatti, della campagna #curiamolitutti che aveva l’obiettivo di rendere più accessibili le terapie farmacologiche per gli animali familiari. «Adesso puntiamo a mantenere nel nuovo decreto legislativo la possibilità di poter prescrivere il farmaco umano, ma questo non toglie il fatto che puntiamo a dei miglioramenti» conferma.

Cani e gatti, la nostra socialità

Rendere più accessibili i farmaci veterinari avrebbe anche una seconda ricaduta, continua l’attivista di Lav, «gli alti costi, parliamo di rifugi e canili, incidono anche su chi deve gestire queste strutture: volontari e amministrazioni comunali». 

Quello che però per Innocenti e la Lav è importante ricordare è che la presenza di cani e gatti nelle case e nelle famiglie è «parte della nostra socialità. Per questo mantenere la deroga sarebbe un’azione di valore sociale».

In apertura photo by Taylor Sondgeroth on Unsplash


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA