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Sviluppo sostenibile

Parità di genere: dalla finanza 56 miliardi di dollari… ma sono pochi

È il valore dei fondi che includono la gender equity negli obiettivi di investimento. Sembra alto ma, avverte il professor Calderini di Tiresia commentando il report dell’Onu dedicato a questi temi, «non siamo ancora capaci di rendere l’impatto il fulcro attorno a cui le istituzioni finanziarie generano valore»

di Nicola Varcasia

La parità di genere passa dagli investimenti. Almeno a livello finanziario ed economico. A sottolineare con forza questa esigenza è il report promosso da Un Women, l’organizzazione delle Nazioni unite dedicata all’uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne assieme al centro Tiresia del Politecnico di Milano, ad Axa research lab on gender equality della Bocconi e alla società Phenix capital.

Come ridurre la disparità

Il report – dal lungo titolo inglese: “Empowering women, building sustainable assets: Strengthening the depth of gender lens investing across asset classes” – esplora infatti il mercato del cosiddetto Gender lens investing – Gli: si tratta di un approccio, spiegano i promotori dello studio, che pone l’uguaglianza di genere al centro delle decisioni di investimento. L’obiettivo è quello di ridurre le disparità di genere attraverso la destinazione strategica di risorse economiche in questo specifico campo.

Manca l’accordo

Il report chiama ad una responsabilità diretta gli investitori istituzionali e i fondi d’impatto nell’indirizzare più finanziamenti verso l’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero cinque volto a raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare le donne e le ragazze.

Il numero di fondi dedicati al miglioramento dell’ambiente superano quelli con obiettivi sociali

Il primo problema che si incontra è però la diversità di approcci attuali nell’ambito dell’evoluzione del gender lens investing, che vanno da quelli più incentrati sulla mitigazione del rischio e sulla creazione di valore a quelli in cui  a quelli in cui gli obiettivi di impatto generativo giocano un ruolo più importante. Tuttavia, il potenziale del settore è chiaro: aumentando la profondità della lente di genere applicata agli investimenti, ci sono opportunità per sostenere il cambiamento in tutte le classi di investimento.

Più formazione

Per sopperire a questa mancanza di un consenso sulla definizione di uguaglianza e inclusione nel contesto finanziario, emerge la necessità di una migliore alfabetizzazione finanziaria, secondo punto evidenziato dal report per integrare le questioni di genere nelle decisioni di investimento. Un altro trend interessante riguarda gli investitori, che si mostrano sempre più consapevoli, riconoscendo l’importanza di misurare e rendicontare l’impatto dei loro investimenti, adottando pratiche di misurazione che coinvolgono questioni di genere e uguaglianza e contribuendo attivamente al successo e all’impatto positivo di tali iniziative. Anche le iniziative dall’alto verso il basso, comprese le regolamentazioni più stringenti, sono accolte positivamente dalla comunità degli investitori, favorendo un ambiente propizio all’accelerazione delle iniziative di genere e disuguaglianza.

Donne nei ruoli apicali

Il commento di Mario Calderini, direttore di Tiresia però, fa capire quanto la comunità finanziaria sia ancora piuttosto lontana dall’aver sposato questa causa: «Non siamo stati ancora capaci di rendere l’impatto il fulcro centrale attorno a cui le istituzioni finanziarie generano valore. Uno dei motivi più immediati per spiegare perché questo non è successo, è chiedersi chi non era all’interno dei consigli di amministrazione di grandi istituti finanziari. Le donne. Credo fortemente che la rivoluzione d’impatto dipenda da maggior inclusione, maggior presenza di donne e di diversità di genere tra gli organi decisionali».

Private equity

Quanto ai numeri, sintetizza Tiresia, a luglio 2023, il capitale investito ha raggiunto la cifra di 56 miliardi di dollari, con una crescente domanda per i fondi di investimento d’impatto legati all’Sdg 5. Il private equity si conferma come la strategia ad impatto più matura, vantando il maggior numero di fondi di investimento (41) e un significativo capitale allocato. Anche gli investimenti in asset reali, immobiliari ed infrastrutturali, sebbene con un numero limitato di fondi, hanno registrato un aumento di iniziative nel 2022. In particolare, su 2.100 fondi d’impatto mappati da Phenix Capital per il report, nel luglio 2022, 356 (16,9%) includevano l’SDG 5 nei loro obiettivi di investimento. L’anno successivo, nel luglio 2023 il numero di fondi che includevano gli obiettivi Sdg 5 è salito a 422, che rappresentano il 17,2% del totale di 2.440 fondi e l’8,9% del patrimonio totale in gestione (AUM) di questi fondi, pari a 56 miliardi di dollari su 631 miliardi di dollari totali.

Impatto potenziale

Se l’obiettivo è destinare capitali crescenti per affrontare la disuguaglianza di genere, il “Gli” offre una soluzione pratica e potenzialmente impattante per affrontare il cronico sottofinanziamento delle iniziative di emancipazione delle donne e di parità di genere. Almeno su questo, le conclusioni del report – che si può leggere integralmente cliccando qui – offrono spunti per essere un po’ più ottimisti.

Foto in apertura, la copertina del report di Un women


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