Welfare
La potenza dell’arte contemporanea per raccontare le migrazioni
La Fondazione Città della Pace per i Bambini ha organizzato la “City of Peace Summer Academy” in programma dal 5 al 10 settembre a Sant’Arcangelo, in provincia di Potenza. L’obiettivo è di immaginare un nuovo modo di raccontare le migrazioni attraverso l’arte pubblica e contemporanea
«Il percorso di questa edizione è focalizzato sull’arte pubblica e contemporanea come strumento per descrivere un fenomeno complesso come quello dell’immigrazione. C’è la necessità di trovare una strada diversa e più efficace per descrivere questa realtà con maggiore profondità. L’obiettivo è di restituire al termine dell’Academy uno o più interventi di arte pubblica nei comuni in cui gestiamo progetti di accoglienza per migranti per sensibilizzare le comunità ed avviare processi di riflessione». Valerio Giambersio è il Direttore esecutivo della Fondazione Città della Pace per i Bambini, nata da un’idea di Betty Williams, Premio Nobel per la Pace nel 1976, che nel 2003, durante la mobilitazione popolare in risposta al progetto di localizzare un deposito di materiale radioattivo in Basilicata, intervenne a sostegno di un utilizzo alternativo di questo territorio.
Attiva dal 2011, la Fondazione si occupa di realizzare percorsi di accoglienza, tutela e integrazione per quanti sono vittime di persecuzioni e violenze o temono di subirne a causa della loro etnia, religione, nazionalità o appartenenza a un determinato gruppo sociale. Anche per questo, nel 2019 ha dato vita alla “City of Peace Summer Academy” con l’idea di immaginare un nuovo modo di raccontare le migrazioni ed in particolare le storie dei rifugiati partendo da un confronto tra la realtà delle persone accolte e la complessità del contesto della comunità locale.
Il prossimo appuntamento, dopo la pausa forzata di questi due anni causata dal Covid-19, è in programma dal 5 al 10 settembre a Sant’Arcangelo, in provincia di Potenza, un piccolo borgo della Basilicata, regione in cui la Fondazione Città della Pace porta avanti insieme ad Arci Basilicata e Cooperativa sociale Il Sicomoro 13 progetti di accoglienza per rifugiati, richiedenti asilo e minori stranieri non accompagnati.
Per questo, il tema delle migrazioni sta particolarmente a cuore agli organizzatori, che cercano di convogliare con l’Academy tutti coloro – studenti, operatori sociali, fotografi, giornalisti, cittadini, migranti – che hanno voglia di approfondire questa tematica e ragionare su quali possono essere le nuove modalità di comunicazione. «All’Academy partecipano galleristi, curatori di mostre, artisti, collezionisti, tutte persone che hanno grandi competenze sull’arte contemporanea; queste figure sono affiancate da esperti nel settore dell’immigrazione» spiega Giambersio. «Da questo incontro di professionalità, il programma prevede una prima parte dedicate a lezioni frontali, visite guidate, visioni di documentari, ed una seconda parte dedicata ai workshop per progettare tutti insieme, con il contributo dei rifugiati e dei migranti, uno o più interventi di arte pubblica che la Fondazione intende realizzare nei progetti del Sistema di Accoglienza ed Integrazione che gestisce con i suoi partner».
L’invito, dunque, è rivolto a quanti «si occupano a vario titolo di immigrazione e vogliono acquisire ulteriori competenze per parlare, ragionare, riflettere su questo tempo attraverso l’arte contemporanea. Che può essere declinata nei territori di appartenenza» aggiunge Giambersio «con mostre, installazioni, fotografie, murales, video, totem».
L’appuntamento di settembre a Sant’Arcangelo, quindi, sarà anche un «modo per raccontare i motivi profondi delle migrazioni: il cambiamento climatico, l’aumento delle diseguaglianze, i diritti umani. È un esperimento di un piccolo incubatore sociale in grado di far dialogare i partecipanti con il contesto di accoglienza e di fornire gli strumenti per la costruzione di un confronto costruttivo all’interno della società per comprendere e rendere chiare le cause delle migrazioni».
Alla “City of Peace Summer Academy” possono partecipare persone dai 18 ai 35 anni di età di tutte le nazionalità. Per iscriversi c’è tempo fino al 25 luglio. L’organizzazione ha previsto al momento cinque borse di studio a copertura della quota di iscrizione. Betty Williams è venuta a mancare due anni fa. Il suo posto è stato preso da un altro Premio Nobel per la Pace, Jody Williams, insignita del riconoscimento nel 1997, che prosegue il sogno di fratellanza che anima le finalità della Fondazione. Per saperne di più: www.cityofpeace.it
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