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Cooperazione & Relazioni internazionali

Papa in Congo, Don Bosco 2000: «Gestire i flussi migratori pensando alle cause»

In occasione del viaggio del Pontefice, il presidente dell’associazione, Agostino Sella, invita a riflettere sul colonialismo economico in atto nel continente che si ripercuote sulle persone costrette ad abbandonare le proprie terre: «I fondi investiti per la cooperazione internazionale in Africa sono al minimo storico»

di Nicola Varcasia

«Occorre una presa di coscienza da parte dei Paesi occidentali, dobbiamo smettere di parlare delle conseguenze e iniziare a guardare alle cause che hanno portato molti Stati africani alla condizione in cui sono oggi». In occasione del viaggio di Papa Francesco in Congo, Agostino Sella, presidente dell’associazione Don Bosco 2000, presente in Africa con molteplici iniziative di inclusione sociale, ha voluto far sentire la voce della sua organizzazione sul tema dello sfruttamento delle popolazioni e delle risorse.
«“Giù le mani dall’Africa” è stato il grido di Papa Francesco: il saccheggio delle risorse africane da parte dei Paesi occidentali è risaputo ma non si ferma mai», prosegue Sella, «ricordiamoci che i nostri telefoni cellulari funzionano grazie alle risorse minerarie del Congo e, nonostante questo, rimane uno tra i cinque paesi più poveri del mondo».
Il colonialismo economico che da decenni depreda l’Africa delle sue ricchezze naturali non fa che riversarsi sulla popolazione che non trova altra via di scampo se non lasciare le proprie terre e trovare riparo altrove: «Non possiamo gestire i flussi migratori solo pensando a non far arrivare i migranti in Italia, occorre adottare una politica a 360°, che non si concentri solo sui Paesi di arrivo o di transito, come Libia o Tunisia», ribadisce Sella, già intervenuto in varie occasioni in risposta alle iniziative del governo in materia di immigrazione.
Si parla di rafforzare l’intervento degli stati europei in Africa, prosegue il suo ragionamento, ma i fondi investiti per la cooperazione internazionale in Africa sono al minimo storico. Continuando di questo passo le popolazioni africane saranno sempre più sotto pressione e il continente Africano si impoverirà sempre di più grazie alle politiche dei paesi ricchi che continuano a depredare le materie prime dei paesi poveri, come avviene con il cobalto o con l’uranio: «Le popolazioni martoriate ce lo chiedono in silenzio da anni, oggi ascoltiamo il grido del Papa», conclude Sella.


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