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Osservatorio cittadini e disabilità: 8 italiani su 10 bocciano il sistema sanitario

I dati del report presentati in occasione della terza edizione del Premio giornalistico Bomprezzi-Capulli che si è tenuto a Roma e Milano con l’intervento video della ministra Locatelli. Il prossimo anno l’indagine statistica sarà centrata su violenza alla donne con disabilità e lavoro

di Redazione

Le persone con disabilità non ricevono risposte adeguate dal Servizio sanitario nazionale – Ssn per ben 8 italiani su 10, inoltre per il 63% della popolazione italiana non c’è neanche una risposta efficace ai bisogni sanitari relativi alla disabilità. Sono quasi 4 su 10 le persone che si spostano dalla propria regione per trovare cure e supporti adeguati.

A essere promosso è il personale medico che per l’86% degli intervistati costituisce ancora il vero fiore all’occhiello del Sistema sanitario. È questa la fotografia scattata per il 2023 dalla terza indagine dell’Osservatorio Cittadini e disabilità con commento di Swg sul  rapporto tra persone con disabilità e sanità, che è stato presentato durante la consegna del Premio giornalistico Bomprezzi – Capulli a Roma e in contemporanea a Milano. 

Ad aprire i lavori di questo evento di confronto con il mondo dei media su informazione, disabilità, giornalismo costruttivo e sociale, che si è chiuso con l’assegnazione del premio giornalistico “Franco Bomprezzi” e il premio audiovisivo dedicato alla giornalista del Tg2  Maria Grazia Capulli, i saluti della ministra delle disabilità, Alessandra Locatelli. 

«Ritengo che  questa sia un’iniziativa capace di cogliere tutti gli aspetti dell’inclusione e dell’attenzione agli altri, che di anno  in anno viene coltivata anche grazie alle storie raccontate dai giornalisti in concorso» ha detto la ministra. «È importante informare  e comunicare correttamente questi temi che spesso vengono adombrati da tanti altri. Il mondo degli enti di Terzo settore e i progetti che vengono portati avanti a favore delle persone più fragili rappresentano  un’eccellenza del nostro Paese: dobbiamo impegnarci a valorizzare sempre queste esperienze». 

Si guarda al 2024, decennale della scomparsa di Franco Bomprezzi

Da parte sua la presidente del Premio Bomprezzi Simonetta Morelli ha anticipato le novità per il 2024 che riguarderanno il Premio: «Siamo già al lavoro per celebrare il prossimo anno i 10 anni della  scomparsa di Franco. Un collega e amico che ci manca e di cui avvertiamo il bisogno umano e la capacità  di visione. Dall’altra abbiamo deciso di centrare l’indagine statistica del report 2024 “Cittadini e disabilità” su  violenza sulle donne disabili e lavoro, temi fondamentali per garantire i diritti della persona». 

Gli interventi

«Bomprezzi è stato un grande milanese. Fondazione di Comunità Milano, che sostiene il benessere di chi  vive a Milano, non lo dimentica. Proprio nella Casa dei Diritti a lui intitolata, abbiamo presentato il nostro  Decalogo del Parco Giochi Inclusivo che condivide le lezioni apprese realizzando 9 aree gioco accessibili e  inclusive nei 9 Municipi di Milano, insieme ad organizzazioni che operano per una nuova cultura della  disabilità e contando sulla sensibilità della stampa locale», ha spiegato Carlo  Marchetti, presidente Fondazione di Comunità Milano e main partner del Premio. «Per queste ragioni ci è sembrato lineare  accompagnare la strada del Premio Bomprezzi Capulli che valorizza la missione di responsabilità sociale dei  giornalisti e delle giornaliste». 

Un impegno ribadito anche da Cbm Italia, organizzazione umanitaria che opera nel Sud del mondo per la  prevenzione e cura delle disabilità visive, e in Italia per l’inclusione delle persone con disabilità, che sostiene  il Premio sin dalla sua prima edizione: «Una missione che ci lega al Premio – ha commentato Massimo  Maggio, direttore di Cbm Italia. «Le parole hanno una forza incredibile e in tema di disabilità possono essere  macigni: scegliere con cura i termini da usare quando si parla di una persona con disabilità è un gesto di  consapevolezza, che aiuta a combattere gli stereotipi». 

La premiazione – ricorda una nota – è stata anche una giornata di promesse mantenute: lo scorso anno gli organizzatori del Premio avevano annunciato per quest’anno un grant europeo per sostenere i progetti giornalistici dei freelance in tutta Europa, proprio nel 2023 nasce la prima edizione del Jsf Grant centrato sui 17 goals per la sostenibilità, al quale sarà  possibile partecipare sino al 30 giugno 2024 (info su www.journalismsocialfund.it). 

La premiazione di Monica Matano

A ricevere il Premio Capulli nell’ordine sono stati: Monica Matano (RaiSport),Paolo Maria Alfieri (Avvenire), ed ex aequo Linda Dorigo  (Tgr RAI Basilicata) con Benedetta Sangirardi (Effe). 

Il Premio Bomprezzi è andato a Lidia Scognamiglio (Tg2  Medicina 33), seguita da Chiara Dall’Angelo con Luca Capponi (Quattro Colonne – testata della Scuola di  giornalismo di Perugia) e al terzo posto (nella foto in basso) Gabriella Meroni (periodico Sacra Famiglia). 

Quattro menzioni speciali attribuite su proposta della giuria a: Valerio Nicolosi  (Gruppo Mediaset – autore Chora Media), Marina Cuollo e Francesca Gastaldi (Vanity Fair) e Luigi Ripamonti  (Corriere della Sera – Caporedattore Corriere Salute), quest’ultimo scelto in collaborazione con il neonato Premio Cernuschi, un premio dedicato alla memoria dell’imprenditore milanese che, tra i primi in Italia, ha  creduto in modo convinto ad un nuovo modello di assistenza sanitaria per le persone disabili. 

Il progetto dell’anno

Il progetto “Autonomia e  disabilità” di Fondazione Crc di Cuneo è risultato vincitore del premio unico annuale, selezionato tra oltre venti best practices su scala nazionale, assegnato dal Comitato Scientifico del Premio Bomprezzi. «Il progetto Autonomia e Disabilità rappresenta la conferma dell’impegno che da tempo e con convinzione la  Fondazione Crc mette in campo  nell’ambito della disabilità», ha dichiarato Ezio Raviola, presidente della Fondazione Crc. «Il Premio Bomprezzi, che siamo particolarmente lieti di ricevere, riconosce la costanza dell’impegno e i risultati raggiunti grazie a un importante gioco di squadra che coinvolge diversi  enti del nostro territorio, con l’obiettivo comune di promuovere una comunità sempre più inclusiva».  

Il report Cittadini e disabilità

Al centro del dibattito l’indagine “Cittadini e disabilità” presentata dal vicepresidente di Swg Maurizio Pessato. La percezione dell’opinione pubblica italiana è molto negativa riguardo alla capacità dei servizi sanitari di rispondere ai bisogni delle persone disabili (non adeguato 31% – poco adeguato 49%). Anche rispetto ai percorsi prioritari o specifici per persone con disabilità sperimentati dai cittadini il giudizio è negativo: per il 21% vi è una totale assenza degli stessi e per il 44% è accaduto solo raramente di poterne  usufruire. Eppure, il problema pare non riguardare le barriere architettoniche in ambito ospedaliero. Sono  scarse invece le risposte efficaci ai bisogni di salute per il 63% degli intervistati. Risposte che per il 36%  vengono ricercate al di fuori della propria regione di residenza. 


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Un punto di merito al personale sanitario italiano valutato in via complessiva positivamente nell’86% dei casi, solo il 12% sceglie l’opzione “per nulla”. 6 persone su 10 che bocciano invece le strutture e le attrezzature. Il miglioramento richiesto vede per il 38% la necessità di adottare specifici protocolli per le persone con disabilità, il 19% chiede invece di migliorare le liste di attesa  ed anche i tempi di attesa pre-visita, il 17% si concentra sull’abbattimento delle barriere architettoniche ed il  7% chiede un aumento della durata delle visite specialistiche. 

«Questi dati restituiscono una situazione complessa, aggravata anche dalle difficoltà innescate dalla  pandemia degli ultimi anni», ha spiegato a margine dell’iniziativa Stefano Malfatti, direttore Comunicazione  e Raccolta Fondi del Serafico di Assisi, secondo cui «nella maggior parte delle strutture sanitarie italiane  mancano dei veri e propri protocolli specifici per le persone con disabilità in aggiunta a un’importante carenza  di personale formato in maniera adeguata. Il Serafico, ad esempio, essendosi sempre ispirato alla volontà di  coniugare il “curare” con il “prendersi cura” lavora quotidianamente per rendere i servizi  ambulatoriali per persone con disabilità sempre più adatti al loro stato di salute; ma il nostro Ssn purtroppo è  ancora cucito su misura per il malato e non per il malato con disabilità. Ecco perché il tema dell’accessibilità  alle cure deve diventare una priorità su cui fondare la nostra società, attraverso una vera e propria svolta  culturale che ci porti al pieno riconoscimento della dignità e dei diritti dei più fragili, e che sia in grado di  abbattere le disuguaglianze in tutti i settori della sanità».

Foto da ufficio stampa


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