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Comitato editoriale

Vita impresa sociale: presentato il nuovo cda e il piano editoriale

Molto partecipata la riunione in cui ha preso parola Giuseppe Ambrosio, nominato nuovo presidente e amministratore delegato del Gruppo. Nell'occasione sono stati illustrati anche il piano editoriale 2021, l'assunzione di qualifica di impresa sociale, il progetto Vita a Sud e la campagna collettiva sul 5 per mille. Nella seconda parte l'avvocato Gabriele Sepio ha illustrato le novità per il Terzo settore relativa al Registro unico e alla legge di bilancio

di Redazione

Si è tenuto oggi pomeriggo in versione digitale il primo Comitato Editoriale di Vita del 2021. Un appuntamento molto partecipato: sono stati infatti 77 i dirigenti intervenuti in rappresentazione delle oltre 60 organizzazioni che costituiscono il comitato di VITA.

Il primo intervento è toccato a Giuseppe Ambrosio, nominato lo scorso 22 dicembre dall'assemblea dei soci, presidente e amministratore delegato del cda della nostra società editoriale. Gli altri membri del consiglio sono Giuseppe Frangi e Marcello Gallo con Riccardo Bonacina che assume la carica di presidente onorario essendo il fondatore di Vita.

Quello di Ambrosio è un ritorno. «Sono un po' emozionato perché per quattordici anni, dal 1996 al 2010, sono cresciuto con Vita partecipando alla sua nascita. Sin da allora mi sono sempre reso conto dell'importanza che aveva la costruzione di questa realtà intorno a questo Comitato editoriale, che è sempre stato un punto di riferimento della nostra attività imprenditoriale. Vedere così tante persone collegate oggi mi fa capire quanto questa relazione sia rimasta solida».

«La prima cosa che voglio dire», ha continuato Ambrosio, «è l'importanza dell'assemblea del 22 dicembre scorso con cui Vita è uscita dal percorso concordatario. Una data storica, non solo per noi ma anche per tutto il sistema del non profit. In quella stessa assemblea abbiamo deliberato l'adozione dello statuto come impresa sociale. Un passaggio di cui si è sempre parlato e per il quale Vita è sempre stata predisposta, e che oggi vede entrare la società a pieno titolo nel mondo dell'impresa sociale. Significa, tra le altre cose, una governance allargata in cui tutti gli stakeholder vengano rappresentati e partecipano alle decisioni. In qualche modo il Comitato Editoriale era nato nel 1994 proprio con questo spirito. Un ruolo che oggi viene confermato e riaffermato».

Proprio sulla trasformazione di Vita in soggetto di Terzo settore è intervenuto il direttore, Stefano Arduini, spiegando come si tratti di una decisione che «ha molto a che fare con il nostro modo di lavorare. Non si tratta di una mera qualifica societaria ma di un modo di concepire il nostro lavoro. Significa in primo luogo che non ci possiamo più limitare a fotografare una realtà che magari altri non vedono. Raccontare i tanti progetti e le buone pratiche non basta più. Dobbiamo provare a cambiare gli assetti del mondo e alcune dinamiche che non ci piacciono. Siamo capaci di farlo, ne sono profondamente convinto. Quando questa macchina si è messa in moto e ha remato nello stesso verso ha portato grandi risultati, penso al 5 per mille o alla Riforma del Terzo settore».

Richiamando poi l'editoriale che trovate sul numero del magazine in distribuzione il direttore ha spiegato che «essere rivolti all'interesse generale come impresa sociale significa anche non chiudersi in comfort zone, limitandosi a difendere interessi legittimi e farne la loro cassa cassa di risonanza. L'interlocuzione con le comunità sarà sempre più decisiva e dovrà trovare forme nuove e più efficaci non solo per raccontare l'innovazione, ma anche per generarla». A questo riguardo è stato portato l'esempio del prossimo numero del magazine, dedicato alla medicina territoriale, e nato proprio grazie a un tavolo verticale intorno cui si sono raccolti la redazione di Vita e alcuni esperti e protagonisti dei network del socio-sanitario italiano. Arduini ha poi concluso sottolineando che «diventare soggetto di terzo settore ci legittima ancor di più a stare dentro le reti sociali per contribuire al loro rafforzamento e alla loro capacità di impatto. Da oggi oltre a raccontare l'innovazione sociale vogliamo praticarla». Spazio poi alla presentazione della programmazione editoriale del 2021.

Il founder Riccardo Bonacina ha illustrato il nuovo progetto editoriale Vita a Sud. «Abbiamo lanciato questo progetto nato perché spesso con la redazione abbiamo trovato nelle esperienze incontrate al sud delle punte di innovazione che al nord non abbiamo mai visto:», ha sottolineato, «con alcune realtà, come Rete di economia civile Sale della Terra e Comunità Progetto Sud, è nata l'idea di provare ad aumentare il racconto di queste esperienze. Così con l'appoggio di Fondazione con il Sud abbiamo lanciato questa novità». Non è una testata nuova o un prodotto a sé ma «uno sguardo al sud, che da voce, grazie a cinque giornalisti dei territori, a ciò che di innovativo succede nel mezzogiorno», spiega Bonacina, che conclude, «Saranno notizie che vengono ospitate nel nostro flusso informativo. L'obiettivo è cambiare il segno della narrazione del mezzogiorno. L'informazione non basta, serve la comunicazione. Per questo è necessario anche fare rete».

L'account di Vita, Alessandra Cutillo, ha poi presentato la campagna collettiva 2021 “5per mille – Comunichiamolo Insieme”, iniziativa proposta in collaborazione col Corriere della Sera che prevede uno Speciale dedicato e una importante valorizzazione dei contenuti online e sui social. (Per info scrivere a a.perini@vita.it).

In conclusione l'avvocato Gabriele Sepio, giurista esperto di economia, fisco e Terzo Settore, ha affrontato le ultime novità circa il Registro Unico Nazinale Enti di Terzo Settore – RUNTS e della Legge di Bilancio.