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Innovazione sociale

Torino, la Borsa dell’impatto va

Cassa depositi e prestiti diventa il 25mo soggetto promotore del progetto di Torino Social Impact e delle 300 realtà profit, non profit e pubbliche, che ne fanno parte: creare una "Piazza Affari" per l'impact investing. Il presidente del Comitato promotore, Guido Bolatto (Cciaa Torino): «Cdp porta competenze e strumenti cruciali per affrontare al meglio le future sfide dell’iniziativa»

di Giampaolo Cerri

Se dovessimo usare una metafora borsistica per descrivere lo stato del progetto della Borsa dell’impatto sociale di Torino, si dovrebbe dire che le quotazioni di questa brillante idea – far incontrare chi vuol investire a impatto e chi ha progetti da far finanziare – sono in forte rialzo, decisamente “in territorio positivo”.

Il Comitato promotore ha infatti reso nota oggi la notizia dell’ingresso nella compagine che sostiene il progetto stesso anche di Cassa depositi e prestiti, che diventa il 25mo membro, in ordine di adesione, ma per il profilo istituzionale e la capacità finanziaria un aderente di notevole peso. 

Una soddisfazione che si legge tra le righe del sobrio comunicato:  «Cassa depositi e prestiti», avverte la nota, «si unisce infatti agli attuali 24 membri del Comitato promotore nella fase di valutazione dei possibili scenari di creazione dell’infrastruttura di mercato. Considerata la missione di sostenere l’innovazione e la competitività del mondo imprenditoriale italiano e promuovere uno sviluppo sostenibile dell’economia del Paese, Cdp porta all’interno del Comitato competenze e strumenti cruciali per affrontare al meglio le future sfide dell’iniziativa». 

Come si ricorderà, la Borsa dell’impatto sociale è un progetto innovativo realizzato da Torino social impact, alleanza tra oltre 300 aziende e istituzioni pubbliche e private che hanno unito le forze per promuovere l’ecosistema locale per l’economia sociale e di cui è portavoce il professor Mario Calderini. Grazie al sostegno dei soggetti promotori (Camera di commercio di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo e Banca d’Italia), «il progetto mira alla creazione di un mercato di capitali dedicato a imprese che realizzano in modo intenzionale, addizionale e misurabile un impatto sociale positivo, dove le transazioni sono basate non solo sul valore finanziario, ma anche sul valore dell’impatto sociale misurato». Per la futura Borsa si è immaginata anche la sede: l’antica Borsa valori, operativa fino ai primi anni ’90 (foto sotto, ndr)

La sede dell’ex-Borsa valori a Torino, qui sorgerà al Borsa dell’impatto sociale

La soddisfazione del presidente Bolatto

Come ricorda Guido Bolatto, segretario della Camera di Commercio di Torino e presidente del Comitato:  «L’obiettivo finale è quello di creare un mercato il cui accesso sia riservato a società che vogliono contribuire alla soluzione delle sempre più grandi sfide sociali ed ambientali, non semplicemente con profili Esg brillanti, ma con modelli imprenditoriali che definiscono formalmente e stabilmente la sostenibilità dello sviluppo come elemento fondante della propria missione». Secondo Bolatto, quindi «l’ingresso di un attore come Cassa depositi e prestiti nel Comitato è una ulteriore dimostrazione di quanto questo progetto sia innovativo e strategico nella strada verso una economia ad impatto».

Fanno correttamente notare dal Torino social impact che «la Borsa dell’impatto sociale è una proposta che non sostituisce, ma completa e integra gli attuali canali di finanziamento, offrendo ulteriori opportunità per chi, sia sul lato dell’offerta sia sul lato della domanda, è interessato a sostenere la prospettiva di un’economia “nuova”, che non si limiti a mitigare gli impatti ambientali e sociali negativi, ma che si ponga l’obiettivo dichiarato di generare valore sociale per tutti gli stakeholder».

Guido Bolatto, segretario generale Camera di Commercio di Torino e
presidente Comitato promotore Borsa dell’impatto sociale

Sperimentazioni in corso

Tra l’altro, a Torino, non hanno semplicemente enunciato il progetto: nel 2023 si è proceduto alla quotazione simulata di otto imprese pilota, con 130 professionisti coinvolti per promuovere l’impact investing e creare un mercato di capitali dedicato alle imprese ad impatto. «Nel corso della sperimentazione», racconta quelli di Torino social impact, «le imprese hanno lavorato ad ipotesi di quotazione sia su mercati azionari che obbligazionari. Sono state definite le strategie d’impatto e le relative metodologie di misurazione costruite con un approccio tailor-made, volte a rappresentare le tipicità di ogni impresa ed ingegnerizzate ipotesi di strumenti finanziari in grado di prevedere meccanismi di valorizzazione del raggiungimento dei risultati d’impatto. Gli esiti della simulazione sono poi stati raccolti in un report pubblico scaricabile dal sito dell’iniziativa».

Intervista a Raffaella Scalisi, advisor di Torino social impact, durante al Impact Week di novembre

Se ne parla anche a Bruxelles

Non solo, la fattibilità della Borsa dell’Impatto Sociale è stata inoltre recentemente al centro di un’ampia e approfondita discussione nel corso di un workshop organizzato e ospitato a Bruxelles dalla Unit imprenditorialità sociale della Dg Empl della Commissione Europea.L’incontro, svoltosi il 14 febbraio scorso, ha coinvolto esperti qualificati della Dg Empl , Dg Grow, Dg Fisma, Dg Ecfin della Commissione Europea, della Banca Europea per gli Investimenti (Bei) e del Fondo Europeo per gli Investimenti (Fei) «ed è stata un’ottima occasione», dicono da Torino, «per esplorare strategie innovative per superare lo squilibrio tra domanda e offerta di finanziamenti per le imprese orientate all’impatto e creare un ambiente favorevole per l’economia sociale integrando meglio le sue esigenze e peculiarità all’interno del sistema dei mercati finanziari».

La foto di apertura è di Marco Alpozzi, LaPresse.

Intervista a Davide Dal Maso, partner di Avanzi

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