Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Education & Scuola

Dal Canada i diamanti che non grondano sangue

Consumi. L’aggettivo etico affiancato a un diamante suona strano, eppure...

di Antonietta Nembri

Ho sentito una pubblicità che parla di diamanti etici. Conosco campagne contro l?acquisto di questi gioielli macchiati di sangue perché in Africa, proprio attraverso i diamanti, si sfruttano le popolazioni e si finanziano guerre terribili tra le popolazioni povere. Quindi mi è sembrato strano sentir parlare di ?diamanti etici?. Mi sapete dire qualcosa? D. S. (email) Sembra strano sentir parlare di ?diamanti etici?, soprattutto in considerazione delle numerose campagne che dal 2000 a oggi si sono succedute per sensibilizzare e imporre un metodo di controllo del commercio di queste pietre preziose che, troppo spesso, hanno finanziato conflitti armati tra le popolazioni più povere dell?Africa. Data al 2000 la stesura, tra Stati, industrie e società civile, del Kimberly Process Certification Scheme, un primo passo, ma non certo quello risolutivo per la condizione delle popolazioni indigene. La pubblicità cui fa riferimento la nostra lettrice parla di una linea di diamanti etici che, a detta del messaggio diffuso, sono estratti, lavorati e commercializzati nel pieno rispetto dei diritti umani. Insomma, un?alternativa per chi non rinuncia a comprare – potendoselo permettere – un solitario, sentendosi però con la coscienza a posto. A commercializzare e pubblicizzare questa linea è una gioielleria di Milano che per l?appunto lancia sul mercato italiano la prima linea di diamanti etici. «L?ispirazione», spiega Francesco Belloni, «ci è arrivata dalla conoscenza delle campagne di Survival in difesa dei popoli indigeni e a loro devolveremo il 5% del ricavato Non siamo nuovi questo genere di iniziative. Abbiamo già fatto vendite per finanziare una fondazione, ma sui diamanti era un altro discorso». L?aggettivo etico affiancato a un diamante suona strano, eppure, nonostante la stranezza, la gioielleria milanese ha potuto lanciare gli ?Ethical diamond? quali «pietre uniche in Italia». La diversità viene proprio dalla certificazione d?origine di questi diamanti che provengono da una miniera dei territori del nord ovest del Canada: un numero di serie e un logo, il Canadamark, che segue le pietre dall?origine. Inoltre, c?è la garanzia della filiera che, dall?estrazione alla vendita, aderisce al Canadian Diamond Code of Conduct. C?è anche da dire che una miniera non è certo quanto di meglio esista per l?ambiente, come attesta anche Green Peace Canada, ma siamo comunque di fronte a un piccolo passo avanti.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA