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Immigrati, che ricchezza. La rivolta dei giovani industriali.

Al convegno di Santa Margherita è stato un coro. "La Bossi-fini è dettata da una sindrome da assedio assurda" dice la leader degli imprenditori under40.

di Luca Razza

È diventata una vera e propria guerra, quella dei giovani industriali contro i principi base della legge Bossi-Fini. La dichiarazione è arrivata nel weekend del 7 e 8 giugno durante il tradizionale meeting di Santa Margherita Ligure, dove la presidente Anna Maria Artoni ha chiesto al governo di ?sanare? non solo colf e badanti, ma anche gli operai, e addirittura di concedere il voto amministrativo agli extracomunitari residenti nel nostro Paese. Non solo critiche alla legge in esame sono echeggiate al convegno che la Artoni ha organizzato, certo, ma l?accento era tutto sul «bisogno demografico» e sulla «sindrome dell?assedio» negata dalle statistiche che dimostrano «non essere mai esistita società più tranquilla della nostra». Un sasso nello stagno E che l?incontro dei giovaniu industriali di quest?anno andasse decisamente controcorrente lo si è capito anche quando sul palco è salito Gabriele Drigo, giovane (classe 1969) ma già affermato imprenditore friulano, vicepresidente di Camef e presidente dell?associazione dei giovani imprenditori della regione. La sua Camef, azienda specializzata nel settore della carpenteria metallica, è infatti andata in solitudine a realizzare il primo passo di un progetto controcorrente e sicuramente borderline: quello della creazione di una serie di alloggi per lavoratori immigrati e della loro gestione immobiliare attraverso un?inedita sinergia con il mondo del volontariato. «La mia è un?idea semplice», si schermisce Drigo. «Nata dal fatto che Camef è proprietaria a San Daniele del Friuli di un immobile inutilizzato e attualmente in fase di ristrutturazione. L?associazione di volontariato Vicini di casa, di Udine, si è fatta carico di questo immobile attraverso la formula del comodato d?uso». In questo modo, Vicini di casa completerà a sue spese i lavori di ripristino dell?edificio ma, con le successive entrate di affitti più che calmierati e destinati a lavoratori extracomunitari, recupererà nel tempo il capitale investito nel progetto. Fra pochi mesi, a ripristino terminato, saranno così 14 i posti letto disponibili, di cui alcuni gestiti (a prezzi quasi simbolici) dalla Camef per i suoi dipendenti extracomunitari; i restanti, invece, rimarranno a disposizione di Vicini di casa che, con lo stesso meccanismo, li metterà a disposizione di famiglie extracomunitarie lavoratrici. «Considero questa iniziativa una provocazione, un modello e un esperimento insieme», spiega Gabriele Drigo. «Perché l?intento è sicuramente quello di provocare una riflessione all?interno di un mondo imprenditoriale talvolta arroccato dentro logori schematismi». «È anche vero che questo tipo di iniziativa non era più procrastinabile», riconosce Drigo. «Il problema degli affitti ai lavoratori extracomunitari è sempre stato un aspetto scottante e recidivo all?interno delle relazioni sociali della mia regione». C?è già chi copia L?idea di Drigo comunuqe ha fatto breccia. Altri imprenditori friulani hanno manifestato curiosità e interesse per l?iniziativa. «C?è un?altra grossa realtà imprenditoriale della regione che si è fatta portavoce di un progetto del tutto simile al nostro. D?altronde, in una regione che occupa circa 17mila lavoratori immigrati, e ne fa una delle costole principali della sua ossatura produttiva, ormai i tempi sono maturi per tramutare il concetto di ?immigrazione? in ?integrazione?». E non c?è soltanto il caso friulano. Tra i giovani industriali la consapevolezza che la Bossi-Fini porterà più danni che benefici è diffusa un po? dappertutto. In un convegno che si è tenuto a Bergamo, ad esempio, i giovani industriali lombardi non l?hanno certo mandata a dire: il professor Alessandro Nova, dell?Università di Pavia, ha dimostrato ? dati alla mano ? che la Lombardia non è tanto diversa dal Veneto: gli immigrati servono eccome (almeno 400 mila nei dieci anni futuri, con i locali tassi di natalità). E il concetto è stato ribadito anche da Alberto Marenghi, presidente dei Giovani imprenditori di Federlombardia e braccio destro della Artoni. Il presidente di Confindustria D?Amato, fedelisasimo al governo, ringhia contro i suoi giovani colleghi. Ma loro, a quanto pare, non hanno nessuna intenziondi fare marcia indietro. Luca Razza ed Ettore Colombo


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