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Flop o rilancio?

Innovazione sociale se ci sei batti un colpo!

Ci sono stati tempi in cui vivevamo nell’illusione che politiche e innovazione, potessero guidare la trasformazione del contratto sociale. Oggi il quadro è cambiato. L’evoluzione sociale è impietosa tanto quella biologica: l’innovazione senza progenie esce dalla scena molto in fretta.

di Filippo Addarii

Qualche tempo fa migliaia di persone provenienti da tutto il Portogallo si sono riunite nel villaggio di Aldeia da Luz per festeggiare l’anniversario di Portugal Inovação Social, il primo programma nazionale che ha messo a sistema l’innovazione sociale come principio trasformativo dei Welfare State.

Dal 2016, 152 milioni di euro dell’ European Social Fund del Portogallo (programma 2014-20) sono stati dedicati a rinforzare capacità e competenze degli attori dell’ecosistema, a co-finanziare nuovi veicoli e strumenti di finanza sociale in partnership con i privati, incluse banche e investitori, e a finanziare i Social Impact Bonds (oggi più opportunamente rinominati Social Outcome Contract), una forma sofisticata di partnership tra pubblico e privato fondata sul principio di pagamento dei risultati sociali raggiunti da parte della  pubblica amministrazione. Un’agenzia nazionale è stata creata apposta selezionando un managment esterno, competente e dedicato.

Chi si sarebbe mai atteso che il Portogallo, uno dei Paesi in coda al rating su crescita e innovazione nell’Unione Europa, diventasse un esempio di politica per innovazione e progresso sociale, ma così è stato. Mi ricordo come fosse ieri delle consultazioni con il ministro Miguel Poiares Maduro per le politiche regionali (2013-15), notate politiche regionali, non sociali, con esperti internazionali per disegnare il primo programma nazionale che dava mano libera all’imprenditorialità privata (non-profit e for-profit), apriva ai capitali privati (filantropici e commerciali) e metteva le forze del mercato al servizio dell’utilità pubblica. Portugal Inovação Social è stato, sulla scorta di Big Society del governo di coalizione britannico (2010-15) il primo programma nazionale che ha avuto l’ambizione di trasformare il welfare state e creare un vero e proprio mercato del valore sociale in Europa.

Sono tempi lontani nella memoria. Lungi da me suonare nostalgico. Sono tempi in cui vivevamo nell’illusione che politiche e innovazione, anche quella tecnologica, potessero guidare la trasformazione del contratto sociale. Credevamo che il caso portoghese potesse essere esteso a tutti i Paesi dell’Unione Europea e modificare le stesse politiche dell’Unione creando un Single Social Market come lo avevamo battezzato. A distanza di anni, punteggiate da crisi mondiali e un quadro politico, economico e sociale sempre più incerto e instabile, quale bilancio possiamo tirare?

Portugal Inovação Social ha presentato dei buoni risultati nel primo ciclo (finanziamenti a 477 enti e 843 co-investimenti con partner pubblici e privati, senza però menzionare l’impatto) ed è stato rinnovato nella nuova programmazione 2021-27 introducendo una innovazione sostanziale: Felipe Almeida, direttore dell’agenzia di gestione, mi ha confermato che il pagamento dei risultati ai partner privati dipenderà d’ora in avanti dalla realizzazione di un risparmio nella spesa pubblica.

Tutto questo è significativo ma il valore esemplare dell’esperienza portoghese, in un qualche modo, si è esaurito. Prima di tutto perché tra il 2018 e il 2020 è stata inaugurata una nuova stagione con la lettera di Larry Fink, amministratore delegato di Blackrock, il più grande asset manger al mondo, e il Green Deal dell’Unione Europea. L’innovazione sociale è stata sostituita dalla transizione ecologica e dalla finanza sostenibile spostando baricentro sulle politiche industriali e i mercati dei capitali. L’innovazione sociale nonostante il titolo altisonante di Social Economy Action Plan presentato dalla Commissione europea nel 2021, è stata relegata a una nota a pie’ di pagina. Il peso delle politiche si pesano in miliardi di euro. Il resto sono specchietti per le allodole.

Questi sono fattori esogeni. Ma c’é anche una causa endogena: l’innovazione sociale di quella prima stagione non ha saputo riprodursi e moltiplicarsi. La legge dell’evoluzione sociale è impietosa tanto quella biologica: l’innovazione senza progenie esce dalla scena molto in fretta.

Della stessa evoluzione anche l’Italia è stato teatro e le sue vicende non sono meno paradigmatiche, ma questa è una storia di cui parliamo la prossima volta.

Così apro il mio spazio dedicato alla nuova stagione dell’innovazione sociale che, per quanto oggi sia definita con terminologia differente, manifesta le stesse forze e risponde alle stesse esigenze della società. Lo farò raccontando casi esemplari raccolti nel resto del mondo per cercare di risvegliare l’Italia dal quel torpore culturale in cui è piombato, come fosse il bacio del principe che risveglia Biancaneve.

Credit foto: kvalifik-unsplash


La rivista dell’innovazione sociale.

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