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Donazioni di organi: non dire subito di no, prima informati!

Il 14 aprile si celebra la Giornata nazionale per la donazione di organi. Nell'occasione Flavia Petrin, presidente di Aido, lancia un appello: «Ognuno decida liberamente, ma in modo consapevole. Per esprimere la propria dichiarazione di volontà o la propria opposizione alla donazione si deve sapere di cosa si tratta»

di Nicla Panciera

L’anno scorso ha visto il maggior numero di trapianti negli ultimi dieci anni  e il nostro paese in Europa è secondo solo alla Spagna per numero di trapianti effettuati. Ma c’è un aspetto critico da affrontare con decisione: l’aumento delle opposizioni sia al momento della morte di un familiare e anche al momento della dichiarazione di volontà al rinnovo della carta di identità, dove i “no” sono il  31,5% dei casi. Spesso un’opposizione dipende dalla mancanza di adeguate informazioni al momento della richiesta. Per questo, in occasione della Giornata nazionale per la donazione di organi, tessuti e cellule, l’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule Aido si rivolge proprio a loro.

Flavia Petrin, presidentessa Aido

«Chiamate a dichiarare la propria volontà al momento del rinnovo della carta di identità, spesso le persone vengono prese alla sprovvista o magari non sanno che possono anche astenersi e non esprimersi finché non avranno chiarito eventuali dubbi. Per questo, noi raccomandiamo loro: aspettate, informatevi e, poi, decidere in modo consapevole» spiega Flavia Petrin, presidentessa nazionale dell’Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule Aido.

Sul sito web di Aido ci sono tutte le informazioni necessarie e i rimandi ai siti ministeriali. Continua Petrin:«Informarsi è importante perché, una volta che l’opposizione è stata registrata, varrà al momento del decesso, anche quando la persona dovesse nel frattempo aver cambiato idea e avere espresso a voce la propria nuova volontà». È sempre possibile cambiare idea, in ogni momento, ma va aggiornata la propria volontà registrata nel Sistema informativo trapianti.

Decidere in vita pensando a chi resta

È opportuno decidere in vita anche per un altro motivo: «Se non lo si è fatto» spiega Petrin, «la legge prevede che vengano sentiti gli aventi diritto [coniuge o convivente; figli maggiorenni; genitori] che dovranno interpretare la volontà del defunto. Una dichiarazione fatta in vita li solleverà da questo compito in un momento traumatico come quello della perdita». In realtà, la legge 91/99 introduce il concetto di “silenzio assenso” che non è mai stato realizzato. È importante fare informazione e creare una cultura della donazione, spiega Petrin: «Una riduzione di quel 31,5% di “no” contribuirebbe a diffondere fiducia anche nei più incerti in partenza».

Una dichiarazione digitale, ovunque e in ogni momento

Ci si può esprimere in tre modi: all’anagrafe, quando rinnoviamo o richiediamo la Carta di identità; presso le associazioni o all’Aido; presso l’Azienda sanitaria locale. Per cercare di rendere facile la dichiarazione di volontà, Aido ha creato nel settembre 2021 DigitalApp, uno strumento digitale col quale registrare la propria volontà tramite app, con spid, cie e posta certificata in ogni momento, senza dover attendere il termine dei dieci anni di validità della carta di identità. I dati danno ragione all’iniziativa: da questo canale provengono la grande maggioranza dei consensi alla donazione. «Nell’ultimo trimestre del 2021, le dichiarazioni provenienti da DigitalApp sono state 4.991, nel 2022 sono state 17.226 e nel 2023 sono state 19.754, rispetto al totale che è stato di 11.053 nel 2022, di 21.119 nel 2022 e 28mila nel 2023»

Una semplice domanda

Certo, DigitalApp voleva puntare ai giovani ma, svela Petrin, «Il 3% delle dichiarazioni sono di over 70. Dopotutto, gli anziani sono e possono essere donatori. Dobbiamo essere chiari su questo: la domanda alla quale ognuno di noi dovrebbe rispondere è “sei favorevole alla donazione degli organi post-mortem?”. Non è complicato. Se la risposta è sì, il consenso alla donazione dovrebbe seguire logicamente. Infine, si tenga sempre a mente che chi esprime il consenso sta facendo una promessa: alla mia morte, io donerò per voi. Nessuno di noi sa se diventerà effettivamente donatore o meno, dipenderà dagli accertamenti medici quando accadrà».

Foto di Tim Marshall su Unsplash


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