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Dalla ricerca che genera conoscenza attacco alla Sla su più fronti

Secondo un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers, la ricerca finanziata da Arisla ha contribuito a generare conoscenza sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica

di Alessio Nisi

La ricerca finanziata dalla Fondazione per la Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica – Arisla ha contribuito a generare conoscenza sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica con il principale obiettivo di trovare una terapia efficace per contrastare questa grave malattia. È quanto emerge dall’articolo pubblicato di recente sulla rivista scientifica Frontiers.

Nell’articolo pubblicato, Arisla descrive in modo dettagliato il processo di selezione dei progetti e le analisi bibliometriche e le indagini compiute sulla ricerca finanziata, dalla ricerca di base, alla preclinica e clinica.  

Il Triangolo della ricerca biomedica

Uno degli strumenti utilizzati dalla fondazione per rappresentare l’evoluzione della ricerca è il cosiddetto “Triangolo della ricerca biomedica”, rappresentazione grafica di come si collocano le pubblicazioni scientifiche derivate dai progetti Arisla (a oggi 373). Si evidenzia che gli studi molecolari in vitro sono posizionati nell’angolo in basso a sinistra, quelli condotti sui modelli animali in basso a destra, e all’apice la ricerca condotta sull’uomo. 

Studio dei meccanismi molecolari

Il Triangolo della ricerca di Arisla, si sottolinea, indica che le pubblicazioni sono principalmente concentrate sullo studio dei meccanismi molecolari. Gli studi preclinici hanno prodotto pubblicazioni che si trovano al centro del triangolo e rivelano una progressione verso la rilevanza per la clinica, posizionandosi lungo la bisettrice del triangolo che sale verso l’apice della ricerca sull’uomo, dove sono posizionati gli articoli derivati da studi clinici, genetici e tecnologici. Considerando anche che numerosi studi preclinici finanziati da Arisla sono ancora in corso, «sarà interessante per la Fondazione», si fa sapere, «continuare a monitorare in futuro il loro posizionamento nel Triangolo della ricerca biomedica».

Il presidente di Fondazione Arisla, Mario Melazzini

Ricerca con impatto positivo

«Siamo molto soddisfatti di questa pubblicazione», sottolinea il Presidente di Fondazione Arisla, Mario Melazzini, «in cui abbiamo voluto condividere dati che evidenziano come anche un ente come Arisla, di dimensioni più contenute rispetto ad altre charity presenti in ambito internazionale, sia riuscita a fare la differenza, finanziando ricerca che ha avuto un impatto molto positivo sulla comunità scientifica internazionale che si occupa di Sla».

In 13 anni di attività abbiamo pubblicato 16 bandi per finanziare nuovi progetti, investito quasi 15milioni di euro in ricerca, finanziato 98 progetti e sostenuto 143 ricercatori italiani, con l’obiettivo di ‘attaccare’ la Sla su più fronti

Mario Melazzini – presidente di Fondazione Arisla

«Nei mesi scorsi abbiamo definito un nuovo piano strategico della ricerca, che si coniuga con una visione internazionale della ricerca sulla SLA, tracciata dal “National Institute of Neurological Disorders and Stroke”, con cui intendiamo favorire l’interazione tra ricercatori di base e clinici per una ricerca clinicamente informata, dando priorità a studi che abbiano maggiore potenzialità di ricaduta sulla vita dei pazienti», spiega ancora Melazzini.

La revisione dei progetti

Per il responsabile scientifico Arisla, Anna Ambrosini, i punti di forza di questa attività sono diversi. «Uno di questi è certamente rappresentato dal processo di revisione dei progetti, molto rigoroso, adottato da sempre da Arisla che ha portato alla selezione di studi di altissima qualità e innovatività, così come è stato rilevante il costante lavoro di monitoraggio sugli esiti di questi progetti svolto dall’ufficio scientifico. E poi è stato premiato l’aver scommesso, attraverso il finanziamento dei pilot, su progetti di ricerca ampiamente esplorativi che hanno permesso di attrarre giovani ricercatori di altri ambiti e incentivarli ad intraprendere un nuovo percorso di studio sulla Sla. Infine, dai dati raccolti emerge come nel tempo il nostro impegno abbia formato una forte massa critica di ricercatori determinati a sviluppare progettualità concrete con l’unico fine di arrivare a terapie efficaci».

La foto in apertura è di Michal Jarmoluk da Pixabay


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