Costituzionalismo ambientale
Lago di Garda, anche la natura i suoi diritti
Il più grande bacino d'Italia è al centro di un ambizioso percorso dal basso per il riconoscimento della sua personalità giuridica. Prendendo spunto dalla norma spagnola per la laguna del Mar Menor, un gruppo di associazioni ha elaborato una dichiarazione dei diritti del Garda: la base per formulare una proposta di legge nazionale. Vogliono la massima protezione, per salvare il lago dalle molte minacce ambientali. Ma anche sociali, visto l'impatto pesante, e crescente, del turismo

Inquinamento, cementificazione, perdita di biodiversità, overtourism: sono tante le minacce per il presente e il futuro del lago di Garda, il suo ambiente, il paesaggio, la qualità della vita degli abitanti. Ogni anno, sulle tre sponde, veneta, lombarda e trentina, arrivano 26,5 milioni di visitatori, a fronte di una popolazione residente di 190mila persone. L’affluenza è soprattutto nei mesi estivi, e aumenta. Tra il 2014 e il 2024, la crescita è stata del 27%, secondo i dati Istat rielaborati da Legambiente. Mentre la Provincia di Trento e le Regioni Lombardia e Veneto si concentrano su una «promozione unitaria» per «attrarre flussi turistici di qualità», è nata dal basso un’iniziativa per tutelare il più grande bacino naturale d’Italia e i suoi valori: ecologico, paesaggistico, culturale, riconoscendo i suoi diritti.
Il lago come essere vivente
La Federazione per il riconoscimento dei diritti del lago di Garda ha l’obiettivo ambizioso di arrivare all’approvazione di una legge nazionale (sarebbe la prima in Italia) sul modello della norma spagnola del 2022, che conferisce personalità giuridica alla laguna del Mar Menor. Fanno parte della Federazione cittadini, gruppi e associazioni locali impegnati su diversi fronti, ma uniti nella richiesta di diritti per il lago: Legambiente, Gaia animali & ambiente, Tavolo ambiente Garda, Presidio 9 agosto (con Basta veleni, Comitato referendario Acqua pubblica Brescia, Cat – Comitato ambiente e territorio, Le mamme del Chiese), Sal – Salvaguardia area lago di Riva del Garda, Tag – Tavolo ambiente Garda, Monastero del bene comune di Sezano, Desenzano più verde. Ritengono necessaria un’alleanza fra gli esseri umani e gli enti naturali. A supportarli, ci sono il geografo dell’Università di Udine Francesco Visentin e i giuristi Pasquale Viola e Roberto Louvin dell’Università di Trieste.

«Abbiamo intrapreso un percorso lento e costellato di difficoltà, ma arricchente e appassionante, soprattutto se pensiamo che il nostro lavoro possa essere utile a salvare il lago», afferma Isabella D’Isola, ex docente di filosofia e storia, portavoce della Federazione. «È stato complicato riconoscere che gli animali hanno diritti, figuriamoci per gli esseri inanimati. Serve uno stravolgimento di mentalità, per noi occidentali, da sempre abituati a pensare alla natura come a una risorsa da sfruttare. Facciamo fatica a uscire dall’antropocentrismo per abbracciare un’ecologia etica».
Il percorso per il riconoscimento dei diritti si incrocia con le principali battaglie per la tutela del lago, come quella contro la costruzione della ciclovia sulle rive, con i relativi impatti negativi sulle falesie, taglio di alberi e modificazione degli habitat. O quella che si oppone alla soluzione del depuratore in luoghi improbabili, che devasterebbe ecosistemi fluviali a costi elevatissimi. E c’è chi lotta contro il consumo di suolo, la speculazione edilizia… I più sensibili sono gli abitanti che non hanno interessi nel settore turistico e che mal sopportano l’afflusso crescente di visitatori, che rende tutto più difficile, a partire dagli spostamenti. «Per noi, il Garda non è più desiderabile come un tempo, non ci fidiamo neanche a fare il bagno. I risultati dei monitoraggi della Goletta dei Laghi di Legambiente sono campanelli d’allarme», aggiunge D’Isola.
Un libro per cambiare lo sguardo
Nel primo anno di attività, la Federazione ha realizzato il libro: Questo meraviglioso lago di Garda. Storia di un desiderabile salvataggio, che approfondisce temi legati al riconoscimento dei diritti della natura. È uno strumento utile per cercare di comprendere il significato della proposta: cosa vuol dire riconoscere la personalità giuridica a un lago, come se fosse un essere vivente? «Di fatto – si legge – è un grandissimo organismo vivente costituito da materia e bios. La compenetrazione dei due elementi dà luogo a un ecosistema speciale».
Tra i contributi, Pasquale Viola e Roberto Louvin osservano che, nel nostro ordinamento, a enti come chiese, condomini, società commerciali, università, fondazioni… «volutamente si è conferita una “personalità giuridica” non in senso animistico, ma per consentire che essi perpetuassero la loro funzione anche oltre la vita di coloro che li compongono e che oggi ne sono i “portavoce”». Riconoscere diritti al Garda, «ha il senso di rendere questa meravigliosa entità naturale e il suo ecosistema titolari di tutele specifiche, azionabili da individui o istituzioni a suo nome e nel suo preciso interesse, in maniera del tutto indipendente dagli altri interessi (spesso egoistici e di breve orizzonte), che gravitano intorno all’esistenza e alla funzionalità del lago, operando così un affrancamento graduale dall’assolutezza e dall’esclusività dei diritti proprietari che su di esso si concentrano».
Viola e Louvin fanno riferimento al preambolo della legge spagnola che ha riconosciuto la personalità giuridica alla laguna del Mar Menor. «In maniera chiara, il legislatore spagnolo ha sottolineato tre punti essenziali: l’innegabilità, sul piano scientifico, delle condizioni catastrofiche della laguna; l’inefficacia degli strumenti giuridici di cui l’ordinamento disponeva fino ad allora; l’esistenza di una convergenza in atto, a livello globale, per il riconoscimento dei diritti della Natura».
Il precedente spagnolo indica la strada. Il prossimo passaggio, per la Federazione del Garda, è coinvolgere le istituzioni, prima di tutto i Comuni.
In apertura, foto di Elisabetta Falco su Unsplash
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