Giornata internazionale della donna
Spazio donna, un luogo per ricominciare oltre la violenza
In Italia 1 donna su 3 subisce violenza almeno una volta nella vita, ma spesso non lo racconta a nessuno e resta invisibile. Parliamo di oltre 6 milioni di donne solo nel nostro Paese. Negli Spazi Donna dell'organizzazione umanitaria WeWord ogni anno ricevono un aiuto mille di loro per ricostruire autostima e autonomia
Un luogo familiare. È così che chi lo frequenta descrive Spazio donna, il programma promosso dall’organizzazione italiana indipendente WeWorld che intende dare alle donne l’occasione di sperimentarsi come artefici e protagoniste del proprio presente e del proprio futuro.
«Era il 2014 quando abbiamo avviato il progetto», spiega Sabrina Vincenti, coordinatrice del programma, «ci stavamo occupando di povertà educativa e notavamo che i bambini più fragilità avevano mamme spesso vulnerabili per motivi culturali, sociali e lavorative. È così che ci è venuta l’idea di occuparci di loro per valorizzare il loro essere soprattutto donne. I primi luoghi Spazio donna sono nati proprio nelle sedi di Napoli, Roma e Palermo dove avevamo avviato i progetti di sostegno alla povertà educativa».
Da allora sono passati 10 anni e oggi Spazio donna è presente, anche, a Bologna, Cosenza, Milano e Pescara. Ogni sede è un piccolo appartamento con una cucina, un angolo child care per bambini e bambine e stanze per le attività dedicate alle donne: da quelle per il benessere psicofisico a quelle culturali, alle attività per l’orientamento al lavoro e ai servizi sul territorio fino ai percorsi individuali più strutturati. La presenza di uno staff tutto femminile e specializzato permette di creare un luogo di accoglienza e di aggregazione dove è più facile costruire relazioni di fiducia e attivare nelle donne una presa di coscienza attraverso interventi in grado di restituire autostima, progettualità e autonomia.
«Le donne arrivano da noi in prima battuta per seguire le nostre attività», prosegue Vincenti, «attraverso i servizi del territorio o il passaparola. I corsi più seguiti sono quelli di lingue o di orientamento al lavoro. Tutto dipende molto dalle sedi. Al Nord, per esempio, Spazio Donna è frequentato prevalentemente da donne di nazionalità estera, dunque sono molto richiesti i corsi di lingue. Al Sud, invece, c’è una prevalenza di donne italiane che, magari, ha l’esigenze di reinserirsi nel mondo del lavoro. Frequentare le nostre attività, tutte gratuite, è un’occasione per uscire di casa, incontrare altre donne e ritrovare i propri spazi. Durante i corsi possono emergere eventuali forme di disagio familiare. È così che le donne che lo desiderano possono iniziare dei percorsi individuali che prevedono colloqui psicologici, legali o di sostegno al ruolo genitoriale e familiare».
La strategia del progetto consiste quindi nell’attivare nelle donne, attraverso la partecipazione alle attività, una presa di coscienza in grado di restituirgli autostima e progettualità, e sviluppare l’empowerment per modificare in primo luogo alcuni aspetti della loro vita e poi, a cascata, incidere sulla comunità nel suo insieme.
Le testimonianze raccolte negli Spazi Donna WeWorld
«Ho conosciuto lo Spazio donna WeWorld per caso» racconta una delle frequentatrici di Cosenza, «un giorno mi sono imbattuta nella loro pagina Facebook che pubblicizzava il laboratorio di fotografia femminista il cui focus era sulla violenza economica. Ho 52 anni, studi artistici alle spalle e quasi nessuna esperienza lavorativa, un figlio maschio ormai ventiduenne e nessuna rete sociale. All’inizio il mio matrimonio era felice e anche quando mi diceva di non truccarmi troppo per uscire con le mie amiche io pensavo lo facesse perché pensava che io fossi bella anche al naturale e che non ne avessi bisogno. Mai avrei pensato che un giorno truccandomi un po’ più marcatamente del solito mi sarei sentita dare della puttana in cerca di attenzioni di altri uomini o che non rispondendo alla sua ennesima chiamata di controllo me lo sarei trovato di fronte a me con le vene che gli pulsavano, pronto a mangiarmi viva se avesse potuto. In un giorno particolarmente triste, volendomi sfogare, ricordo di aver realizzato di non avere nessuno con cui parlare, perché ormai mi aveva fatto tagliare i rapporti con qualsiasi essere umano ed ero rimasta completamente sola e alienata dal resto del mondo. Questo senso di solitudine si è fatto sempre più forte, fino a raggiungere l’apice quando lui si è innamorato di un’altra donna e ha chiesto la separazione. Inizialmente non riuscivo a darmi pace, a trovare una spiegazione plausibile. Frequentando il corso di Spazio donna ho realizzato di essere vittima anche di violenza economica poiché, sebbene avessi già aperto gli occhi sulle altre forme di violenza psicologica, non ero consapevole del fatto che anche i soldi potessero diventare un fattore di controllo e sottomissione. Oltre al grande cambiamento personale che mi ha aiutato a realizzare, Spazio donna WeWorld è diventato il mio posto del cuore perché mi ha permesso di conoscere persone stupende con cui ho costruito dei legami speciali che ancora mi porto dietro. Ho riscoperto l’importanza di fare rete sociale per accettare le paure, liberarsi dei sensi di colpa e riconquistare la fiducia in sé stesse».
Spazio donna è un luogo di prossimità ma, anche, di cultura e di alfabetizzazione affettiva e relazionale che nelle 20 ore settimanali di apertura accoglie donne di ogni nazionalità, cultura ed età, come la venticinquenne di Pescara che chiameremo Giovanna che racconta: «vivo a casa con i miei nonni materni. La prima volta che sono stata allo Spazio donna WeWorld è stato circa un anno fa dopo la rottura con il mio fidanzato. Lui è più grande di me ma sembra non aver accettato la mia decisione di interrompere la relazione. È insistente con messaggi di riconquista: io non rispondo ma mi sento vulnerabile perché temo di poter ricadere in una relazione che mi sono resa conto essere non sana. In questa relazione io mi ero annullata, assecondando qualsiasi sua richiesta. Ho iniziato a cercare online qualcuno che potesse supportarmi e aiutarmi nella mia crescita e ho trovato lo Spazio donna WeWorld al quale ho chiesto un sostegno psicologico perché sentivo il bisogno di scoprire me stessa, le mie capacità, trovare un lavoro e avere qualcuno, una guida, che potesse aiutarmi ad orientarmi».
In Italia 1 donna su 3 subisce violenza almeno una volta nella vita, ma spesso non lo racconta a nessuno e resta invisibile. Parliamo di oltre 6 milioni di donne solo nel nostro Paese. Negli Spazi Donna di WeWord ogni anno ricevono un aiuto concreto 1000 di loro. Donne mai più invisibili. Ed è proprio questo il nome scelto da WeWorld per la campagna di raccolta fondi #MaiPiùInvisibili che fino al 16 marzo dà la possibilità a tutti di sostenere con 2, 5 e 10 euro al numero solidale 45590 questi spazi di ascolto e fiducia per ricominciare a vivere e riconquistare la propria autonomia.
«Con questa campagna vogliamo restituire voce e visibilità alle tante donne oggi Invisibili. Invisibili perché talmente stremate dalla violenza e dalla violazione dei loro diritti, da augurarsi di scomparire, di non essere viste, non esistere per non subire più. Invisibili anche per la società che le circonda, che per non vedere si volta dall’altra parte. La violenza sulle donne è un problema che ci riguarda tutti e tutte, ma ognuno di noi può scegliere se voltarsi dall’altra parte o prendere posizione. Oggi con un sms possiamo fare un piccolo gesto concreto perché solo insieme possiamo fermarla», dichiara Marco Chiesara, presidente di WeWorld.
Nella foto di apertura l’ingresso di Spazio donna Bologna (Foto portale weworld.it)
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