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Politica & Istituzioni

Silvio, batti un colpo

Intervista al sottosegretario Carlo Giovanardi. In forse la delega. «Intervenga il premier»

di Riccardo Bagnato

«In tre anni siamo passati da 300 milioni di euro a 20 milioni, non riusciamo nemmeno a fronteggiare le spese obbligatorie. Così il Dipartimento viene dimezzato. Berlusconi intervenga». L’allarme lo ha lanciato ieri Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con la delega alle Politiche per la famiglia. Che ha aggiunto: «nel caso la situazione rimanga tale rimetterò la delega per impossibilità di portarla avanti».

A 24 ore dall’accaduto ancora nessuna novità. Sono stati organizzati alcuni incontri tecnici con il ministero dell’Economia per verificare la situazione. E si attende una risposta dal premier, Silvio Berlusconi.

Sottosegratario, oggi però il ministro del Lavoro Sacconi sembra smentirla. Dice che per la famiglia il governo spende 62 miliardi di euro all’anno. I numeri non quadrano, lei parla di 20 milioni. Quindi?

Ma lasciamo perdere i 62 miliardi! Il ministro Sacconi ha ragione. Se si mettono insieme le spese previdenziali, quelle pensionistiche ecc… quella è la cifra. Ma io sto parlando dei soldi che coprivano la delega che mi è stata data. Erano 300 milioni tre anni fa e ora sono 20 milioni. Con i soldi dovrei finanziare il funzionamento della Commissione per le Adozioni Internazionali (Cai), fornire i contributi alle famiglie che fanno adozione all’estero, devo far fronte ai progetti dell’articolo 9 della legge 53, la conciliazione dei tempi di lavoro, poi c’è il fondo garanzia nuovi nati, il premio famiglia, il funzionamento dell’osservatorio della famiglia e quello dell’infanzia. Ora, mi sono rimasti 20 milioni che per altro dovrei concordare con le Regioni e dovrei coprire spese per quasi 60.

Sacconi insiste nel dire che il problema è di riorganizzare i soldi che si hanno, cosa ne pensa?

Mi scusi, ma con zero euro si fa fatica a riorganizzare l’attività. Mi fa piacere che ci siano 62 miliardi per la famiglia che sostengono il sistema Italia, ma di fronte a questa spesa, non mi è chiaro perché vengano tolti i 50 milioni propri della delega alla famiglia.

Dal non profit italiano arrivano altre critiche al governo per via della mancanza di politiche per la famiglia. Lo dicono in primis le Acli e il Moige, e poi il Forum delle associazioni familiari. Insomma, la famiglia doveva essere al centro dei pensieri di questo governo, e ora sparisce pure la delega per mancanza di fondi?

Guardi, bisogna però inquadrare bene il problema. In questi anni la spesa sociale che va verso a famiglia c’è stata ed è stata gigantesca. Quello che io denuncio è che con questi tagli sparisce la delega per la famiglia gestita finora dal sottoscritto. Intendo dire che ha ragione Sacconi, ma ho ragione anch’io. Politicamente è una cosa gravissima. Ne sono consapevole. E’ una segnale politico molto chiaro tanto più che si tratta di un taglio di “appena” 50 milioni di fronte ai 62 miliardi di cui parla Sacconi.

Ammetterà quindi che questo governo non ne esce bene da questa polemica?

Certo, ma le dico di più. Per elaborare e attuare una politica per la famiglia bisognerebbe decidere ad esempio che chi non ha figli paga qualcosa in più per permettere a chi ne ha di pagare qualcosa di meno. Ma appena lo si dice, nessuno è d’accordo. Da anni mi batto per la famiglia così come descritta dalla Costituzione. E invece si continua a parlare di adozioni ai single, di coppie di fatto, mentre alla famiglia della Costituzione sembra non interesse niente a nessuno. Mi lasci dire: c’è appena stata la manifestazione per leggere e diffondere la costituzione. Hanno letto tutti gli articoli tra il 29, quello che dice “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.
Guardi, questo è un paese strano. A ottobre la priorità era la cultura, poi è venuta l’Università, poi le aziende e lo sviluppo, la ricerca. Pian piano da punto di partenza, le politiche famigliari sono scivolate all’ultimo posto. Tutti vorrebbero una politica per le famiglia, ma sono gli stessi che al dunque, quando ad esempio si arriva davanti alla finanziaria da scrivere e votare si scordano della famiglia.
Il Parlamento nell’ultima finanziaria non ha trovato un soldo in più per finanziare il fondo famiglia, ma all’unanimità lo ha trovato per il sostegno all’editoria, cioè ai giornali di partito.

A questo punto cosa pensa di fare?

Se ci sarà il reintegro dei 52 milioni che avevo prima degli ultimi tagli terrò la delega. In caso contrario è evidente che la rimetterò nelle mani del premier.


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