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Bari, il “Villaggio” che accoglie le famiglie dei bambini malati

L’associazione Agebeo dal 2007 ha accolto in un appartamento oltre 600 famiglie di piccoli pazienti malati in cura nei presidi pediatrici di Bari. Da una promessa fatta al piccolo Vincenzo, venuto a mancare a causa della leucemia infantile, i suoi genitori Michele e Chiara hanno trasformato il dolore in opportunità di accoglienza, ospitando centinaia di persone. E a breve sarà inaugurato il “Villaggio Trenta ore per la vita Agebeo”, con 8 moduli abitativi per potenziare l’ospitalità

di Emiliano Moccia

Il primo ad essere ospitato nella loro casa, fu un papà calabrese che accompagnava suo figlio nel percorso di cura e non aveva un posto in cui andare. «Io e mia moglie ci siamo chiesti: perché non creiamo qualcosa per l’accoglienza?». Michele Farina e sua moglie Chiara conoscevano bene le difficoltà, i disagi e le sofferenze dei viaggi per le cure che gravavano sulla pelle dei bambini e dei loro famigliari. Perché c’erano passati anche loro, accompagnando in giro per l’Italia loro figlio Vincenzo. Michele e Chiara hanno avuto la forza di trasformare un dolore in un’opportunità di accoglienza. Un distacco in cammino condiviso. In particolare, per le famiglie che vivono l’angoscia di dover far curare lontani da casa i loro bambini malati. «Da 22 anni mantengo una promessa fatta a mio figlio Vincenzo poco prima che morisse a causa della leucemia, che avrei fatto qualcosa per aiutare i bambini e i ragazzi malati. Per aiutare gli altri bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare». E’ così che nel 2003 è nata l’Agebeo e amici di Vincenzo onlus, l’associazione che ha l’obiettivo di sostenere famiglie e genitori che ogni giorno arrivano nel reparto di Onco-Ematologia pediatrica del Policlinico di Bari o negli altri presidi pediatrici della città.

Come sarà il “illaggio dell’accoglienza di prossima apertura

Ogni giorno l’associazione ospita nell’appartamento di via Tommaso Fiore confiscato alle mafie e concesso nel 2007 dal Comune in comodato gratuito, le famiglie che devono soggiornare per lunghi o brevi periodi a Bari per far curare i loro piccoli. «In questi anni» racconta Farina «abbiamo ospitato 600 famiglie nei tre camere che mettiamo a disposizione nella casa di accoglienza, che anche in questo momento è tutta piena. In base alle esigenze, si fermano mamme con i figli o intere famiglie. Quello che offriamo sempre gratuitamente, per non far pesare nulla ai nuclei famigliari che hanno già tante cose a cui pensare, non è solo un posto in cui dormire e da mangiare. Ma è il provare ad alleviare le sofferenze dei genitori da un punto di vista morale, psicologico, perché parliamo con loro, discutiamo, ascoltiamo, capiamo i loro problemi che conosciamo perché ci siamo passati, sosteniamo l’unione della famiglia, che spesso la prova della malattia può mettere a dura prova».

Proviamo ad alleviare le sofferenze dei genitori da un punto di vista morale, psicologico, perché parliamo con loro, discutiamo, ascoltiamo, capiamo i loro problemi

– Michele Farina
Michele Farina in occasione delal posa della prima pietra del “Villaggio”

In questi anni, quindi, le richieste di accoglienza non si sono mai fermate, spingendo i volontari del sodalizio a pensare a come poter potenziare il servizio di ospitalità. Raccolte fondi, iniziative di sensibilizzazione, coinvolgimento di tante realtà del territorio. Fino a quando nel 2016 partecipando a un avviso pubblico del Comune di Bari, l’Agebeo ha ottenuto in concessione un terreno confiscato alle mafie in zona Policlinico, con il vincolo di realizzarvi il villaggio di accoglienza per le famiglie dei piccoli pazienti oncologici e dei presidi di carattere psicologico, socio-sanitari e riabilitativi. «Grazie all’attività di raccolta fondi e al sostegno di Trenta Ore per la Vita onlus, abbiamo sviluppato il progetto tecnico esecutivo per il Villaggio e a realizzare circa il 50% delle opere previste, per un valore totale di circa 500mila euro. Di qui, la scelta del Comune di Bari, in qualità di proprietario del suolo, di partecipare all’avviso regionale sul riutilizzo dei beni confiscati, candidando il progetto di completamento del “Villaggio Trenta ore per la vita Agebeo” e di garantire un cofinanziamento pari a 710mila euro, legato al finanziamento regionale di 1 milione di euro» spiega Farina. Il Villaggio adesso è stato ultimato e a breve sarà anche inaugurato alla presenza di Lorella Cuccarini, testimonial dell’associazione Trenta Ore per la Vita.

«La struttura si estende su circa 5000 metri quadri di verde ed è composta da 8 unità abitative, di 50 mq l’una capaci di ospitare fino a quattro persone, e due moduli destinati all’amministrazione e alla riabilitazione. Nel Villaggio» evidenzia Farina «potremo fare molto di più e molto meglio per accogliere le famiglie e i piccoli pazienti dei centri pediatrici della città. Arrivare a questo risultato non è stato facile, c’è voluto l’aiuto ed il sostegno delle istituzioni ed il coinvolgimento delal comunità, che ha capito l’importanza di prendere in carico questo luogo, che diventa per la Puglia e non solo un fiore all’occhiello dell’accoglienza. Sarà una giornata emozionante» condivide il presidente dell’Agebeo «anche perché in questi anni sono diventato zio di centinaia di bambini, arrivati dalle altre province pugliesi o da altre regioni, che sono passati per il nostro appartamento e che hanno ricevuto le cure necessarie». La prossima sfida, una volta tagliato il nastro di inaugurazione, sarà quella di rendere sostenibile la struttura tra pulizie, bollette, servizio di sorveglianza, cura del verde, per far sì che quella promessa fatta neo 2003 a suo figlio Vincenzo continui a generare altre forme di accoglienza e solidarietà.

L’area giochi realizzata nella struttura