Salute

Realtà virtuale e intelligenza artificiale per curare anoressia e bulimia

Il progetto ‘Arcadia VR’, nato dalla partnership fra l'Irib Cnr di Messina, l’Università Cattolica di Milano e aziende private, permetterà di diagnosticare, valutare e trattare i disturbi alimentari, in particolare l’anoressia e la bulimia nervosa. In più, consentirà di misurare l’impatto che il disturbo ha all’interno del contesto familiare e sui caregiver

di Sabina Pignataro

Utilizzare la realtà virtuale e l’intelligenza artificiale per diagnosticare, valutare e trattare i disturbi alimentari, in particolare l’anoressia e la bulimia nervosa E’ questo l’obiettivo di Arcadia Vr, un progetto finanziato dal Mise e nata dalla collaborazione tra Irib Cnr di Messina, l’Università Cattolica di Milano e aziende private.

«Con ‘Arcadia VR’ intendiamo strutturare un nuovo modello di presa in carico ed assistenza basata su una piattaforma tecnologica di valutazione e di cura riabilitativa tramite infrastrutture e dispositivi di realtà virtuale e metodi di intelligenza artificiale, progettati per essere utilizzabili su più livelli di cura; ambulatoriale, ambulatoriale intensivo e in regime di ricovero», spiega Giovanni Pioggia responsabile dell’Irib Cnr di Messina.

Come chiarisce Giuseppe Riva, ordinario dell’Università Cattolica di Milano e direttore dello Humane Technology Lab, da oltre venti anni uno dei massimi esperti sui disturbi del comportamento alimentare, «La realtà virtuale rafforzata da metodologie di intelligenza artificiale può̀ offrire soluzioni innovative per affrontare i diversi sintomi chiave dei disturbi del comportamento alimentare: dal craving (il desiderio incontenibile di cibo), alle emozioni negative, dai bias attenzionali all’insoddisfazione corporea».

Il progetto consentirà di trasferire, al termine delle attività, i metodi e gli strumenti traslazionali sviluppati a due nuovi centri per il trattamento innovativo dei disturbi del comportamento alimentare, uno a Lecce, l’altro a Messina, città in cui i ricercatori stanno studiando come il metaverso possa aiutare i bambini autistici e gli adulti con malattia di Alzheimer, come aveva raccontato in questa intervista Antonio Cerasa, neuroscienziato e ricercatore dell’Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica IRIB-CNR di Messina e autore di “Neuroscienze traslazionali. Dalla conoscenza del neurone alle applicazioni per la salute” (Carocci editore).

Il progetto consentirà, infine, di analizzare e valutare, attraverso App, piattaforme virtuali innovative e biosensori, l’impatto che il disturbo ha all’interno del contesto familiare di riferimento e quanto i caregivers possano presentare livelli di stress e burnout che incidono sulla qualità del loro lavoro.

Il progetto Arcadia VR, che ha ricevuto un finanziamento di circa 6 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo economico, è nato dalla collaborazione fra lo Humane Technology Lab dell’Università Cattolica di Milano, l’Irib Cnr di Messina, affermato per lo sviluppo di metodologie e tecnologie biomediche traslazionali nell’ambito dei disturbi del neurosviluppo, la Medilink srl di Siracusa, e SB Setec SpA, società internazionale che si è distinta nel campo delle tecnologie ingegneristiche.

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