Salute
Fare sport fa bene. Ma molto più di quanto immaginate
L’attività fisica mette in circolo molecole che presiedono, con la loro funzione regolatrice, a meccanismi vitali, dall’immunità all’infiammazione, da sfruttare in chiave preventiva e terapeutica. Intanto, la ricerca svela sorprendenti poteri di rigenerazione dei tessuti. Ecco perché lo sport va ben oltre l’efficienza fisica: è una via divertente, a disposizione di tutti, economica ma sopratutto potente per tutelare la nostra salute. Tocca a noi combattere la zavorra evolutiva che spinge alle abbuffate e alla sedentarietà
Allo sport e alla sua funzione sociale è dedicato VITA magazine di luglio, qui presentato e che potete scaricare qui. Ma perché lo sport fa bene? Allenare il corpo significa migliorare l’efficienza fisica, quindi la forza muscolare, l’efficienza cardiorespiratoria e la composizione corporea. Eppure, questa è solo una parte della storia. Infatti, inizialmente tutta tesa all’ottenimento di conoscenze utili al miglioramento delle prestazioni degli atleti professionisti, la fisiologia dello sport ha svelato i complessi meccanismi biochimici attraverso cui l’attività fisica promuove la salute dell’intero organismo, cervello incluso, regolando alcuni processi vitali. Conoscerli a fondo consentirebbe di individuare delle molecole capaci di riprodurre l’effetto quasi farmacologico dello sport, regalando così tutti i benefici dell’attività fisica a chi, non per pigrizia, ma per malattia o vecchiaia non è più in grado di muoversi. Il loro nome è farmaci esercizio-mimetici.
«Negli ultimi quindici anni, abbiamo scoperto moltissimo, anche che l’attività fisica non solo garantisce il corretto funzionamento dell’organismo ma ne promuove la rigenerazione dei tessuti» spiega Antonio Paoli, docente di Scienze dell'esercizio e dello sport del Dipartimento di scienze biomediche dell'Università degli studi di Padova, dove dirige il Laboratorio di nutrizione e fisiologia dell’esercizio. Paoli, che è past president della Società italiana delle scienze motorie e sportive Sismes e della European sport nutrition society Esns, è di ritorno dal congresso europeo dell’European college of sport Ecss 2023.
Una fucina di molecole preziose
«La contrazione del muscolo scheletrico e lo stress meccanico prodotto dall’attività fisica promuovono la secrezione di molecole e proteine che vengono riversate nel torrente circolatorio ematico» spiega Paoli. Queste danno il via a una cascata di complessissimi segnali, regolando in questo modo le funzioni di vari organi, tra cui la neurogenesi, l’angiogenesi, la sintesi di nuovi mitocondri, l’ossidazione degli acidi grassi, la regolazione dell’infiammazione. Inoltre, «l’attività fisica aumenta i livelli del fattore neurotrofico cerebrale (Bdnf), proteina neuroprotettiva che stimola neuroplasticità e neurogenesi, mediatrice degli effetti positivi dello sport su memoria e cognizione; migliora la capacità di trasporto di glucosio e l’uso dei trigliceridi e a livello epatico aiuta a tenere sotto controllo l’accumulo di grassi» spiega Paoli. «Infine, riduce l’infiammazione, nonostante una sua iniziale crescita in acuto funzionale all’adattamento allo stimolo allenante».
«Andiamo fare due passi»
Tali risposte fisiologiche vengono innescate sia dall'allenamento anaerobico di potenza sia da quello aerobico di resistenza: «Le linee guida nazionali e internazionali, che non prevedevano il lavoro con sovraccarichi, oggi indicano che andrebbero inserite due sessioni a settimana di allenamento di forza» dice Paoli, ammonendo che, comunque, non si tratta di limitarsi a fare due passi: «Muoversi non basta! Bisogna superare quella soglia critica oltre la quale l’esercizio può svolgere le sue cruciali funzioni. Per stabilire il livello minimo adeguato a ciascuno, e modulare di conseguenza frequenza, intensità, tempo e tipo di attività senza rischio di infortuni, anche in caso di età avanzata e patologie, ci si rivolga al chinesiologo».
La medicina rigenerativa
Di esercizio fisico, non solo nell’ambito della riabilitazione ma proprio come stile di vita, si parla ormai in ogni congresso medico. Esso è stato studiato, e validato, come approccio utile ad alleviare un'ampia gamma di malattie, come le metaboliche, disturbi neurodegenerativi, tumori e malattie cardiovascolari. Ma ancor più entusiasmo sta suscitando nei ricercatori la capacità dell'esercizio di promuovere la rigenerazione dei tessuti. La maggior parte degli organi umani adulti ha, infatti, una debole capacità rigenerativa, come confermano gli esiti spesso invalidanti di ictus, infarti e lesioni spinali. Di come l’esercizio induca meccanismi rigenerativi, è tornato a parlare un recente studio apparso su una rivista del gruppo Nature, passando in rassegna il sistema muscolo-scheletrico, il sistema cardiovascolare e il sistema nervoso (immagine qui sotto). In cui appare chiaro che lo sport va ben oltre l’allenamento muscolare e cardiovascolare e l'effetto sulla composizione corporea.
Dopo un incidente che costringe all’immobilità o nel caso di atrofia dovuta a malattia, l’esercizio allenante consente la rigenerazione del muscolo, la sua innervazione e vascolarizzazione. L’azione della contrazione muscolare allenante si esercita anche sul sistema osteoarticolare, quindi sull’osso: «C’è un rapporto tra forza muscolare e densità minerale ossea» conferma Paoli. «Lo stimolo, fatto di compressioni e trazioni, esercitato dalla contrazione muscolare sull’osso lo modella. L’attività fisica è fondamentale: facilita l’accumulo di massa ossea in gioventù e ne promuove il mantenimento in là con gli anni. Analoghe capacità rigenerative si esercitano sulle articolazioni, dove viene promossa la produzione dei condrociti, uniche cellule della cartilagine» e ciò è confermato da numerosi studi sull’attività fisica nei soggetti con osteoartrite al ginocchio e all’anca.
Cuore. A differenza di molti altri tessuti, il non cuore non è in grado di rigenerarsi e auto-ricostituire le cellule del muscolo cardiaco dopo l’infarto. Tuttavia, studi hanno dimostrato che le cellule del miocardio rispondono all’esercizio fisico aumentando di dimensioni e accelerando la loro proliferazione. Lo sport è una bella protezione contro il danno ischemico.
Sistema nervoso centrale e periferico. L’esercizio aiuta la ripresa dopo un ictus o un danno al sistema nervoso centrale, migliorando la plasticità sinaptica, promuovendo la rigenerazione della mielina e la sopravvivenza dei neuroni, e facilitando l'angiogenesi cerebrale. In pazienti con lesioni spinali, l'esercizio fisico induce plasticità sinaptica e ripristina la funzione motoria e sensoriale. Il sistema nervoso periferico ha una certa capacità di rigenerazione, che viene potenziata dallo sport, proposto come vera e propria terapia a chi ha una neuropatia periferica.
Altri tessuti. È nota la capacità rigenerativa del fegato, che è quella che ci consente di donarne una parte senza conseguenze per la salute del donatore, ma l’esercizio promuove la produzione di epatociti, favorendo la ripresa dopo trapianto. Numerose evidenze riguardano anche la pelle, dove sta emergendo addirittura che attività fisiche diverse favoriscono la riparazione e la rigenerazione di ferite cutanee di varia natura.
Infine, la produzione di nuove cellule riguarda anche il sistema ematopoietico, cioè tutti quegli organi che si occupano della produzione di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Naturalmente portati al risparmio
Siamo nati per muoverci assume ora un significato ben più radicale. Lo sport è una strategia potente, divertente, economica e a disposizione di tutti per la tutela della salute. «Siamo una macchina che deve necessariamente muoversi non solo per allenare i muscoli, ma per funzionare in ogni senso» conclude lo scienziato dello sport. «Purtroppo, dobbiamo fare i conti con antichi meccanismi evolutivi che predispongono all’accumulo energetico, eccessivo e nocivo nei nostri ambienti moderni, e frenano ogni sforzo non direttamente connesso con la sopravvivenza come la fuga o il foraggiamento».
Photo by Alessio Soggetti (Pian delle Betulle, in alto) e Alora Griffiths (sollevamento pesi) on Unsplash
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