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Empatici, altruisti, sensibili, energici: gli adolescenti sono meglio di come li immaginiamo

«Empatici, altruisti, pieni di risorse, di energia, di attenzione e sensibilità verso i coetanei e verso il mondo che li circonda». È così che gli adolescenti vengono dipinti dagli operatori che abitualmente hanno contatti con loro in un contesto lavorativo o di volontariato. Starci insieme è piacevole: e infatti il rapporto con i ragazzi è l’aspetto che dà più soddisfazione professionale, mentre la stabilità contrattuale e la retribuzione sono quelle da cui derivano le maggiori frustrazioni. I dati emergono da un report realizzato da Erickson

di Sabina Pignataro

«Gli adolescenti di oggi sono ragazzi e ragazze empatici, altruisti, pieni di risorse, di energia, di attenzione e sensibilità verso i coetanei e verso il mondo che li circonda».  In pratica, sono meglio di come vengono dipinti delle narrazioni mainstream. Ad aprire uno spiraglio di luce in un mondo che continuiamo a raccontare solo come buio sono proprio gli operatori che abitualmente  hanno contatti con gli adolescenti in un contesto lavorativo o di volontariato. Persone, insomma, che con questi giovani si incontrano e scontrano quasi tutti i giorni. Tra cui psicoterapeuti; educatori; pedagogisti; e insegnanti di scuola e  professionisti sanitari e coloro che operano nel campo del volontariato, dello sport, della cultura (allenatori, bibliotecari, animatori).

 In mezzo all’innegabile fatica fisica, mentale ed emotiva, di stare loro accanto, il report “Lavorare con adolescenti” curato del Centro Studi Erickson (che verrà presentato a Rimini il 12 e il 13 aprile al convegno “Supereroi fragili. Adolescenti tra nuove sfide e costruzione di futuro”), emerge una fotografia degli adolescenti di oggi decisamente positiva. Sebbene non priva di quella complessità che abita la vita di tutti.
Solo una minima parte di questi professionisti, specificano le curatrici Isabella Zeni e Elena Stanchina, li considera «privi di fondamenti valoriali, inesperti, poco interessati al proprio futuro».

Punti di forza di ragazzi e ragazze

«Dalle risposte analizzate è emersa una fotografia ricca che rimanda a ragazzi e ragazze pieni di risorse, di energia, di attenzione e sensibilità verso i coetanei e verso il mondo che li circonda», raccontano le curatrici Isabella Zeni e Elena Stanchina. «Una caratteristica preponderante che hanno notato molti dei professionisti è che sono particolarmente inclini al costruire relazioni positive sia con i pari che con i docenti grazie alla capacità di ascolto e di dialogo che dimostrano». In particolare, «alcuni professionisti hanno indicato come una qualità dei ragazzi la fiducia nei confronti degli adulti, se ritenuti “degni”». Ma non solo. «Altruismo, empatia e sensibilità sono ulteriori caratteristiche rilevate che indicano l’attenzione e la cura da parte dei ragazzi nel coltivare i legami con gli altri. Anche la determinazione e la resilienza sono state attribuite in maniera consistente da parte dei professionisti, insieme ad apertura mentale, adattabilità e flessibilità».

Una fotografia in linea con quella tratteggiata su VITA da Jacopo Dalai, psicologo psicoterapeuta: «L’ansia, la fragilità e le fatiche degli adolescenti hanno finalmente conquistato più attenzione. Eppure, questa narrazione sta cominciando paradossalmente ad essere pericolosa. Non perché sia sbagliata: ma in quanto unica» (“Adolescenti fragili”, i rischi di una narrazione a senso unico).
E da questa mamma che aveva scritto alla redazione: «Quello che respingo è la definizione di questi ragazzi come di una generazione privata di futuro. Credo invece che siano stati grandi davvero» (Basta criticarli. Impariamo dai nostri figli: sono stati grandiosi).

Le difficoltà degli adolescenti

Torniamo al sondaggio di Erickson. Rispetto alle difficoltà riscontrate dagli operatori che lavorano con adolescenti, sono state indicate come principali quelle riguardanti gli aspetti relazionali e il ritiro sociale (16%), i problemi psicologici e di apprendimento legati alla scuola (16%), e le difficoltà familiari (14%). Altri problemi meno frequentemente menzionati includono conflitti con i genitori (6%), autolesionismo e rischio suicidario (6%), e problemi nell’uso dei social media e della tecnologia (6%), disturbi alimentari (4%) oltre a varie altre problematiche incluse (54% circa). Le sfide meno indicate riguardano l’ambito affettivo e sessuale, l’identità di genere e l’ansia legata al cambiamento climatico e al benessere del pianeta.

Necessità degli adolescenti

La maggior parte dei ragazzi chiede spazi e momenti dedicati per risolvere i conflitti (20%); di essere sensibilizzato su temi importanti come sessualità, salute e dipendenze (19%); di poter usufruire di  spazi di ascolto psicologico dedicati (19%). Altri aspetti menzionati includono la personalizzazione dei curricula, progetti sul metodo di studio, dialogo su argomenti di attualità e orientamento scolastico e professionale.

Riferimenti culturali in adolescenza

I professionisti hanno raccontato che i principali riferimenti culturali degli adolescenti sono: YouTube e i social network (37%); le serie TV (23%), che sembrano essere una fonte significativa di intrattenimento e influenza per gli adolescenti, mentre musica e spettacolo (16%) si confermano dei riferimenti trasversali intergenerazionali. Altri riferimenti includono sport, narrativa, programmi TV e arte.

«I dati emersi da questa domanda possono essere interpretati secondo due diverse visioni», spiegano le esperte. «Da una parte possono effettivamente restituire la fotografia del cambio di funzione di strumenti di fruizione culturale differenti rispetto a quelli di generazioni passate; dall’altra parte, potrebbero indicare una percezione distorta degli adulti rispetto alle giovani generazioni, che potrebbero giudicare queste ultime come dipendenti dalla tecnologia e gli apparecchi elettronici, andando quindi a ridurre l’idea degli interessi giovanili a una visione unidimensionale».

Quanto è difficile lavorare con gli adolescenti?

Nel sondaggio sono state indagate le modalità che risultano più utili per lavorare con gli adolescenti: un quarto del campione ha indicato il dialogo e il confronto diretto con gli adolescenti stessi come la migliore opzione, seguito dal confronto con i colleghi (19%), i genitori (15%) e la partecipazione a proposte formative (seminari, corsi, ecc.), mentre la lettura di libri e manuali scientifici è stata la modalità meno indicata. Pare che l’instaurare e mantenere un rapporto virtuoso e fiduciario con i ragazzi e le ragazze sia molto importante per gli operatori, molti dei quali hanno però segnalato le difficoltà nel fare ciò.
Secondo Zeni e Stanchina, il rapporto diretto con i ragazzi sembra essere l’aspetto che apporta un maggior soddisfacimento lavorativo e personale agli operatori, mentre la stabilità contrattuale, la retribuzione e l’adeguatezza degli spazi lavorativi sono quelle da cui derivano le maggiori frustrazioni.

Foto in apertura, duy-pham by unsplash


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