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Inclusione

Lavoratori con disabilità: un nuovo strumento aiuta le imprese

Uno strumento concreto per accompagnare le imprese e le organizzazioni nell’inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Questo l’obiettivo della Prassi di Riferimento UNI/PdR 159:2024, “Lavoro inclusivo delle persone con disabilità” redatta da UNI, e promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia. Non è un documento solo teorico. Al contrario, riporta le azioni e le politiche da monitorare, proponendo anche una check-list di controllo

di Sabina Pignataro

Nel 2021, le persone con disabilità rappresentavano il 21,4% della popolazione italiana: circa 12 milioni di persone su 59 milioni di abitanti. Quali sono le occasioni di lavoro per queste persone? Come vengono accolte e valorizzate all’interno delle organizzazioni, sia in una logica di responsabilità sociale che di competitività e di innovazione?

Nell’articolo 27, dedicato al lavoro ed occupazione, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (ratificata dall’Italia con L. 18/2009) riconosce il diritto delle persone con disabilità al lavoro, includendo in ciò l’opportunità di mantenersi attraverso la propria attività lavorativa e la libertà di scelta all’interno di un ambiente lavorativo inclusivo ed accessibile.
Il tema non è nuovo. La novità sta nel fatto che per accompagnare le imprese e le organizzazioni nell’inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro, è ora disponibile un nuovo strumento, la Prassi di Riferimento UNI/PdR 159:2024, “Lavoro inclusivo delle persone con disabilità” redatta da UNI, Ente italiano di normazione, e promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, nell’ambito dell’Accordo per la competitività tra Regione e Sistema camerale lombardo. (si può scaricare da qui)

Obiettivi

Gli obiettivi principali sono la diffusione e il consolidamento di una cultura orientata all’inclusione da considerarsi anche come valore aggiunto per le organizzazioni, e la tutela dei diritti delle persone con disabilità definendo delle indicazioni che possano essere di ispirazione per i soggetti che vogliano favorire lo sviluppo di una cultura organizzativa improntata all’inclusione delle persone con disabilità. Il risultato dell’applicazione di questa prassi di riferimento dovrebbe, inoltre, favorire l’incremento delle assunzioni delle persone con disabilità,  favorire la promozione di una piena inclusione delle persone con disabilità già inserite nelle organizzazioni; promuovere una cultura dell’organizzazione inclusiva sul tema della disabilità in tutti i contesti.

Quali prassi sono necessarie?

Il documento punta a fornire alle organizzazioni delle indicazioni di massima per l’attivazione di un percorso verso l’inclusione lavorativa, specificando sua gli elementi ritenuti indispensabili per poter avviare tale percorso, sia l’assetto culturale di cui l’organizzazione dovrebbe farsi. Non è un documento fatto solo di teorie. Al contrario, riporta le azioni e le politiche inclusive che l’organizzazione dovrebbe pianificare, attuare (del tutto o in parte, a seconda delle effettive possibilità) e monitorare, proponendo anche una check-list di controllo, per verificare e valutare internamente lo stato di avanzamento rispetto alle azioni che l’organizzazione ha deciso di effettuare.

Per le imprese che vogliono intraprendere questo percorso è previsto anche un incentivo economico, grazie a un bando in uscita nel mese di aprile 2024. Le imprese che aderiranno, beneficeranno di un supporto finanziario per mettere in pratica le indicazioni descritte nella Prassi di Riferimento all’interno della propria organizzazione, agendo sugli elementi ritenuti indispensabili. Tra questi: l’adeguatezza delle postazioni di lavoro, l’assenza di barriere architettoniche, senso-percettive e digitali e la collaborazione con gli Enti territoriali per l’inserimento lavorativo. Ancora, la gestione flessibile dell’orario e dei ritmi di lavoro, la presenza nell’organizzazione di un piano strategico di inclusione, la definizione di momenti di condivisione e la presenza di figure specializzate come il Disability Manager o il Diversity Manager.

Il lancio della Prassi di Riferimento segna l’inizio di una serie di iniziative che si svilupperanno nei prossimi mesi attraverso tavoli tecnici e eventi territoriali. La Lombardia diventa promotrice nell’implementazione di strategie inclusive e l’adozione di questa Prassi di Riferimento da parte delle imprese lombarde costituisce anche un impegno verso una società più equa e inclusiva. Questa iniziativa delinea un significativo progresso nel riconoscere e valorizzare le abilità e le competenze di ogni individuo, comprese le persone con disabilità. A credere e supportare il progetto l’influencer e travel blogger Giulia Lamarca, nota sui social per il suo impegno nell’affrontare proprio il tema dell’inclusione e della disabilità.

Il tabu della disabilità

In una popolazione di circa 3 milioni di persone con gravi limitazioni, solo il 32,5% (nella fascia d’età 15-64 anni) risulta occupata contro il 58,9% delle persone senza limitazioni; molto alta la percentuale (20%) di disabili in cerca di occupazione, sensibilmente superiore a quella della popolazione senza forme di disabilità (11,3%).

Secondo i dati del 2022 dell’ILO, Organizzazione Internazionale del Lavoro, i lavoratori con disabilità sono certamente tra coloro che, nel mercato del lavoro italiano, maggiormente hanno bisogno di attenzione da parte dei policy maker. Con particolare riguardo alla partecipazione lavorativa, una peculiarità riguardante la maggior parte delle persone con disabilità è la bassa intensità lavorativa, che identifica una difficoltà di partecipazione al mercato del lavoro.

Lo svantaggio è risultato ancora più netto per le lavoratrici poiché risulta occupato solo il 9,1% delle donne con disabilità gravi, mentre per gli uomini la percentuale aumenta sino al 16,1%.. Il divario è ancora più evidente con riferimento alle limitazioni non gravi, per cui la percentuale è rispettivamente del 23,3% e del 36%.

Non tutti si sentono a proprio agio all’interno della propria organizzazione.  Secondo lo studio Your Workforce Includes People with Disabilities. Does Your People Strategy?, condotto da Boston Consulting Group – BCG, «in Italia il 46% dei lavoratori con disabilità o una condizione di salute cronica sono il 21%, ma il 46% di questi non ha rivelato la propria disabilità sul posto di lavoro per timore di discriminazioni e pregiudizi. Gli altri (quelli che lo hanno comunicato) affermano di aver subito discriminazioni».

Chi ha una disabilità o una condizione di salute che limita alcune attività fondamentali, spesso riporta livelli inferiori di inclusione sul posto di lavoro rispetto ai colleghi che non riportano disabilità, o perfino rispetto ad altri gruppi al centro di iniziative DE&I.

Foto in apertura Tim Mossholder by Unsplash


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